"A serious man". Un uomo serio. Un professore di fisica convinto di poter spiegare i fenomeni naturali attraverso il rapporto tra i numeri. Un padre che ignora le pulsioni sregolate e irrefrenabili dei due figli. Un marito che non sa giustificare nè contrastare il tradimento della moglie. Un uomo combattuto di fronte alle lusinghe del denaro o del sesso ammiccante di una vicina disinibita. Un cittadino che per pudore, unitamente ad una certa dose di codardia, non sa far rispettare i diritti più elementari. Un fratello la cui inettitudine travestita da pietà accetta ogni sorta di umiliazione. Accade di tutto nella vita dell'uomo serio Larry. Anche che nella sua vana ricerca della verità si imbatta in tre rabbini che non danno risposte esaustive, pur essendo convinti di averne. Pur pontificando con sprezzante ironia sull'aldilà durante il rito del bar mitzvah.
Insomma in questo film i Coen sembrano voler fare i conti proprio con tutto. Perfettamente consapevoli delle assurdità della vita, delle sue svolte improvvise, dei progetti mancati, delle regole disattese, delle colpe e delle pene, danno vita ad un affresco grottesco bellissimo ed imprevedibile. In un universo di sfavillanti domande senza risposte, prende corpo la storia di un uomo qualsiasi. Uno come noi chiamato a muoversi nella Storia senza il benchè minimo punto di riferimento. Immerso nel buio della notte non trova certezze nè nella ragione (che lo conduce irrimediabilmente al principio di indeterminazione), nè nella fede gravida di simboli incomprensibili e parole svuotate. Così non trova di meglio che restare immobile mentre tutto attorno a lui vorticosamente gira in attesa di un segno che se anche ci fosse sarebbe indecifrabile. Mentre il destino coi suoi tiri mancini lo beffa continuamente. Nonostante il registro sia sostanzialmente da commedia, un cupo pessimismo ammanta tutta la pellicola a partire dallo splendido prologo dove domina l'incertezza, fino all'ambiguo epilogo foriero di presagi nafasti.
Il mondo desacralizzato qui descritto non ha strumenti per ascoltare l'eventuale voce di Dio, col quale si pretende per altro di comunicare attraverso una lingua incomprensibile come quella insegnata nella scuola ebraica. Lingua che finisce con l'essere annichilita dalla vertiginosa voce di Grace Slick, mille volte più seducente di un passo della torah cantilenato ed indecifrabile. Voce così suadente da far breccia nella testa di un vecchio rabbino che non riesce ad esimersi dal citare i versi della sua canzone più nota come fossero una benedizione.
Ma se la ricerca di Dio non da i frutti sperati, non è negli uomini che si trova la soluzione alle questioni. Traditi negli affetti più cari, disillusi dalla ragione, beffati dal destino, non resta che accettare il mistero. Il mistero di un'esistenza incerta, breve e che non dipende da noi. Giobbe docet.
Il film gode di una sceneggiatura praticamente perfetta, un congegno filmico di gran classe dove convivono le situazioni più improbabili senza stridere mai. I caratteri più assurdi vanno a braccetto con le metafore più ardite. La fotografia dell'eclettico Deakins fa il resto con gusto, precisione ed attenzione al dettaglio oramai proverbiali.
Joel e Ethan Coen si distinguono ancora una volta. Davvero bravi. Bravi davvero.
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anna ferrari
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sabato 12 dicembre 2009
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libera il mistero...
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...se non vuoi che ti assalti alle spalle. si, l'estremo controllo imprigiona l'esperienza fino al ridicolo.
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toffolina
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domenica 13 dicembre 2009
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fa schifo
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se tu vedevi la sala che si svuotava, forse cambiavi idea, uno dei peggiori film mai visti....
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clavius
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lunedì 14 dicembre 2009
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a toffolina
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Sarebbe interessante leggere qualche argomentazione anche nelle critiche negative. Cosa significa che la sala si svuotava? La storia del cinema è piena di capolavori incmpresi dalle masse. Cosa credi che la gente facesse a spintoni per vedere un Fellini? Gradirei leggere anche qualcuno che non si soffermi a definire una pellicola noiosa, lenta, brutta, peggiore ... la nostra lingua è piena di aggettivi e sfumature che evidentemente nessuno sa più utilizzare. Non metto in dubbio che il film possa non piacere ma vorrei capire il perchè. Tutti ma prorio tutti quelli che lo criticano negativgamente lo liquidano con due righe scritte alla maniera di uno scolaretto delle elementari...
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paola di giuseppe
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venerdì 18 dicembre 2009
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a clavius: sfumature!?
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Sarà perchè l'orrore paralizza? Scherzo, clavius, comunque lo saprai, non è solo qui, frequento un sito dove è prassi costante scrivere anche solo nooooooooo! E poi l'aggettivazione è la sezione più avanzata nell'uso di una lingua, roba da veri iniziati ai misteri di Eleusi, e tu pretendi pure le sfumature!!!!!
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