Ammetto di aver fatto una certa fatica ad entrare in sintonia con questo film.
Fino ad oltre la metà non sono riuscito a farmene un’idea ben precisa, non capivo se questo continuo inserimento di spezzoni documentaristici, a volte veri, altre volte ricreati ad hoc, altre ancora sbilenchi, ricolorati o mescolati tra finzione e realtà, fosse un tentativo stilistico coraggioso, per gran parte riuscito e funzionale alla storia, oppure se stessi assistendo solo a una confusionaria messa in scena, la cui finalità non era del tutto comprensibile.
Alla fine ha prevalso la prima sensazione e, seppur non raggiungendo apici personali di entusiasmo, devo riconoscere che questi spezzettamenti, oltretutto cronologicamente disordinati e a tratti incoerenti, rispetto alla linearità con cui procede la storia, creano quasi paradossalmente un effetto di dinamicità che arricchisce e movimenta il film in maniera piuttosto originale.
Intendiamoci, la funzionalità di questo approccio frammentario è quasi puramente stilistica, perché il film potrebbe reggere tranquillamente anche se fosse stato girato in modo più tradizionale. E questo grazie soprattutto alla magistrale interpretazione di Marinelli che, con sguardo sempre intenso e un po’ perso, al confine tra il sornione e la sorpresa e con un corpo imponente, che si muove costantemente in un mix di impaccio e irruenza, rende credibile e realistico anche sul grande schermo il personaggio letterario nato dalla penna di Jack London. Un personaggio forte e tenero, un’anima pura, mosso da un fuoco interno, che cerca un riscatto sociale con grande determinazione, attraverso lo studio, la cultura, che compie qualsiasi impresa, impara, pensa, ama con la stessa passione e intensità, che cresce e progredisce fino a raggiungere il suo sogno, affermarsi come scrittore, essere finalmente libero, per poi accorgersi di non sapere che farsene di questa libertà, che il fuoco che lo alimentava si è lentamente spento e non gli ha consentito di fare pace con il mondo, con la vita e con se stesso.
Ma a ben vedere il continuo mescolamento tra finzione e immagini più e meno documentaristiche ha anche un’altra funzione, quella di coprire e parzialmente risolvere alcune discutibili scelte narrative, dovute a certi cambi di scena poco curati o troppo sbrigativi (anche se probabilmente voluti), specialmente nei rapporti tra Martin e Elena (interpretata da un’attrice poco espressiva, non all’altezza del ruolo) e a una scansione temporale molto ondivaga e poco coerente: il film che sembra iniziare verso la fine degli anni 50 e, come già accennato in precedenza, procede linearmente, seguendo l’evoluzione del personaggio protagonista, mostra certe sequenze, come quelle delle assemblee sindacali con la presenza di fascisti in camicia nera, che invece fanno pensare a periodi precedenti, oppure come nella parte finale ha un’ambientazione più vicina ai giorni nostri, che poi però non è supportata (ad eccezione che per Martin) da un effettivo cambiamento degli altri personaggi, Elena rimane sempre uguale, così come Maria e il suo bambino.
Anche se il film ruota interamente attorno al personaggio protagonista che compare praticamente in ogni scena oppure è evocato da altri (sempre di lui comunque si parla), i personaggi secondari funzionano piuttosto bene, specialmente quelli solo brevemente accennati (la sorella, il cognato, Nino, Maria, i bambini…). Meno bene quello di lei, come già detto, anche se quando un personaggio non funziona a livello recitativo la colpa è sempre da condividere tra regista e attore. E probabilmente un personaggio che avrebbe meritato un rilievo maggiore è quello di Russ Brissenden, il cui ruolo chiave nell’evoluzione di Martin risulta forse non del tutto chiarito.
Poco altro da aggiungere, oltre al fatto che pure Napoli fa la sua parte.
E’ un film che merita la visione, ha una durata d’autore (oltre le due ore), ma non stanca, ne annoia mai e si eleva dalla media del panorama cinematografico italiano per originalità e coraggio.
[+] lascia un commento a jack beauregard »
[ - ] lascia un commento a jack beauregard »
|