Martin Eden |
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Un film di Pietro Marcello.
Con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- Italia 2019.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 4 settembre 2019.
MYMONETRO
Martin Eden
valutazione media:
3,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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è un'opera d'artedi carloalbertoFeedback: 51360 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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sabato 7 settembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quella che Pietro Marcello ha realizzato è un’opera esteticamente riuscita che sfiora il capolavoro. Il regista utilizza in modo sapiente, esaltandoli, tutti i mezzi espressivi della settima arte, non sovrappone ma fonde armonicamente nel film, la colonna sonora, con la musica degli anni ottanta e la voce inconfondibile di Daniele Pace e di Teresa De Sio, la grande prosa, recitata in modo magistralmente teatrale da Luca Marinelli e Carlo Cecchi, le immagini della finzione e quelle tratte da filmati di repertorio dell’epoca o da vecchi filmini amatoriali in superotto, il vissuto intimo e familiare del protagonista, deprivato di cultura e di affetti, e la vita corale di un popolo di miserabili e di sconfitti, di diseredati e di lavoratori sfruttati, scene di primi piani di volti che trapassano lo schermo e paesaggi sfumati ripresi in lontananza, ad evocare, insieme, immediatezza e partecipazione all’azione e nostalgia struggente per ciò che, passando fugacemente, non torna. L’emotività dello spettatore è raggiunta e coinvolta attraverso lo stimolo di tutti i sensi in gioco nella fruizione filmica, stimolando, contestualmente, la riflessione su alcuni temi che sono stati e restano cruciali per ogni uomo che ambisca ad una maggiore consapevolezza di sé come individuo sociale. Le conclusioni di London, di Eden e di Marcello sono parimenti disperate. La sovrapposizione delle storie e dei luoghi è compiuta. Attraverso la vita di Eden vediamo in parte la vita di London e scorgiamo, forse, quella dell’autore, alla San Francisco di Eden-London si sovrappone la Napoli di Marcello. Le immagini vere degli emigranti che fanno la valigia, serrandola con lo spago, gettano un ponte tra le due realtà. L’individuo schiacciato, in Patria, dalla miseria e dallo sfruttamento, attraversa l’oceano e va in terra straniera, dove troverà un nuovo padrone ad attenderlo. Per il protagonista non v’è riscatto possibile, né la cultura, né l’amore, né il successo, ridanno all’individuo quel che la società gli ha sottratto fin dalla nascita, ossia la libertà, che per Martin Eden si può concretizzare esclusivamente nella creatività e nella realizzazione dell’opera d’arte. Martin Eden riconosce il proprio fallimento di artista e quindi l’esser vissuto invano, proprio perché intimamente convinto che una vita non ha senso se non si appropria di se stessa, autodeterminandosi nella libertà intesa come creatività. Fortunatamente, per i comuni mortali, altri mezzi sussistono per raggiungere lo scopo, anche senza essere artisti, ed altre strade avrebbe potuto seguire lo stesso Martin per vivere una vita felice. Al bivio tra due mondi e tra due modi di vivere all’opposto, quello della cultura disillusa e scettica incarnato dal vecchio poeta mentore e quello degli affetti e del sentimento, rappresentato dalla popolana vedova con due figli che conduce un’esistenza semplice ma serena, Martin sceglie la via che si rivelerà, soltanto a posteriori, essere quella sbagliata. Il tentativo di riscatto dall’ignoranza lo sprofonda in una condizione di amarezza esistenziale ed il ritorno alla scelta iniziale diventa per lui impossibile. Si ripropone l’errore biblico primordiale dell’umanità, l’avere attinto all’albero della conoscenza voltando le spalle all’amore e disobbedendo all’Assoluto, in chiave romantica, con l’eroe, in primo piano, che affronta, titanicamente, il mondo, nello sforzo immane di affermare la propria personalità, ribellandosi alle convenzioni ed ai precetti della società moderna, quale nuovo Assoluto dominante e soggiogante l’individuo, nelle idee del darwinismo sociale di Spencer, di cui Martin è un avido lettore, e nelle più moderne scienze della sociobiologia e della psicologia evoluzionistica. Ma se per l’individuo rimane sempre una strada alternativa da percorrere, la conoscenza, l’amore o l’arte, per il popolo, invece, il destino sembra segnato. L’annuncio di una guerra, che è già stata, ne preannuncia un’altra, che si farà, come afferma, in un cameo, lo storico Giordano Bruno Guerri, proprio grazie al popolo.
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