Lincoln |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader.
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Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 150 min.
- USA, India 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 24 gennaio 2013.
MYMONETRO
Lincoln
valutazione media:
4,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ambigua figura di Lincolndi Giulio VivoliFeedback: 2837 | altri commenti e recensioni di Giulio Vivoli |
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domenica 27 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E'forse il film di Spielberg meno spielberghiano, poca azione, pochi effetti speciali, poca tecnologia; lo spettacolo non è nel movimento ma nella staticità, non è nelle scenografie ma nella recitazione. Perché la seconda guerra di secessione rimane quasi sullo sfondo e lascia quasi totalmente il proscenio alla figura di Abraham Lincoln, presidente degli Stati Uniti e grande stratega politico. Spielberg violenta se stesso e il suo cinema spettacolare per adattarsi al ritmo della politica temporeggiatrice di Lincoln, alla sua oratoria ostentatamente lenta, alla pazienza nell'affrontare i suoi avversari per arrivare comunque al suo obiettivo politico finale: la fine della guerra attraverso l'abolizione della schavitù. Spielberg sceglie un inedito e mal doppiato (dal probabilmente incolpevole Pierfrancesco Favino) Daniel Lee Lewis,lontano dai ruoli duri e fisicamente primitivi di Nel Nome del Padre, Gangs of New York o Il Petroliere e ne fà un personaggio complesso,ambiguamente diviso tra un'apparente mitezza e umiltà e un cinismo politico sottile e machiavellico. L'ambiguità è nello sguardo basso e nelle inquadrature del suo viso sempre in chiaroscuro, a sottolineare le zone d'ombra della sua condotta politica: Spielberg lo raffigura quasi come una figura messianica al di sopra di tutto e di tutti e,come Cristo sceglieva i suoi discepoli e predicava alle genti, così Lincoln tesseva le sue alleanze politiche fino a comprare i deputati e teneva le sue oratorie da principe del foro, con ironia e una punta di acido sarcasmo, non esitando a mentire, se il fine giustificava i mezzi. E il film è qui, nell'esaltazione della figura di Lincoln più che dei suoi ideali, nell'accurata descrizione del suo stile, della sua strategia politica e del percorso tormentato più che degli esiti storici in sé,comunque fondamentali per la storia degli Stati Uniti d'America: l'abolizione della schivitù e la fine della guerra con la riunificazione degli Stati del nord e del sud. Soltanto nel finale del film affiora un minimo di patriottismo celebrativo: ma la storia è sempre sullo sfondo con la fine della schiavitù e della guerra, in primo piano il regista pone il discorso di Lincoln a Gettysburg, ma solo dopo aver annunciato la sua morte da Salvatore della Patria e averlo consegnato alla Storia stessa. Spielberg concede la retorica solo ai discorsi dell'uomo-Presidente e non agli ideali patriottici, in una pur impeccabile ambientazione d'epoca.
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