Combattendo la superstizione legata al numero di questa edizione, la diciassettesima, il Far East Film Festival risponde presente con un programma che, forse, non ha precedenti nella storia della manifestazione. Più che scaldare i motori l'avvio li rende letteralmente roventi, grazie a un uno-due che propone il concerto di Joe Hisaishi - l'autore delle colonne sonore dei film di Miyazaki Hayao e Kitano Takeshi - e la presenza sensazionale di Jackie Chan, simbolo del cinema di arti marziali Made in Hong Kong. Dopo l'handover del 1997 Hong Kong significa soprattutto coproduzioni con la Cina e Jackie in questo senso è stato uno dei più abili a interpretare il nuovo corso. Ormai ambasciatore della cultura cinese nel mondo, oltre che star hollywoodiana grazie al successo di Rush Hour, è forse l'uomo chiave per comprendere le potenzialità del blockbuster cinese in un'ipotetica competizione futura con il cinema a stelle e strisce. Dragon Blade, film di apertura del festival, in cui Chan è affiancato dal premio Oscar Adrien Brody e da John Cusack, incarna tutto questo con un epico wuxia tra Cina e Antica Roma.
Ma oltre i fuochi di artificio dell'apertura - e della chiusura, affidata al maestro Tsui Hark e al suo The Taking of Tiger Mountain, proiettato anche in 3D - c'è molto altro da approfondire durante il festival. Ben 70 infatti i titoli, che spaziano su un ampio range di nazionalità e genere. Tra i film in competizione prevalenza di Giappone (12 titoli) e Corea del Sud (10); 8 per Hong Kong - coproduzioni con la Cina incluse - dopo la scorpacciata del 2014 e una equa ripartizione tra i Paesi del Sud-Est asiatico, con la new entry della Cambogia. The Last Reel di Kulikar Sotho riprende i temi cari a Rithy Panh e al suo capolavoro L'immagine mancante, elaborando ancora una volta il lutto nazionale incolmabile, lasciato dalla follia totalitaria degli Khmer rossi.
Tra i titoli più attesi il sudcoreano Gangnam Blues, saga mafiosa affidata allo specialista del genere Yoo Ha (A Dirty Carnival), la romcom cinese Women Who Flirt di Pang Ho-Cheung, beniamino del Far East (Vulgaria), e il ritorno del trionfatore della scorsa edizione Yamazaki Takashi con Parasyte - Part 1 e 2. Occhi puntati anche su Sara di Herman Yau (Ip Man: The Final Fight, domenica 26 aprile in streaming su MYmovieslive) e La La La at Rock Bottom di Yamashita Nobuhiro (Linda Linda Linda).
La retrospettiva, benedetta dalla presenza di Jackie Chan, è dedicata al cinema di arti marziali di Hong Kong, riassunto da alcuni classici imprescindibili. Ogni decennio è rappresentato, dai Settanta di Bruce Lee con L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Way of the Dragon) agli Ottanta di Jackie con Il ventaglio bianco (The Young Master), fino ai Novanta del Jet Li di Once Upon a Time in China II.
Spazio ai documentari, con Il regno dei sogni e della follia di Sunada Mami, dedicato allo Studio Ghibli di Miyazaki Hayao e Takahata Isao, a guidare il lotto.
Tra le molte novità della 17.ma edizione c'è anche la più insolita di tutte: dei film in programma, ed è la prima volta, che non provengono dall'Estremo Oriente. Una selezione di titoli transitati al Sitges Festival che appartengono a i migliori dell'ultima stagione in fatto di cinema d'autore.