Non si sevizia un paperino |
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Un film di Lucio Fulci.
Con Irene Papas, Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Marc Porel, Tomas Milian.
continua»
Poliziesco,
durata 110 min.
- Italia 1972.
MYMONETRO
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Fulci stavolta non è un regista di genere
di LucaGuarFeedback: 5934 | altri commenti e recensioni di LucaGuar |
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domenica 5 novembre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lucio Fulci è un regista estremamente difficile da valutare e da inquadrare: sempre al limite tra cinema d'autore e cinema di genere, i suoi film certamente non passano mai inosservati, restano nella memoria, sono originali. Qui tuttavia il regista romano sembra girare il suo film più complesso e maturo, che si svincola dal genere horror anche se senza snaturare la propria vocazione iperbolica, esagerata e sfacciatamente violenta e cruda. Il film si snoda molto bene nell'intreccio tipico del genere thriller-giallo e nello spettatore rimane sempre alta la tensione e la suspence. La caratteristica che tuttavia differenzia questo film dagli altri di Fulci, anche da quelli ritenuti i migliori, è il fatto che qui il regista riesce a trattare dei temi effettivamente più impegnativi e articolati, su tutti il rapporto nord-sud Italia, la relazione del nostro paese con il sistema economico consumistico contemporaneo, la supertizione, i pregiudizi e la morale cattolica perbenista e moralistica che ancora in quegli anni andava imperversando in Italia. Le ambientazioni del Sud Italia sono davvero originali per i canoni dei film thriller e gialli italiani, e gli attori mostrano ottime prestazioni, su tutti la Bouchet e la Bolkan. Intensissima e tipicamente "fulciana" è la scena del pestaggio della Maciara da parte dei padri dei bambini uccisi, con una violenza "sfacciata" che non può non farsi riconoscere come tipica dello stile di Fulci e da cui trarranno spunto generazioni di registi. Lucio Fulci, sempre bistrattato dalla critica (e anche dai tribunali) per le scene politicamente scorrette dal punto di vista del pudore e della violenza, qui si supera, facendoci rifettere anche sul fatto che spesso i pregiudizi e le superstizioni generano il "sonno della ragione" che produce mostri e violenze, e che, d'altra parte, il moralismo delle istituzioni come la chiesa e, io aggiungerei, anche la morbida e accondiscendente omertà delle forze di polizia (carabinieri), spesso sono complici della violenza e dell'ingiustizia. Ottimo film da parte di un nostro (comunque lo si voglia giudicare) importante regista. Vale assolutamente la pena vederlo.
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