Hammamet

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Lider o Lader... Valutazione 4 stelle su cinque

di MAURIDAL


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venerdì 10 gennaio 2020

 Quando il cinema si occupa di personaggi della recente vicenda storico politica e cerca di ricostruirne la biografia attraverso episodi e testimonianze della cronaca ,allora si corre il rischio di essere parziali nella parte storiografica. Del  tutto libero di reinterpretare il personaggio il regista autore di cinema si muove quindi nell'ambito della finzione narrativa pur se verosimile o quasi aderente alla realtà dei fatti. E' accaduto in molti casi di recente cinema italiano d’ autore ,come  Sorrentino, Moretti  per i film su  Andreotti e Berlusconi, come  Bellocchio su Moro  Falcone , Buscetta. In Italia abbiamo una tradizione di cinema politico a cui rimando per eventuali approfondimenti, ma qui nel film di Gianni Amelio si tratta del personaggio Bettino Craxi uomo e politico alla fine del suo percorso sia politico che esistenziale. Si narra infatti dell'ultimo periodo di vita nell'esilio di Hammamet dove Craxi si rifugiò per sfuggire alle condanne definitive dei giudici nei vari processi di" mani pulite". Un film su di lui mancava all'appello e necessariamente il regista ha voluto riempire il vuoto per non sottrarsi ad un cinema realistico impegnato come nella sua ricerca da LAMERICA in poi . Il personaggio mai nominato col nome Craxi è il protagonista del film interpretato dall'ottimo e collaudato Pierfrancesco Favino che dopo Buscetta non teme rivali , come attore dalla faccia modellabile  e qui si conferma appieno non solo per la somiglianza ma per gli atteggiamenti , il modo di parlare gli accenti ironici insomma una totale identificazione col personaggio  ! Dunque un personaggio riuscito a cinema. Ma qui si tratta di un politico e per di più della recente storia politica italiana ,dunque  come non affrontare allora le mille domande che il film stesso ci pone già dalle scene iniziali dove un Craxi segretario del PSI trionfa nel congresso del suo partito che lo porterà a diventare premier di governo. Fin dall'inizio si inietta nello spettatore il dubbio che il politico non fosse genuino e sincero ,ma addirittura attore di se stesso recitante in una commedia ,  in un teatrino della politica italiana , dove tutti sono coinvolti ma lui di più per indole istrionica capace di esibirsi e di esporsi incurante e sprezzante in una bolla di super poteri , riconosciuti e apprezzati invece dal popolo , e per questo votato al successo totale. Il dubbio se fu vera gloria nell'avanzare del film si conferma , allorquando un altro personaggio Vincenzo , interpretato da Giuseppe Cederna ,alias Vincenzo  Balzamo    , un vero politico socialista   ,  interagisce nella storia di Craxi come un suo migliore amico e consigliere  inascoltato che già prefigurava in tempi migliori una fine ingloriosa e per molti versi drammatica sia del Partito Socialista che di tutti i suoi componenti a partire dal segretario. Di Vincenzo si narra  nel film come suicida dal giovane Fausto , il figlio , che viene accolto ad Hammamet da tutta la famiglia di Craxi per addirittura adottarlo come figlioccio . Il tutto avrà un senso poiché attraverso questo giovane ,  il vecchio e malato Craxi si racconta e lascerà attraverso un video le verità inconfessabili che potranno affondare l’Italia dopo morto. Le giovani generazioni sono simbolicamente rappresentate nel film da personaggi  come Fausto e Anita  figli rispettivi  di Vincenzo e di Craxi nella  narrazione , che li porterà a differenti posizioni critiche verso l’uomo sofferente e ormai alla fine dei suoi giorni. Il film non pretende posizioni ideologiche o peggio giudiziarie nei confronti di Craxi , si intravvede una consunzione del personaggio Craxi che lentamente porterà alla fine dell’uomo , morto di malattia , ma anche alla fine di una politica basata sul l’esercizio del potere ,tramite affarismi ,compromessi economici, finanza lecita e non. In molte scene Craxi mangia avidamente piatti di pasta e in una con l’ospite politico  di opposizione , alias Renato Carpentieri si lascia sfuggire,  mentre sforchetta nei due piatti la memorabile  battuta :ecco il magna magna ,frase tipica dedicata a tutto il ceto politico del periodo.  In ultimo giustifico la lentezza di ritmo del film con un azzardo di  paragone con i ritmi lenti e le pause lunghe dei discorsi craxiani ben resi da Favino nel film.                      In conclusione un film che non lascerà indifferenti quanti hanno conosciuto la politica degli anni ottanta , anche se con  una tagliente battuta forse rivolta oggi alla media di spettatori del film, Carpentieri dice: nessuno muore più di prostata !   ( mauridal). 

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