L'amore non basta mai

Lietta Tornabuoni

Sulla riva d’un lago gelato, in Da!ecardia, Svezia, una donna non giovane siede e comanda a se stessa: «Non piangere. Sei forte. Sei coraggiosa. Sei brava, sei brava...». L’amore non basta mai di Maria Bioni, 34 anni, teatrante, è il candidato della Svezia all’Oscar per il migliore film in lingua non ing1ese, è stato premiato nel suo Paese come miglior film e migliore sceneggiatura, ha vinto il Premio del pubblico al Festival di Rotterdarm. É in effetti un gran film, anche se racconta cose che sembrano piccole.
Una trentenne nubile che lavora cni successo a Stoccolma torna nel villaggio della provincia dì Dalecardia che aveva lasciato 15 anni prima, per la festa dei settant’anni del padre. Subito si trova soffocata dalla famiglia invadente, oppressiva, che la considera una poveretta perché non vive più con loro, una emigrata che non sa più parlare. I genitori, per darle l’aiuto che immaginano necessario, le regalano un terreno: il dono scatena l’ostilità delle due sorelle che lo volevano per sé, anche come possibile compenso dell’assistenza prestata a madre e padre.
Qui finisce la prima parte, la più bel1a del film che era una pièce teatrale messa in scena dall’autrice nel 2001, nella seconda parte meno controllata, la festa del padre, tutti si ubriacano di vodka, parlano, si confessano, insultano. Più ingenuo, semplice e toccante dell’ana1ogo film danese di Thomas Vinterberg, Festen, il film racconta con rara naturalezza, finezza e profondità i rapporti famigliari, la vita della provincia presuntuosa.
L’amore non basta mai non presenta alcuna volgarità, né un attimo di comicità sgangherata: come in tanti film scandinavi., riscopre la nobile intelligenza del cinema ben girato e benissimo recitato, niente affatto inutile.
Da L’Espresso, 13 ottobre 2005


di Lietta Tornabuoni, 13 ottobre 2005