The Life of Chuck

   
   
   

Responsabilit? dello sguardo Valutazione 4 stelle su cinque

di gabriella


Feedback: 21101 | altri commenti e recensioni di gabriella
martedì 4 novembre 2025

 Cosa rimarrà di noi, quando non ci saremo piu, se non l'importanza di ciò che siamo stati, non in termini di prestigio, ma semplicemente nelle piccole cose, negli affetti che ci hanno circondato e che abbiamo donato, nel dolore della perdita, nella responsabilità e nelle nostre passioni, nell'universo che ci abita e che rappresentiamo verso chi ci ama. Il film di Mike Flanagan è tratto da un racconto di Stephan King, un’antologia di quattro racconti ( il primo è “Mr, Harrigan’s Phone” dal quale Jhon Lee Hancoch ha diretto un film nel 2022 con Donald Sutherland”), qui in una versione introspettiva e agrodolce, lontano dalle atmosfere horror per cui è principalmente conosciuto. E’ un film a rebours, si inizia dal terzo atto, Marty Anderson, professore delle medie, mentre sta tornando dal lavoro, rimane bloccato nel traffico a causa del crollo di un ponte, nota un cartellone pubblicitario con raffigurato un uomo a una scrivania , dove campeggia una scritta rossa “ grazie Chuch per questi splendidi 39 anni” , immagini e messaggi che proseguiranno ovunque, in tv, alla radio, mentre il mondo sta scomparendo ingoiato da terremoti, alluvioni , la vita di Chuck finisce. Nel secondo atto, conosciamo finalmente Chuch Kranz che si sta recando al lavoro, giacca, cravatta e valigetta, per strada si ferma ad ascoltare un’artista di strada, una giovane batterista, affascinato dal ritmo, si scatena in una danza tra tamburi e rullanti coinvolgendo una ragazza che era appena stata scaricata dal fidanzato con un laconico sms, la danza continua anche quando Chuch avverte un forte mal di testa. Nel primo atto conosciamo l’infanzia di Chuck, la perdita dei genitori a soli 10 anni, accudito dai nonni materni, si appassionerà al ballo trascinato da una irresistibile e appassionante nonna, e con gli insegnamenti di un nonno scontroso ma affettuoso ( bravissimo Mark Hamil) e un luogo inaccessibile in casa, la cupola al piano superiore. The life of Chuch è un’ esortazione a vivere, consapevoli che ci sarà una fine, e in quell’istante il mondo finirà con noi,, ma sarà solo metaforicamente la fine del mondo fisico, gli altri continueranno a vivere e attraverso la memoria e i ricordi ognuno di noi sopravviverà perché ognuno rappresenta un universo, e nel primo atto si evidenzia l’importanza dell’ultimo sguardo al mondo, quando Marty Anderson , prima che le stelle si spengono sopra di loro, dice all’ex moglie che la ama. E’ sopratutto un invito a non farci paralizzare dalla paura del tempo, ( la cupola) ma di vivere ogni istante, di lasciarsi trascinare dal ritmo e danzare alla vita. E a tal proposito la sequenza del ballo in strada è strepitoso, così come lo sono Tom Hidleston e Annalise Basso, una scena iconica e rappresentativa che celebra la bellezza dell’esistere.

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