Effi Briest

Film 2009 | Drammatico 118 min.

Regia di Hermine Huntgeburth. Un film con Julia Jentsch, Sebastian Koch, Juliane Köhler, Barbara Auer, Misel Maticevic. Genere Drammatico - Germania, 2009, durata 118 minuti. - MYmonetro 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
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Una rilettura di un classico della letteratura non del tutto efficace.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 10 febbraio 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 10 febbraio 2009

Effi Briest, una vivace diciassettenne della prima metà dell'Ottocento viene data in sposa al Barone Von Innstetten di vent'anni più vecchio e in passato pretendente alla mano di sua madre. La coppia si trasferisce a Kessin sul Baltico nella casa di lui in cui Effi è sottoposta alla stretta, per quanto apparentemente discreta, sorveglianza di Johanna, la ancora piacente responsabile del personale. Il Barone è occupato nel fare carriera politica a Berlino e non si accorge dello spazio che il Maggiore Crampas conquista nel cuore e nei sensi di Effi. Crampac è stato un suo compagno d'armi e si appresta a diventare suo rivale sino alla morte di uno dei due.
"Effi Briest" è un classico della letteratura tedesca dell'Ottocento che gli studenti della Germania hanno potuto amare od odiare a seconda di come gli è stato presentato a scuola (cosa che peraltro accade per le pietre miliari letterarie di ogni nazione). Il suo autore Theodor Fontane il 13 febbraio 1895 scriveva a proposito di Effi: "È una storia che si basa sulla realtà e la protagonista è ancora viva. Talvolta sono terrorizzato al pensiero che il libro possa finire nelle sue mani".
Proprio perché si tratta di un classico in cui si possono rilevare una molteplicità di aspetti legati all'inizio del percorso di emancipazione femminile, è inevitabile (e potremmo dire quasi fisiologico) che le riletture nel corso del tempo siano state molteplici e molto diverse tra di loro. Quella di Hermine Huntgeburth cerca di trovare un equilibrio tra classicità e attualizzazione. Già la scelta degli interpreti per i due ruoli principali indica con precisione la linea e, al contempo, la debolezza del film. Perché se è vero che l'immagine che un attore porta con sé finisce con il marcare i personaggi che interpreta Julia Jentsch (migliore attrice alla Berlinale 2006 e miglior attrice tedesca per Sophie Scholl) offre da subito l'immagine della ribelle per una causa e riesce a sostenere il ruolo sino alla fine nonostante le forzature di una sceneggiatura che, a differenza del libro, la spinge nel finale a fumare 'sfrontatamente' dinanzi ai genitori allibiti. Chi lascia più perplessi è invece Sebastian Koch nei panni del Barone Von Innstetten).
L'efficace interprete dell'uomo di spettacolo spiato dalla Stasi in Le vite degli altri ha un volto e una gestualità troppo moderni per un personaggio ancora legato a dinamiche relazionali del Diciannovesimo secolo. Con la sua prestazione la modernizzazione fallisce divenendo messa in scena. Con tutte le prese di distanza che ne conseguono.

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