
Tra fischi e delusioni il festival del cinema di Venezia sta lentamente giungendo al termine e partono i primi pronostici
di Tirza Bonifazi Tognazzi
Toccava a David Lynch portare una ventata di innovazione e di speranza a questa sessantatreesima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, e il mistero che ha sempre segnato i lavori del regista statunitense ha coinvolto anche questa volta la stampa presente alle proiezioni mattutine, mentre per la sentenza del pubblico bisognerà attendere ancora qualche ora. INLAND EMPIRE verrà infatti presentato questa sera al tramonto, subito dopo la cerimonia di premiazione che vedrà consegnare a Lynch il Leone d'Oro alla carriera.
I primi ad aver potuto ammirare il nuovo capolavoro del celebre cineasta che giunge a cinque anni dal meraviglioso Mulholland Drive sono stati i possessori dell'accredito daily press, ovvero gli "eletti", coloro che portano al collo l'ambito pass di colore rosso. Quest'anno, per evitare i fischi in sala al termine delle proiezioni, gli organizzatori della kermesse veneziana hanno ben pensato di fare una distinzione tra i raffinati e i buzzurri, senza tener conto del fatto che sono proprio i giornalisti più "qualificati" ad esprimere il loro dissenso - forti del proprio nome e della propria testata - attraverso questa pratica da stadio.
Ma il direttore artistico Marco Müller non si allarmi, può tornare a passeggiare tranquillamente tra le vie del Lido, considerato che per contare qualche perla tra i film in (e fuori) concorso si arriva già a utilizzare entrambe le mani. Tra i preferiti troviamo infatti I figli degli uomini, Bobby, The Queen, La stella che non c'è, Coeurs, Fangzhu - Exiled, Ejforija - Euphoria e, nonostante la prima costernazione dinanzi a un lavoro tanto lento e silenzioso, anche I Don't Want To Sleep Alone. C'è chi metterebbe la mano sul fuoco che Alfonso Cuaròn tornerà a casa stringendo il Leone d'Argento (miglior regia), mentre per quanto riguarda la Coppa Volpi si vocifera che saranno Helen Mirren e Sergio Castellitto (rispettivamente miglior interpretazione femminile e maschile) ad aggiudicarsela.
Ma il mistero che avvolge la città lagunare sulla quasi totale assenza di star internazionali continua a mietere delusioni tra il pubblico pagante, giunto al Lido anche per avere uno scorcio del divo di turno. Sharon Stone, protagonista di Bobby, ha snobbato la Mostra ma i produttori giurano che le voci su un'esosa richiesta di compenso da parte dell'attrice sono false, tant'è vero che sarà presente al Festival di Toronto (siete tutti pronti a partire?); Nicolas Cage - che a Venezia ha ben due film, World Trade Center e The Wicker Man - ha fatto sapere di essere impegnato altrove, ma non si è ben capito se l'attore si trovi in America o in Thailandia per le riprese di Time To Kill; e mentre Gwyneth Paltrow è perdonata perché il suo ruolo in Infamous è davvero solo un cameo, Hugh Jackman, Hillary Swank e Luca Zingaretti che scusa hanno?