
Titolo originale | Tian jiang xiong shi |
Titolo internazionale | Dragon Blade |
Anno | 2015 |
Genere | Azione, Avventura, |
Produzione | Cina |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Daniel Lee |
Attori | Jackie Chan, John Cusack, Adrien Brody, Sharni Vinson, Peng Lin Kevin Lee, Raiden Integra, Alfred Hsing, Tomer Oz, Temur Mamisashvili, Paul Philip Clark, Si Won Choi, Max Huang (II), Mika Wang, Yang Xiao (II), Tin Chiu Hung, William Feng, Taili Wang, Lorie Pester, Xiangdong Xu, Qing Xiu, Yoo Seung-jun, Vanness Wu, Karena Kar-Yan Lam, Jozef Waite, Ned Bellamy, Jim Bennett, Philippe Joly, Joel Adrian, Danny Salay, Brahim Achabbakhe, Baisha, Scotty Bob Cox, Michael Duchet, Su Hang, Kate Hawkins, Ivan Kotik, Drago Lazetich, Shaoting Li, Chutian Liu, Jianwei Liu, Raphael Ollivier, David Peck, Ian Powers, Juanje Salvador, Kyle Shapiro, Yiran Wang, Emrah Yilmaz. |
Uscita | giovedì 30 giugno 2016 |
Distribuzione | Microcinema |
MYmonetro | 2,80 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 luglio 2016
Il film è un kolossal di stampo hollywoodiano che parla dell'incontro tra la civiltà cinese e quella romana, all'insegna del pacifismo. In Italia al Box Office La battaglia degli imperi - Dragon Blade ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 851 mila euro e 167 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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48 a. C. La Via della Seta è luogo di passaggio e di contesa tra popoli differenti per etnia e costumi. Il generale Huo An, un unno adottato e cresciuto da un generale cinese, è il custode della pace e del delicato equilibrio tra le 36 nazioni. Un giorno di fronte al Cancello dell'Oca Selvaggia si presenta Lucius, un generale romano coraggioso quanto rispettoso del codice d'onore militare, che ha il compito di proteggere il piccolo Publius dal sanguinario fratello maggiore Tiberius. Tra Huo e Lucius nasce una sincera amicizia, ma l'esercito di Tiberius è alle porte.
Dopo la fascinazione per l'antica Roma del film comico giapponese Thermae Romae, ora è il wuxia cinese a incontrare il peplum, ricorrendo alla presenza di star hollywoodiane e comparse occidentali. Un progetto ambizioso, concepito per un'uscita in sala nel Capodanno lunare cinese, che ha comportato sette anni di lavorazione, complice il deserto del Gobi e le complicazioni che ne derivano per le scene in esterni. La ricostruzione meticolosa dei costumi e delle tecniche militari, senza una prevalenza del digitale, contribuisce alla riuscita generale dell'operazione e a far sorvolare sui suoi principali difetti.
L'impegno profuso sul piano di scenografie e costumi è encomiabile ed è una testimonianza certa della credibilità della Cina come competitor di Hollywood su questo fronte. Talora stride il mix tra la pompa epica - esemplificata da un inno alla gloria di Roma scritto da un compositore di Hong Kong, cantato in latino dove i romani per il resto parlano in inglese - e la necessità di costruire il film su Jackie Chan e sui temi a lui cari: messaggio pacifista benché nel vigore marziale, il valore dell'amicizia, l'astuzia e l'umiltà dell'uomo comune che possono più di interi eserciti.
Riusciti e memorabili i duelli per risolvere le contese, come quello tra Jackie e John Cusack, che si traduce in un confronto di stili avvincente tra la daga romana e lo spadone cinese, così come tra la fisicità e le spallate dello stile occidentale e le mosse figlie del kung fu. Cusack risulta credibile e intenso nei panni del nemico destinato a divenire amico di Chan, dove probabilmente Mel Gibson - originariamente destinato alla parte - avrebbe fallito. Troppo teatrale e caricato invece il malvagio Tiberius di Adrien Brody.
Nonostante le sue ingenuità e i suoi tempi morti, un'opera destinata a essere ricordata come un passaggio importante nell'evoluzione dell'industria cinematografica cinese verso un ruolo da protagonista.