Harry a pezzi

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Un film di Woody Allen. Con Woody Allen, Judy Davis, Mariel Hemingway, Billy Crystal, Kirstie Alley.
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Titolo originale Deconstructing Harry. Commedia, durata 95 min. - USA 1997. - C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione uscita venerdì 6 febbraio 1998. MYMONETRO Harry a pezzi * * * 1/2 - valutazione media: 3,59 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Ricomponendo il puzzle si vedono le stelle Valutazione 4 stelle su cinque

di trimegisto85


Feedback: 1709 | altri commenti e recensioni di trimegisto85
lunedì 22 aprile 2013

Uno scrittore in crisi, che scopre il blocco della sua creatività in un momento sempre più complesso della sua vita, da sempre sulle righe; quando i nodi vengono al pettine Harry Block perde la sua identità e, come conseguenza, il suo essere artista, creatore di immagini e storie: dopo aver superato indenne ed egoisticamente tre matrimoni, svariate storie e tradimenti, pillole, prostitute e alcol si trova ad uno snodo quando la sua ultima fiamma, di cui si sente innamorato, sta per sposarsi con il suo alter ego fascinoso, meno talentuoso ma più vivo (Billy Crystal), proprio quando sta per ricevere un'onorificenza dal mondo accademico (troppo inquadrato) che lo aveva cacciato. E' un uomo a pezzi perché si è perso nella sua verità tutta personale fatta di cinismo, verità sputata in faccia, ricerca della felicità e della realizzazione. Quella artistica (il blocco dello scrittore) è solo la manifestazione di questo smarrimento: lotta con le sue origini ebraiche, accolte ma non difese a spada tratta; distanza dalla famiglia (il rapporte con il padre incrinato dalla sua nascita, causa della morte della madre); riconcigliazione mai cercata con le ex-mogli che subiscono una forte personalità che vuole realizzarsi al di sopra di ogni compromesso; paura di perdere il rapporto con il figlio, unico amore della sua vita ("ma amare un bambino è facile").
Harry è semplicemente fuori fuoco (come l'attore di un suo racconto), sa chi è ma non capisce perché i conti non tornano nella sua vita, visto che anche gli altri non riescono a vedere chi sia realmente.
Sarà proprio nei giorni precedenti al suo riconoscimento accademico che si dovrà confrontare con le ombre del suo passato, lasciarle libere e liberare di nuovo se stesso.
Allen crea un capolavoro che non credo sia ulteriormente perfettibile: non ricordo un momento in cui ho pensato di poter criticare una scena; anche il racconto narrativo ha una struttura del tutto particolare  ma quanto mai funzionale a raccontarci le varie anime di Harry: sfruttando i racconti brevi che il nostro scrittore ha composto e alcuni passi dei suoi romanzi si ricostruiscono i momenti centrali della sua vita passata, gli scontri che lo hanno fatto a pezzi; mentre nel viaggio verso l'ambito premio dovrà confrontarsi con tutte le comparse della sua vita che ha fatto soffrire (il cast è talmente completo che non serve elencare tutti gli interpreti, Chapeau).
Alla fine si scopre che il problema di Harry è Allen, il creatore di un personaggio a cui il regista si ostina a mentire come se fosse una qualsiasi delle sue ex-mogli: in questo senso è emblematica la scena in cui Harry incontra un suo personaggio (tratto da un romanzo autobiografico) che lo aiuta a far luce sul suo passato e sulle mosse future; solo dopo che sarà sceso nell'inferno del suo io capirà cosa fare e troverà la giusta verve, tornerà a riveder le stelle.
Per il resto c'è ironia, a volte pungente, svariate botte e risposte memorabili, momenti surreali kafkiani (che Allen richiama direttamente come suo modello nel film), divertimento esagerato che nasce dalla spregiudicatezza nel raccontare in maniera grottesca eventi che cambiano drammaticamente la vita di altre persone (la prima scena è un grande esempio): Allen è come un vagabondo in cerca di Dio (o meglio, di se stesso) che conosce l'impalcatura pericolante del mondo e, tuttavia, ci si muove sopra con agilità sicura e leggera alla ricerca di una promessa di assoluto a cui cede pur sapendo che non verrà mantenuta.
A noi basta seguire questo funambolo della vita come se fossimo in un circo e applaudire quando si spengono le luci.

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