Harry a pezzi |
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Un film di Woody Allen.
Con Woody Allen, Judy Davis, Mariel Hemingway, Billy Crystal, Kirstie Alley.
continua»
Titolo originale Deconstructing Harry.
Commedia,
durata 95 min.
- USA 1997.
- C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione
uscita venerdì 6 febbraio 1998.
MYMONETRO
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Un film di Allen col personaggio "tipico".
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lunedì 21 novembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il 1997 non e' stato, biograficamente considerando, un periodo positivo per l'attore-regista Allen: dissapori coniugali - il vendicativo libro di Mia Farrow - contrasti per il mantenimento dei figli. Ne abbiamo la riprova in questo film, dove appare un bambino e Harry Block viene affrontato dalla partner. "Harry, come lui, ha avuto - contando Soon Yi - scrive Baxter nella bella biografia del regista, tre mogli e sei strizzacervelli. I problemi con analisi, prostituzione, figli perduti, divorzio, riguardanti sia la vita reale che la fiction, vengono esibiti con feroce crudezza". E tra vita reale e fiction si muove appunto il personaggio di Harry Block, scrittore con "blocco" realizzativo, che nel finale ritrova, quasi pirandellianamente, tutti gli altri personaggi, lieti di essere stati "inventati" da lui. Pure Harry, a tratti, diviene "sfocato", fuori fuoco, esprimendo lo smarrimento della personalita' - c'e' pure la "discesa all'inferno", rappresentato come un "night-club" con perversioni sessuali - nella societa' d'oggi. Sembrerebbe dispersivo discorrere di questo e di altri films dell'Allen della maturita' senza ricercare, scrive nel bel saggio su Allen Gianni Bortolussi - "L'umorismo disperante di Woody Allen nella figura dello Shlèmiel ebraico " - temi, modi ed evoluzione "di quella figura della "commedia dell'arte ebraica" , che ne e' diventata quasi l'emblema, raffigurante la storia degli ebrei nei tempi moderni e che con qualche forzatura forse potrebbe assurgere a metafora dell'intera condizione umana: lo "shlèmiel". Questa figura, continua Bortolussi, "puo' diventare un utile "medium" alla conoscenza delle opere / degli intellettuali di origine israelita /, una chiave in grado di aprire le porte della loro identita' ebraica". Basterebbe, a conferma di questa tesi, la sequenza delle scenate della partner con il protagonista, ridotto a "maschera" di individuo in crisi e incapace di replicare. Si puo' tuttavia osservare che qui l'umorismo di radice ebraica lascia il posto ad una successione di situazioni appunto da "loser" o antieroe, che non fanno che confermare un'amara e disincantata visione della vita.
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