| Anno | 2025 |
| Genere | Fantasy, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 74 minuti |
| Regia di | Virgilio Villoresi |
| Attori | Aomi Muyock, Giulia Maenza, Luca Vergoni, Lorenzo Talotti . |
| Uscita | giovedì 27 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Double Line |
| MYmonetro | 3,67 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 ottobre 2025
Un fantasy diretto da Virgilio Villoresi.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il giovane pianista Orfeo suona ogni sera in un locale, il Polypus, dove gli capita di incrociare lo sguardo di Eura Storm nel pubblico, e di venirne rapito. L'infatuazione sembra reciproca, ma la ragazza scompare, lasciando Orfeo nella disperazione. La rivedrà soltanto di sfuggita, mentre varca la soglia di un edificio non lontano da casa sua. Nel tentativo di inseguirla, scopre che la porta conduce a un mondo misterioso, presidiato dall'Uomo verde e popolato di creature immaginifiche come la Giacca, che è il diavolo custode dell'aldilà. Tra loro Orfeo si lancia, determinato a ricongiungersi alla sua Eura.
Tra il surreale e il fantasy, tra l'animazione e il reale, il primo lungometraggio di Virgilio Villoresi è una summa sorprendente e originale delle sue sensibilità artistiche, colte all'incrocio tra la rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice e l'eredità di Dino Buzzati, del cui "Poema a fumetti" il film è una trasposizione.
Finora Villoresi si è cimentato un po' con tutti i linguaggi dell'immagine creativa - dai corti alle pubblicità al videoclip, passando per la videoarte. Il suo immaginario personale li contiene tutti e ne è pervaso, tanto da spingersi in un'allegorica discesa negli inferi che è modernista invece di classica, favolistica più che tragica. Nel fondersi con Buzzati, un altro mescolatore di generi che in quell'opera esplorava il formato della graphic novel già nel 1969, la fascinazione per l'aldilà assume i contorni di un incubo magnifico, un parco giochi dai contorni molto tattili. Le componenti live action sono infatti girate in studio e in 16mm, artificiose eppure concrete, mentre gli slanci di animazione più visionari sono realizzati con tecniche artigianali e stop motion.
Giochi di specchi e di illusione che producono "immagini intrappolate nel tempo" e personaggi ossessionati dall'atto del vedere: è forse per questo che negli inferi-in-interni di Villoresi la fanno da padrone le finestre pittoriche, le aperture da e verso il paesaggio, la chiamata in causa della città, lei così ignara delle profondità oniriche che si celano dietro le sue porte all'apparenza più innocue.
In quella milanesità tanto cara a Buzzati (un po' smussata e resa meno novecentesca da Villoresi) c'è una villa dove avvengono metamorfosi, proprio come nelle tavole originali qui ricalcate in inquadratura all'inizio del film. A livello di adattamento siamo davanti a una sottile opera di riconfigurazione, che sa essere insieme fedele e radicalmente diversa. Un po' meno Dalì, un po' più di quella follia cinematografica che ricorda a volte un altro genio folle come Bertrand Mandico.
Il tempo di arrivare a destinazione in compagnia di Orfeo (Luca Vergoni, già visto ne La scuola cattolica e qui al lavoro soprattutto come paio di occhi catalizzatori della baraonda infernale) che il tutto si fonde assieme, uscendo fuori anche dai binari del mito per immettersi su quelli che conducono in stazione.
Love story all'insegna della fantasia e della sperimentazione, il film assale lo sguardo e la mente in egual misura, e rappresenta soprattutto un personalissimo tour de force per Villoresi, che mette in mostra un talento vasto e determinato. Come il suo protagonista, non si ferma mai a chiedersi se sia davvero il caso di proseguire la discesa; la risposta è un imperativo artistico quanto sentimentale.
La chiave sta nel nome della casa di produzione, Fantasmagoria, che letteralmente sta per "il rapido alternarsi o susseguirsi di immagini stranamente vivide e attraenti" oppure "una serie di supposizioni infondate che colpiscono esageratamente l'immaginazione". Una parola-mondo che certifica l'identità di Orfeo, presentato Fuori Concorso a Venezia 82, che segna il debutto nel lungometraggio di Virgilio [...] Vai alla recensione »
«Capita nella vita di fare cose che piacciono senza riserve, cose che vengono su dai visceri». Dino Buzzati raccontava così al lettore il perché del suo Poema a fumetti. Questo romanzo scritto e disegnato, troppo a lungo sottovalutato, se non dimenticato, che mette in scena un Orfeo divenuto cantante pop, alla ricerca della sua Euridice in una Milano underground, è diventato, adesso, il primo lungo [...] Vai alla recensione »
Basato sulla graphic novel Poema a fumetti (1969) di Dino Buzzati, l'opera prima (co-sceneggiata assieme allo scrittore Marco Missiroli) di Virgilio Villoresi è da intendersi innanzitutto come un grande trattato a favore di una concezione totalmente artigianale del cinema. Sì, perché al netto di tutti i riferimenti artistici e cinefili di cui il film è composto, a cominciare dal titolo stesso, che [...] Vai alla recensione »