Anno | 1975 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Pupi Avati |
Attori | Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Gianni Cavina, Delia Boccardo, Alberto Plebani, Lucio Dalla Giorgio Celli, Bob Tonelli, Giulio Pizzirani, Pina Borione, Gianfranco Barra, Carla Mancini. |
MYmonetro | 2,51 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un albero di fichi situato nelle terre di un barone della bassa padana è da molti secoli oggetto di venerazione.
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CONSIGLIATO NÌ
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Un albero di fichi situato nelle terre di un barone della bassa padana è da molti secoli oggetto di venerazione. Il barone, storpio e ateo, un giorno vede una ragazza issata sul fico in atteggiamento benedicente e la scambia per la santa venerata dai suoi paesani. Subito l'aristocratico si converte e decide di dare i suoi beni a un istituto religioso. In realtà è stato vittima di un imbroglio e la santa è una prostituta che s'è prestata al raggiro.
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Primo vero successo di Avati(sceneggiatore col fratello Antonio).Comincia come una commedia acida con toni grotteschi talora strampalati,talora irresistibili e finisce come una vacua tragedia maliconica con molto meno interesse.Un'operazione ibrida che regge egregiamente finchè non comincia la "conversione" di Anteo,che già reca in se molti aspetti tpici dei futuri [...] Vai alla recensione »
"lA mAZURKA DEL BARONE, DELLA sANTA E DEL FICO fIORON E"(1975), di Pupi Avati, scritto con il fratello Antonio e con la collaborazione di Gianni Cavina, vecchio amico e collaboratore di Avati, vede, dopo un esordio un po'in sordina, di questo vero autore del cinema italianol, la presenza di due stars assolute del cinema made in Italy, un serissimo e dalla comicità solo involontaria, [...] Vai alla recensione »
Rivisto a distanza di molti anni e trovato ancor più bello e divertente. Tognazzi, Villaggio, Cavina e Dalla spettacolari!
C’è odor di paese fin dal titolo. È sapore di leggenda, di favola, di beffa di campagna. Ce li evoca Pupi Avati con i piedi ben saldi nella sua grassa terra emiliana, scherzando con fanti e con santi, iroso e pietoso, devoto e blasfemo, ora esaltato e tempestoso fino alla follia (la “follia” classica delle Romagne), ora perfidamente intento invece a giocare alla follia mettendo in burla anche quella. [...] Vai alla recensione »