Titolo originale | Fu Dou Ching Nian |
Titolo internazionale | Abang Adik |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Malesia |
Durata | 115 minuti |
Al cinema | 8 sale cinematografiche |
Regia di | Jin Ong, Ong Lay-Jin |
Attori | Kang Ren Wu, Jack Tan, Serene Lim, Kim Wang Tan, Bront Palarae . |
Uscita | martedì 30 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Tucker Film, Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,41 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 maggio 2024
Due fratelli dal temperamento molto diverso si trovano a dover affrontare un incidente che sconvolgerà le loro vite e il loro rapporto.
CONSIGLIATO SÌ
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Abang e Adik sono due giovani cresciuti orfani e fuori dal sistema, e per giunta costretti a sbarcare il lunario tra mille difficoltà nei bassifondi di Kuala Lumpur. Nonostante il legame tra loro sia così profondo da averli fatti divenire a tutti gli effetti fratelli, Abang e Adik differiscono nel modo di affrontare la vita: il primo, sordomuto, cerca di rimanere nella legalità mentre lotta per ottenere l'agognata carta d'identità, mentre il secondo si accontenta di documenti falsi e pericolosi traffici per conto di un gangster locale.
Strappalacrime ma con criterio, questa storia di una fratellanza speciale si "sdoppia" tra un vivace esempio di cinema sociale, che mette in mostra la proibitiva disuguaglianza nella società malesiana, e una svolta brusca dai toni più intimisti, che arriva al cuore autentico dell'appassionante rapporto tra i due protagonisti.
Un viaggio certamente specifico e radicato in un'istantanea di vita in quel di Kuala Lumpur (resa in una coloritura vivida e tendente all'acido di ottima fattura tecnica) ma che al tempo stesso si rivela astutamente progettato per essere emotivamente accessibile a una platea globale, benché a volte eccedendo nell'allestire una galleria di "maschere" troppo pittoresche e pietistiche attorno ai protagonisti.
Merito del regista Jin Ong, qui all'esordio dietro la macchina da presa ma non di certo alle prime armi, avendo già corposa esperienza come produttore. Il suo è un mix vincente, che non a caso ha portato il film al successo sia di critica che botteghino in patria.
Ne è il volto principale (nel ruolo di Abang) la star taiwanese Wu Kang-ren, disarmante per come riesce a coniugare l'autorità e la rettitudine della figura di fratello maggiore sui generis con una vulnerabilità fuori dal comune, per giunta recitando esclusivamente nella lingua dei segni. Il suo rapporto con Jack Tan è scavato in una tenera confidenza (il gesto ripetuto delle uova sode rotte sulle rispettive fronti) e reso ancora più profondo dalla comunione non di sangue che li unisce.
La prossimità e al tempo stesso la radicale diversità dei due rende Abang e Adik uno dei ritratti di rapporto fraterno più intensi del cinema recente (per andare ancora più in là occorre rivolgersi allo sconvolgente A cup of coffee and new Shoes on di Gentian Koçi), e si guadagna appieno la catarsi finale che la sceneggiatura lavora duramente per costruire.
Abang e Adik non sono fratelli ma si considerano tali. Entrambi senza famiglia, son cresciuti insieme, una prostituta trans si è presa cura di loro. Abang è sordomuto, lavora duro, la prima volta lo vediamo intento a macellare polli. Adik si tinge i capelli e cerca scorciatoie, sta nel giro di chi fabbrica e smercia carte d'identità false. La prima parte, frenetica, è bella senza se e senza ma, i protagonis [...] Vai alla recensione »
Muovendosi a perdifiato tra edifici fatiscenti e senza tetto nella periferia malese di Kuala Lumpur, gli orfani Abang e Adik si sono trovati e si sono scelti, diventando l'uno la spalla dell'altro. Il regista malese Lay Jin Ong, qui al suo esordio alla regia, racconta in modo accorato il legame che si instaura tra due anime sole, alla ricerca disperata di un posto nel mondo: il primo, ragazzo sordo [...] Vai alla recensione »
Nel film d'esordio di Jin Ong una coppia di orfani attraversa i bassifondi di Kuala Lumpur. Pur essendo nati in Malaysia sono senza documenti e quindi costantemente impegnati a tenere a distanza le autorità. Abang (Kang Ren Wu) è sordo e si accontenta di tirare avanti con piccoli lavori in un mercato locale. Divide la casa, in un quartiere vivace quanto povero, con Adik (Jack Tan), anche lui orfano, [...] Vai alla recensione »
Abang (Kang Ren Wu) e Adik (Jack Tan) non sono fratelli, ma da quando sono piccoli spaccano il guscio delle uova sode sulla fronte dell'altro prima di mangiarsele. Entrambi non hanno la carta d'identità, ma vivono a Kuala Lumpur e fuggono di continuo dalla polizia malesiana. Abang è sordomuto dalla nascita, per sbancare il lunario fa il tuttofare e risparmia il denaro guadagnato; Adik è invece un criminaluc [...] Vai alla recensione »
Niente pirati della Malesia. L'esordiente Jin Ong, produttore musicale e cinematografico, sceglie il set di un quartiere ai margini di Kuala Lumpur, Pudu Pasar, formicolante di gente intorno alle bancarelle di un gigantesco mercato. È lì che troviamo Abang, l'attore e modello taiwanese Wu Kan-Ren, intento a macellare polli, già metafora di crudeltà esistenziale.
È possibile vivere, se non addirittura sopravvivere, in una città che calpesta e rifiuta i suoi stessi cittadini? Sembra essere questo il conflitto principale di Come fratelli - Abang e Adik, il propulsore che mette in moto i percorsi dei due giovani protagonisti, fino a schiacciarne ogni sogno, idea o emozione. La Kuala Lumpur in cui sono nati e cresciuti è a tutti gli effetti un inferno urbano, fondato [...] Vai alla recensione »
Per sfidare il sistema, sostenersi a vicenda, e ragionare sul contemporaneo, la fratellanza è tra gli espedienti narrativi più cari al cinema. Non a caso "come fratelli" è un sottotitolo ricorrente, in film provenienti da luoghi diversi. L'ultimo esempio era stato Spike Lee, con il suo Da 5 Bloods, che da noi aggiungeva appunto il "come fratelli" al titolo originale.
La prima volta della Malesia sul gradino più alto del podio, al Far East Film Festival, ha un po' il sapore dell'ovazione. Trionfatore di questa 25° edizione è stato infatti Abang Adik di Jin Ong, cineasta abituato a "svettare" (anche in senso letterale: quasi una giraffa, a vederlo dal vivo), nelle vesti di produttore cinematografico e musicale, ma qui sorprendentemente al suo esordio da regista. Vai alla recensione »
È possibile vivere, se non addirittura sopravvivere, in una città che calpesta e rifiuta i suoi stessi cittadini? Sembra essere questo il conflitto principale di Abang Adik, il propulsore che mette in moto i percorsi dei due giovani protagonisti, fino a schiacciarne ogni sogno, idea o emozione. La Kuala Lumpur in cui sono nati e cresciuti è a tutti gli effetti un inferno urbano, fondato su un reticolo [...] Vai alla recensione »
Cartoline dal Far East Film Festival, edizione numero 25, in corso in questi giorni a Udine ma con un'ampia selezione di titoli disponibili anche in streaming grazie alla piattaforma One di MYmovies. Il mini viaggio in tre tappe inizia dalla Malesia e da un film che è una babele di genti oltre che di lingue (mandarino, cantonese e malay si mischiano e si sovrappongono in un caos che è lo specchio di [...] Vai alla recensione »
Ancora emarginazione. Ancora disagio sociale. Ancora rapporti umani minati alla radice, determinati da condizioni socio-culturali degradate. Già produttore musicale e cinematografico, il malaysiano Jin Ong esordisce alla regia con Abang Adik, presentato in concorso al Far East Film Festival di Udine 2023. Della capitale malaysiana Kuala Lumpur, Jin Ong sceglie innanzitutto di raccontare un quartiere, [...] Vai alla recensione »