Paolo D'Agostini
La Repubblica
Regista e produttrice annunciano che non sanno se come e quando il film potrà uscire negli Stati Uniti. La dice lunga su quanto scottino l’argomento e le modalità di racconto scelti da Gregg Araki per il suo Mysterious Skin, una favola inquietante e disturbante assai sulla pedofilia. Sperduti in una cittadina del Kansas due ragazzini che conosciamo a otto anni e ritroviamo a diciotto vivono due esistenze parallele condizionate dallo stesso trauma infantile. La corruzione subita dall’insegnante di baseball, in entrambi i casi ignorata da familiari distratti. Per Neil il trauma dischiude una scoperta di sé, il consegnarsi alla vocazione gay, a una pratica della prostituzione come professione di ribellione. Brian invece ha sepolto quell’iniziazione sotto l’amnesia e gli incubi, sotto la convinzione che nella sua vita ci sia stata un’interferenza extraterrestre. A dispetto dei tono buffo e patetico del versante Brian - almeno fino alla rivelazione finale - la parte riguardante Nelle i suoi incontri sempre più audaci e imprudenti è esplicita e violenta. L’attore che lo interpreta ha voluto dire che non gli piace l’attuale America manichea e che dello stile di Araki apprezza la rinuncia a indicare il bene e il male. E’ vero, e proprio questo rende il film un po’ allarmante.
Da La Repubblica, 4 settembre 2004
di Paolo D'Agostini, 4 settembre 2004