Factotum

Film 2005 | Drammatico 94 min.

Regia di Bent Hamer. Un film con Matt Dillon, Lili Taylor, Fisher Stevens, Marisa Tomei, Didier Flamand, Adrienne Shelly. Cast completo Genere Drammatico - USA, Norvegia, Germania, 2005, durata 94 minuti. Uscita cinema venerdì 31 marzo 2006 - MYmonetro 3,17 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 24 gennaio 2012

Dopo Barfly e Storie di ordinaria follia, il cinema torna a occuparsi dell'opera di Charles Bukowski, il poeta più sboccato della letteratura contemporanea scomparso nel 1994 per una grave forma di Leucemia. In Italia al Box Office Factotum ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 337 mila euro e 114 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,17/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,31
PUBBLICO 3,19
CONSIGLIATO SÌ
La fotografia di una provincia americana cupa e grigia attraverso la vita in fumo dedita all'autodistruzione di Bukowski.
Recensione di Mattia Nicoletti
Recensione di Mattia Nicoletti

Una vita in fumo, trascinata come il tubo al di fuori del camioncino dell'ultimo impiego. Un'esistenza al servizio dell' alcool, dell'autodistruzione. Aspirazioni da scrittore, forse autoconvinzioni, in continua ricerca di qualcosa che non sa e non vuole sapere. Henry Chinaski fa mille lavori, incontra una donna, due donne, gioca ai cavalli, vince per perdere. Perde per vivere.
Matt Dillon è un "flatliner" perfetto, di quelli che seguono la strada senza mai curvare, camminando lungo una linea retta che lentamente scende, scende, scende. Fino a toccare gli inferi.
La sua interpretazione è la magia di questo film. la sua esuberanza si quieta nel personaggio silenzioso e parco di parole di Chinaski, che non desidera niente e fa tutto quello che gli capita davanti (da qui Factotum) con l'obiettivo che segue i suoi movimenti con inquadrature spesso fisse, per ritrarre l'inespressività dei personaggi, figlia di un dolore che non appare mai e rimane dentro a macerare. È un destino senza speranza, addirittura una fine predestinata in cui l'alcool è l'unica medicina per rallentare il percorso verso la fine.
Il regista, in questa situazione, si limita a osservare, tingendo, con l'aiuto della fotografia, un mondo cupo e grigio, una provincia americana in cui la speranza si spegne lentamente e che costringe lo spettatore a soffrire, mettersi in gioco, ed entrare nel buio. Più Buio.

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FACTOTUM disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 25 luglio 2012
andyflash77

Chi abbia mai letto Charles Bukowski non può reprime almeno un balzo sulla sedia quando sullo schermo appare Matt Dillon sotto le spoglie di Henry Chinaski. Ubriacone, scrittore di talento che nessuno vuole pubblicare, sempre trasandato, sporco, barba ispida, sguardo intorpidito e occhi gonfi, animo eternamente rivolto alle donne ma quanto più possibile lontano dalla sobrietà. Vai alla recensione »

venerdì 19 gennaio 2018
Parsifal

Terzo esperimento cinematografico , in ordine di tempo, di trasporre le atmosfere suburbane di C. Bukoswky su pellicola ad opera di B.Hamer che si ispira al romanzo omonimo del vecchio Buck. Storie amare di whisky e malinconia, di incapacità di adattarsi ad una realtà avvertita come estranea e distante, rifugiarsi in una fuga senza fine, sulla strada di una certa ed inesorabile autodistruzione [...] Vai alla recensione »

martedì 8 marzo 2016
g_andrini

L'uomo, di sua natura, tende a finire nei problemi, è cosa normale. Il "bello" della vita è uscirne puliti, per quanto possibile. Bella pellicola.

sabato 4 dicembre 2010
ensciac

Come al solito i film non rispecchiano mai i libri. Comunque il film è accettabile, si può vedere.

mercoledì 10 giugno 2009
Elvis shot JFK

Per capire questo film bisogna aver letto Bukowsky. Molte scene sono "copiate" dal precedente film sempre dedicato allo scrittore "BarFly" (scritto da Bukowsy stesso) e Matt Dillon sembra lontanamente il vecchio Hank a cui siamo abituati.......troppo "figo" e poco "barbone"....... Tra i due vince sicuramente "BarFly"........guardatevelo.

Frasi
Jan era una grande scopatrice, aveva una fica stretta e lo prendeva come fosse un coltello che la stava uccidendo.
Una frase di Hank Chinaski (Matt Dillon)
dal film Factotum
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Dario Zonta
L'Unità

È difficile che un film riesca a restituire lo spirito e l'umore del mondo di uno scrittore ricorrendo al suo linguaggio, senza tentativi mani di plagio e illustrazione. Factotum, del regista canadese Bent Hamer ci riesce, trasfigurando la vita e l'arte di uno degli scrittori più intensi della letteratura americana del novecento: Charles Bukowski. Il film si ispira a un suo romanzo omonimo, ma compie [...] Vai alla recensione »

Stefano Solinas
Il Giornale

A Charles Bukowski è riuscito da morto quello che a nessun altro grande romanziere contemporaneo, è mai capitato: trovare un attore capace di incarnarlo con così tanta autorevolezza e naturalezza da resuscitarlo. È come se ogni bar frequentato dal romanziere, ogni bottiglia svuotata, ogni donna riempita, ogni lavoro perduto, tutto e sempre comunque nel nome della totale fedeltà alla scrittura, non [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

«Sono molto guardingo ad amare la vita, perché può prendermi, in giro se comincio ad amarla», dice Charles Bukowski a Fernanda Pivano nel 1982. Dunque, prosegue, «vado molto cauto. Continuo à osservare tutto». Come lui fa l’Henry Chinaski del suo Factotum (1975): attraversa la vita attento a non farsene lusingare e tradire, osservandola ironico. Nel frattempo, ne cava fuori quel che di buono ne può [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Anche se l'ha diretto un norvegese, Bent Hamer, già autore dell'acclamato Kitchen Stories, Factotum è emblema del cinema indie, non a caso scritto dal distributore di Jarmusch Jim Stark, che di quell'underground è un punto di riferimento. E poi c'è Lily Taylor che, pur essendo strepitosa, chiamano solo per produzioni simili, a interpretare la fattona o la lesbica, l'alcolizzata o la barbona, comunque [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

La faccia carina di Matt Dillon non rende giustizia all'acne che colpì il giovane Charles Bukowski, avviandolo alla lettura perché gli altri ragazzini lo prendevano in giro. Quando in una biblioteca trovò i libri di John Fante, si identificò con Arturo Bandini, e decise di mettersi a scrivere. Prolifico di suo, lo diventò ancora di più dopo l'accordo – stipulato alla soglia dei 50 anni – con la Black [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Chi ha letto Charles Bukowski o visto i film in cui ha avuto parte (Storie di ordinaria follia, di Marco Ferreri, da un suo romanzo, Barfly-Moscone da bar, da una sua sceneggiatura) sa che i suoi orizzonti sono locali periferici in cui ci si ubriaca fino all'alba e i suoi ambienti sono squallidi appartamenti ammobiliati da cui i suoi personaggi sono quasi sempre sfrattati perché si sono bevuti i soldi [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Henry Chinaski è l'alter-ego letterario di Charles Bukowski, lo scrittore (moderatamente) autodistruttivo dedito al wiskey e agli incontri gambe all'aria già portato sugli schermi da Marco Ferreri (Storie di ordinaria follia) e Barbet Schroeder (Barfly). Qui prende a prestito la faccia di Matt Dillon, che spende tutte le lezioni fatte col metodo Actor's Studio per infilarsi nella pelle del personaggio. [...] Vai alla recensione »

Massimo Lastrucci
Ciak

Beve e scrive, Hank Chinaski (alias Charles Bukowski). Scrive e beve, il resto è un attraversare la vita con il nichilismo zen di un beatnik non si sa quanto volontario. Subisce i lavori più precari così come gli amori più sbandati con sodali di sbornie (però con la minuscola Jan/Lili Taylor c'è molto di più, una complicità fisica e sociale in cui fa capolino anche la speranza di una consapevolezza [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
Vanity Fair

Presentato l'anno scorso a Cannes, un piccolo film indipendente americano ispirato allo scrittore Charles Bukowski. Henry Chinaski ha una quantità d'interessi nella vita: le donne, il gioco e l'alcol, che frequenta fino allo stordimento. Senza contare che gli piace la letteratura: la sua. Malauguratamente, per sopravvivere gli tocca passare da un lavoro all'altro; o meglio, da un licenziamento all'altro. [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Che sia tratto dalle opere dell'autore di Storie d'ordinaria follia scomparso nel 94 lasciando ancora inesauribile una raccolta di poesie postuma, Slouching Toward Nirvana, non è subito evidente. Certo che i conoscitori e amanti della sua letteratura come Matt Dillon che di Factotum è il protagonista riconosceranno subito Henry Chinaski, aspirante scrittore tra notti ubriache, lavoretti saltuari e [...] Vai alla recensione »

Luca Castelli
Il Mucchio

Caro vecchio Chinaski/Bukowski! Come non prendere in simpatia un personaggio che dedica la sua vita alle donne, alla birra, ai cavalli e alla scrittura? Come non lasciarsi trascinare nel suo mondo di carne, sigarette e alcool, scappando almeno per un'ora e mezza dal neotaylorismo indotto, piatto e superficiale dei nostri giorni? Factotum ci offre questo sollievo.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Una bottiglia per amica. Scorrono più liquori in Factotum, di Bent Hamer, che in un intero bar all’ora di punta. E il “lavandino” in cui tutti questo fiume di alcol finisce è lo stomaco di Henry “Hank” Chinaski, aspirante scrittore allergico dalla nascita al lavoro, qualsiasi lavoro. Non c’è fabbrica o retrobottega di negozio o cooperativa di autisti che possa andar bene: per qualche ora mette la testa [...] Vai alla recensione »

Raffaella Giancristofaro
Film Tv

«Ecco il problema di chi beve, pensai versandomi da bere. Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; e se non succede niente si beve per far accadere qualcosa». Solo uno tra i tanti, folgoranti aforismi di Henry Charles "Hank" Bukowski. Dropout, poeta e romanziere prolifico e tardivamente considerato sia dall'editoria ufficiale che dalla [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Ci sono molti modi per rovinare uno scrittore con un film. Uno dei più efficaci consiste nel fare dello scrittore stesso un personaggio. E' un rischio che gli autori autobiografici corrono con allegra incoscienza se non con deplorevole complicità, quale che sia il loro valore. Con Charles Bukowski le cose sono più complicate: il suo "personaggio" infatti esisteva già prima che il cinema si dedicasse [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Un uomo che si trascina alla deriva, guadagnando quel tanto che gli basta a procurarsi da bere, sopravvivere e avere di che comprarsi penna e carta per scrivere storie che nessuno gli pubblica. Incarnato da Matt Dillon il personaggio si chiama Henry Chinaski, alter ego dello scrittore Charles Bukowski (1920-1994) sul cui omonimo romanzo autobiografico si basa Factotum.

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