Giacomo Debenedetti
Ecco un film che si espone non so quante volte al rischio di singolari riuscite, avanti di lasciarci definitivamente in una tonalità indecisa, che non soddisferà né gli amatori della farsa corpulenta, né quelli della farsa metafisica. Apposta ne abbiamo segnato come autori lo sceneggiatore ed il regista: la fisionomia residua del lavoro è quella di un curioso e sospeso conflitto tra le intenzioni (sceneggiatura) e la realizzazione (regia). La regia rispetta e fa trapelare le intenzioni della sceneggiatura, senza però lasciarsene imporre una condotta organica, uno stile; a sua volta, la sceneggiatura chiede teoricamente, intenzionalmente alla regia uno sforzo superiore, ma nello stesso tempo la mette in tentazione di abbandonarsi ai suoi soliti, abitudinari slittamenti. [...]
di Giacomo Debenedetti, articolo completo (4082 caratteri spazi inclusi) su 25 dicembre 1937