Il racconto dei racconti |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees.
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Titolo originale Il racconto dei racconti - Tale of Tales.
Fantasy,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Italia, Francia, Gran Bretagna 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 14 maggio 2015.
MYMONETRO
Il racconto dei racconti
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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GARRONE RACCONTASTORIEdi johnny1988Feedback: 5532 | altri commenti e recensioni di johnny1988 |
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domenica 24 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le reazioni del pubblico fuori dalla sala: "Magnifico", "Qualcuno me lo spieghi", "Non mi ha convinto fino in fondo", "C'è qualcosa che non mi spiego", "Orribile". Molti non superano le poche parole di commento intorno a Il Racconto dei Racconti, terza pellicola italiana al festival di Cannes, che nulla ha da invidiare alla professionalità e alla forza visiva degli altri film internazionali in concorso. In un periodo di trasposizioni intellettualoidi, facilone, d'effetto, maledettamente disneiane (almeno degli ultimi 10 anni), in cui risuonano superlativi di richiamo come "Più dark dei Fratelli Grimm", "Esperienza che vi lascerà col fiato sospeso", "un viaggio ai confini dell'inimmaginabile", solo per citarne alcuni, Garrone sfida le aspettative e mira alla semplicità spuria della fiaba classica. Con lo stesso diletto del cantastorie, non pretende l'ascolto né la ricerca del dettaglio; illustra le vicende così come sono, lasciando al pubblico la totale libertà di lasciarsi incantare e interpretarne il contenuto. Nel pieno rispetto della tradizione, Garrone rimonta gli archetipi della fiaba, riperlustra le ansie, i desideri, i vizi dell'essere umano, senza badare a diffondere un proprio giudizio, che non è compito del narratore, bensì dell'interprete. Filo rosso che tiene l'opera insieme, ben lontano dal gusto fetish o pulp, è il sangue come fluido vitale dove scorrono e si sedimentano l'animo e le pulsioni dell'uomo, quelle positive (la procreazione, l'amore, la conquista) e quelle negative (la morte, la repressione, la violenza), le quali, in una combinazione per quanto assurda che sia, costruiscono un equilibrio universale e imprescindibile. Fuori da qualunque tentativo (vano) di intellettualizzare un genere come la fiaba di rito, il piacere che deriva da Il Racconto dei racconti è senza condizioni, una degustazione che funziona senza necessità di troppi chiarimenti. I motori narrativi come la gelosia, il disorientamento, l'egoismo, la disubbedienza, l'intraprendenza e la follia sono in fondo tutti sottotemi del rito d'iniziazione. Se è vero che è di noi esseri umani che si parla, dei nostri miti e dei nostri mostri, in qualsiasi epoca, compito e diritto nostro è accettare o respingere liberamente la storia. Però, rifiutare uno spettacolo "sensazionale" (fotografico e scenografico, soprattutto) come quello che si palesa sullo schermo, perché ci si vuole - inconsciamente? - affidare a delle pretese di marketing (il maledetto trailer!) o alla ricerca di qualcosa di più "colto", è una triste contraddizione.
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