Ancora un bel film del regista romano. Bravissime le attrici protagoniste (anche quelle giovanissime), un pò meno gli attori (soprattutto Moretti stesso, sotto il profilo delle capacità recitativo-espressive, intendo).
Margherita Buy e Nanni Moretti, entrambi giudici, hanno un figlio scapestrato, che si ubriaca spesso e finisce addiritura in carcere dopo aver ucciso una donna investendola con l' auto (bravo anche il giovane attore). La madre, come spesso capita in questi casi, tende a difenderlo, mentre il padre è più severo.
Unica nota stonata, a mio avviso: il fatto questi non esprima mai segni della presumibile sofferenza personale causata da suo figlio, che non mostri ad esempio turbamento per il fatto che vada in galera e non voglia nemmeno provare ad aiutarlo. La sua figura risulta quindi un pò troppo una macchietta, un clichèe , difettando così di verosimiglianza. Ed esce fuori un certo moralismo esasperato, non so se di Moretti o dell'autore del libro Eshkol Nevo.
Alba Rohrwacher è forse la più brava delle protagoniste, ed esprime molto bene invece la sofferenza della moglie trascurata, che nella doppia maternità alla fine perde sè stessa, invece di realizzarsi.
Scamarcio è ossessionato da una temuta violenza a sua figlia mai avvenuta, ed è attratto dalla vicina minorenne Charlotte, che lo marca stretto; non resiste all'attrazione quando lei gli si offre nuda, ma in fondo è un bravo padre. Verrà infatti anche assolto in primo grado dall'accusa di stupro. La moglie invece deve essere un pò tonta, visto che viene a sapere dell'infedeltà coniugale ma pressochè nulla cambia, a quanto c'è dato di vedere, del suo atteggiamento verso il marito.
Un velo pietoso lo stenderei sul centro di raccolta beni per immigrati e sull'attacco di neofascisti razzisti, scena resa anche male dal punto di vista rappresentativo.
Francamente mi sembra parte del clichèe anche il figlio del giudice, anche lui con l'arnia in mano irrigidito nella parte di chi ha rotto i rapporti coi genitori, senza provare sentimenti in senso opposto, che è l'esatto contrario di Roberto- immobiliarista truffaldino- cognato della Rohrwacher, che invece soffre del taglio di ponti verso la coppia, anche se forse segretamente innamorato o attratto da lei. Lei che viene trattata costantemente come un oggetto, una moglie solo casa e figli dal marito sempre assente, che probabilmente sostanzialmente per insicurezza tiene il fratello lontano da loro.
Insomma una bella galleria di personaggi e di storie umane complesse e sofferte, che pone Nanni Moretti sicuramente tra i migliori registi italiani attuali.
Delicato e profondo, come sempre, lo stile del film così come la colonna sonora che ne accompagna lo svolgersi.
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