Charlize Theron è un'attrice sudafricana, produttrice, produttrice esecutiva, è nata il 7 agosto 1975 a Benoni (Sudafrica). Charlize Theron ha oggi 49 anni ed è del segno zodiacale Leone.
Charlize la divina; potremmo esordire cosi per parlare di quella che è probabilmente una delle donne più belle del mondo.Un sorriso dolcissimo, un volto solare e sofisticato unito ad un corpo mozzafiato, fanno di lei una creatura semplicemente incantevole.Ma col passare del tempo questa giovane ha dimostrato di essere molto più di tutto questo! L'attrice, è nata in una fattoria nei pressi di Benoni in Sud Africa; i genitori, la madre tedesca e il padre francese sono facoltosi proprietari terrieri e possiedono un'impresa di costruzioni stradali. Figlia unica, Charlize, inizia all'età di sei anni a prendere lezioni di danza, per poi iscriversi ad un collegio di Johannesburg in Sud Africa, per affinare le doti di ballerina.
Nel 1991, una tragedia stravolge la vita della ragazza appena quindicenne; la madre dopo numerosi episodi di violenza subiti dal marito, lo uccide per autodifesa, salvandosi anche dall'accusa di omicidio. Il tempo passa in fretta e la giovane riesce a superare la terribile vicenda. Inizia cosi una nuova vita per Charlize; dopo aver vinto numerosi concorsi di bellezza parte per Milano e lavora come modella per un anno. Ed è proprio nella città della moda che la biondissima attrice gira il celebre spot della Martini in cui il suo mini-abito si sfilaccia, lasciando intravedere il fondoschiena! Ben presto però, la ragazza scopre che il mondo delle passerelle non fa per lei, quindi, dopo un vano tentativo di tornare al suo primo amore, la danza ( stroncato da una lussazione al ginocchio), decide di trasferirsi con la madre a Los Angeles, con la speranza di lavorare nel cinema. Detto fatto! Una volta negli Stati Uniti viene notata da un agente che, dopo averla scartata per il ruolo principale in Showgirl (fortunatamente, considerato che il film è stato un vero flop), la scrittura per un cameo nell'horror Children of the Corn III.
Nel 1996, arriva la sua la sua prima parte importante nel thriller Due Giorni Senza Respiro accanto a James Spader, dove l'attrice indossa i panni della sensuale Helga.Seguiranno Music Graffiti diretto da Tom Hanks e L' Avvocato del Diavolo a fianco dello straordinario Al Pacino.
Il 29 febbraio 2004 arriva per Charlize la consacrazione definitiva, quando ottiene l'oscar come migliore attrice protagonista nella pellicola drammatica Monster: biografia di Aileen Wuornos, prostituta pluriomicida, condannata a morte e giustiziata in Florida nel 2002.In questo film Charlize, ricoperta da un trucco che la rende particolarmente sfigurata, ci regala un'interpretazione magistrale e struggente.
Sempre nel 2004, la diva è co-protagonista assieme all'impeccabile Geoffrey Rush, della pluripremiata biografia di Peter Sellers, Tu Chiamami Peter, di Stephen Hopkins. Ventiquattro mesi più tardi, riceve la seconda nomination agli Academy Awards per la struggente performance della coraggiosa Josey Aimes in North Country. Dopo aver indossato le vesti della guerriera fantascientifica di Aeon Flux, la Theron, impersonerà di nuovo l'astuta Stella nel seguito di The Italian Job.
Per quanto riguarda la sfera sentimentale, la star è fidanzata con il collega Stuart Townsend.
È detto Monster, mostro, l’ultimo personaggio della bellissima CharlizeTheron. Si chiamava Aileen Wuornos, morì nell’esecuzione della condanna alla pena di morte nell’ottobre 2002. Era una giovane donna con gli occhi disperati, cresciuta a Troy nel Michigan. La madre l’aveva abbandonata da piccola, il padre s’era ucciso nella prigione dove scontava una pena per molestie sessuali a minorenni. Era vissuta per strada e nei boschi. A tredici anni era incinta, poi aveva abitato in motel o stanze in affitto in Florida, prostituendosi sull’autostrada per campare. Nel 1989 uccise uno degli uomini con cui era andata; nell’anno seguente ne ammazzò altri cinque. La arrestarono nel gennaio1991 in un bar di Port Orange: portava un fucile non autorizzato. Prima dell’esecuzione, quando aspettava nel braccio della morte, la definirono «lesbica antiuomo», «emarginata sociale», «prima serial killer femminile americana», «eroina femminista dell’autodifesa».
«Io capisco l’oscurità, capisco il buio», dice l’interprete di Monster, diretto dalla regista debuttante Patty Jenkins: CharlizeTheron aveva quindici anni quando suo padre, bevitore e violento, aggredì sua madre che gli sparò, lo uccise e non subì alcuna accusa o processo per via della legittima difesa. Prima dell’orribile storia, c’erano stati un’infanzia confortevole a Benoni in Sudafrica. non lontano da Johannesburg, e annidi scuola di danza Dopo, il lavoro di modella (a Milano, per Blumarine), negli spot pubblicitari (per Martini & Rossi, era la ragazza il cui vestitino di maglia si sfilava poco a poco lasciandole il sedere seminudo), per la televisione, per il cinema. Adesso ha ventotto anni, è stata produttrice di tre film (compreso Monster, girato con pochi soldi in 28 giorni), ha fatto ricorso all’ipnosi per smettere di fumare, sta con l’attore inglese Stuart Townsend. In 8 anni ha interpretato 23 film, inclusi Celebrity e La maledizione dello scorpione di giada di Woody Allen, Leregole della casa del sidro di Lasse Hallstrom, la biografia televisiva di Peter Sellers in cui impersonava Britt Ekland.
CharlizeTheron sudafricana non è soltanto una grande bellezza bionda con gambe straordinarie e una brava attrice: sembra rappresentare al meglio tutto il gruppo di non-americani anglofoni provenienti dai mondi più lontani (Nicole Kidman australiana, Peter Jackson del Signore degli anelli neozelandese, Peter Weir di Master& Commander australiano, Jane Campion di In the Cut e Russeil Crowe neozelandesi, Mel Gibson australiano) che hanno iniettato nel cinema americano una energia nuova, una forza vitale, una nuova voglia di fare.
Da Lo Specchio, 21 febbraio 2004
Lietta Tornabuoni
Lei è bellissima e alta poco meno di un metro e ottanta, ma a colpire non è tanto il suo splendido corpo quanto il volto. Ha una pelle fantastica, il naso piccolo e naturale, la bocca dalle labbra piene, lineamenti così perfetti che si può stare a contemplarli come un quadro. Il suo nome è Charlize Theron ed è diventata nota a milioni di telespettatori italiani grazie allo spot della Martini in cui indossava le vesti, poche, della bella bionda che tradisce il vecchio Onassis di turno per un giovane moro e va da lui mentre il filo del suo abitino si disfa e le scopre le natiche, tonde come le guance di un bambino.
Ma il passato di modella e il successo dello spot non l’hanno domata. Charlize ha avuto infatti la forza di stare a guardare per un anno, rifiutando offerte vantaggiose, fino a diventare prima una delle muse di Woody Allen e poi una delle dive più importanti e celebri di Hollywood, capace di vincere l’Oscar con Monster. Il suo nome è stato accostato a quello di George Clooney: se il loro flirt fosse andato avanti, i figli avrebbero potuto sfiorare il Guinness dei primati quanto a bellezza. Lei invece si è accontentata prima di un musicista rock, Stephan Jenkins del gruppo Third Eye Blind, poi di un attore irlandese, Stuart Townsend, e continua a viaggiare accompagnata dalla mamma, Gerda.
La signora è una donna graziosa, di statura media, cioè molto più piccola della figlia, con un sorriso sereno che si allarga quando parla con Charlize e quando racconta dei suoi cani e soprattutto di Orson, un bastardo nobilitato dal sangue di un dalmata che le ha fatto letteralmente perdere la testa. Il cane è italiano, ha imparato l’inglese e nutre passioni ardenti, che manifesta arrondando il muso tra i seni delle signore e signorine che incontra, confermando così la sua origine di playboy italico.
Ho incontrato la prima volta Charlize quando cominciava a lavorare come fotomodella in Italia, poi l’ho vista a Los Angeles, durante il megaparty di Valentino per i suoi quarant’anni di attività, e a Milano, quand’era ospite di Anna Molinari per una sfilata della Blumarine.
Con i capelli ondulati come un cherubino non ha niente della bomba sexy, ma è piuttosto un’attrice dalle mille facce impegnata in ruoli difficili, una giovane donna sensibile e spiritosa che capisce un po’d’italiano e non perde occasione per coccolare affettuosamente la mamma. La domanda maliziosa che le rivolge, «Mamma, preferisci Orson o me?», e i bacini che le schiocca sulle guance non servono per affascinare il pubblico, perché al Four Seasons, dove pranziamo, siamo in quattro gatti.
Se Charlize mangiasse sempre come l’ho vista fare, sarebbe grassissima, dato che divora l’antipasto, la mozzarella, il pomodoro, la pastasciutta, le verdure, l’insalata e il dessert con il gelato. Ma forse è una di quelle donne benedette da un metabolismo che distrugge una montagna di profiterole riducendoli al valore calorico di una tisana alla menta.
Eppure, davanti a tanta grazia e bellezza, la mente non può fare a meno di ricordare quanto un destino doloroso e crudele abbia colpito Charlize. E stato il confronto, e lo scontro, tra una bella e una bestia. E la bestia era feroce, era la dipendenza dall’alcol di cui era vittima suo padre, Charles, quando la famiglia viveva ancora a Benoni, un paese del Sudafrica vicino a Johannesburg.
Le sofferenze di Charlize e della madre, sottoposte quotidianamente alle angherie e alle violenze di un uomo in preda all’alcol, sono state lunghe e drammatiche. E una storia di ordinaria follia e di abusi che umiliano, distruggono e portano sull’orlo della pazzia anche i familiari. No, non è stata una fiaba quella di Charlize. E stata una storia nera per lei e per la madre, la dolce, simpatica signora che adora i cani ed è innamorata del bastardo Orson, una creatura pelosa che ha saputo darle la tenerezza e l’affetto disinteressato che tanto a lungo le sono mancati. Quella storia è stata tanto terribile da portarla alla pazzia. Ha ucciso, con un colpo di pistola, l’uomo che era diventato un nemico e la stava distruggendo a poco a poco, l’uomo che aveva sposato con la ‘promessa di essere amata e protetta nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza, e che poi era diventato un “mostro” dominato dall’alcol e capace di picchiarla a sangue.
La giustizia l’ha assolta per legittima difesa. Non c’è bisogno di grande fantasia per immaginare che, nell’inconscio di Charlize Theron, resterà per sempre come un incubo la memoria della tragedia. Non bastano il successo, il denaro e l’amore per compensarla di ciò che ha passato. Il fatto di essere ammirata e desiderata da tanti uomini le riporterà per sempre alla memoria l’unico che avrebbe voluto diverso: il padre. Charlize, la bambola bionda, la bella, vorrà sempre ricompensare la madre per le sofferenze patite, perché penserà sempre che la vera vittima è lei, la mamma, e non l’uomo che ha ucciso. Non ci saranno né successo né celebrità capaci di darle, come nelle favole, la possibilità di cancellare la bestia per far risorgere il padre che avrebbe voluto.
Da Chi, Agosto 2004
Chi ha detto che la bellezza rende più facile l’approccio con il mondo? prendete Charlize Theron: bella, bionda, un passato da top mode! e qualche incursione nella pubblicità (le sue forme generosamente esibite in uno spot la fecero diventare un’icona sexy). Eppure, per vedere riconosciute le sue qualità d’interprete, l’affascinante Theron è dovuta venire a patti con uno dei cliché più abusati, che vuole un’attrice bella sostanzialmente inadatta a ruoli “di peso”. Ma dato che Charlize è tenace, eccola trasformarsi in una specie di caricatura di donna: bolsa, violenta, spietata e disperata Ed è proprio Aileen Wuornos, la killer sgraziata, lesbica e psicopatica protagonista di Monsters, che le “regala” l’Oscar nel 2004. Memore della lezione, la Theron ha bissato per gli Academy Awards 2006, dove è candidata come migliore attrice protagonista con North Countzy -Storia di Josey (già in sala). Anche in questo caso l’attrice non ha puntato sul sex appeal (anche se in un’intervista ha dichiarato che «Josey si veste molto più sexy di quanto faccia io nella vita di tutti i giorni») e si è calata nei panni di una donna che torna nel natio Minnesota per sfuggire a un marito violento e alcolista. Due figli a carico, Josey trova lavoro nella locale miniera di ferro e scopre un mondo dove le “femmine” non sono bene accette. Oggetto di vessazioni, soprusi e violenze, la donna decide di denunciare la situazione e deve affrontare un processo traumatico, isolata e bistrattata anche dalle colleghe che subiscono le sue stesse angherie ma non si ribellano per non perdere il posto. Il film della regista neozelandese Niki Caro si muove sul filo di un realismo scomodo (la storia “romanza” un fatto di cronaca) per buona parte del suo svolgimento, ma non rinuncia a un pacificatorio happy end, con Josey “premiata” del suo coraggio. Un ruolo “vero” e combattivo, quello di Josey, che ha posto Charlize in lizza per l’ambita statuetta (con lei, nella categoria miglior attrice non protagonista, anche Frances McDormand, che interpreta l’amica Glory), dimostrando - una volta di più - che la sudafricana possiede spessore oltre che presenza. Ma non abbia timore chi ne apprezza la bellezza Charlize non si è certo votata solo al cinema “d’impegno” (al momento destinato a “castrarne” lo charme). Dal 24 febbraio sarà infatti sugli schermi con Aeon FIux tratto dalla serie d’animazione di culto creata da Peter Chung per Mtv. Sfoggiando un look futuribile - caschetto nero, aderenti tutine che esaltano una sensualità sfacciatamente esibita e capace di diventare una vera e propria arma - la Theron è un’assassina professionista in un mondo fantascientifico e solo all’apparenza perfetto. Un action movie per il quale - con ironia - la Theron ha dichiarato di aver “applicato” i suoi ultradecennali studi di ballerina classica.
Da Film Tv, 21 febbraio 2006
Alla domanda da un milione di dollari (Ma Hollywood è una fabbrica di sogni o di illusioni?) pochi potrebbero rispondere meglio di Charlize Theron che ha vinto un Oscar con Monster nel 2003, diventando una serial killer brutta e sporca (15 chili di più e i denti finti), e quest’anno ha ottenuto una nuova nomination con North Country, mettendosi l’elmetto da minatrice e sporcandosi la faccia di fuliggine. È diventata una tale campionessa di trasformismo che Fabio Falzone ci ha costruito una puntata della sua trasmissione I Top della settimana su Sat 2000, all’insegna del paradosso: per essere considerate brave bisogna essere brutte? E se anche quelle parti vanno alle belle, che cosa rimane alle povere brutte? Non a caso lei è stata definita Dottor Charlize e Miss Theron. Piace agli uomini (il numero di maggio 1999 di Playboy, col suo nudo spettacolare, è uno dei più richiesti su Ebay.com) ma non inquieta le donne, tanto che a sceglierla nei suoi due ultimi film sono state due registe, in odore oltretutto di femminismo. In North Country la neozelandese Niki Caro al suo esordio americano dopo aver raccontato la splendida favola La ragazza delle balene. In Aeon Flux, Karyn Kusama, già autrice di Girlfìght, su una ragazza ribelle e tosta che voleva entrare nel mondo macho della boxe.
Alta 1,77, con tutte le altre misure in proporzione, Charlize è credibile sia in jeans e tuta di lavoro extralarge di North Country, sia nella calzamaglia nera attillatissima di Aeon Flux. Sintesi mirabile delle due diverse facce di quella medaglia che è stata la sua carriera. In Italia non ce la ricordiamo forse ancora per quel filo malandrino che lentamente disfaceva il suo vestito nello spot del Martini? E il primo film degno di nota non è stato il neo-noir Due giorni senza respiro in cui il suo personaggio di perfida maliarda se le dava di santa ragione con Teri Hatcher in un catfight così violento da suscitare l’ammirazione di quell’autorità in materia che è Quentin Tarantino?
In 10 anni Charlize ha girato 25 film, spesso accontentandosi di particine pur di esserci. L’hanno, continuamente scoperta in tanti, da Tom Hanks (Music Graffiti, ‘96) a Taylor Hackford (L’avvocato del diavolo, ‘97), a Woody Allen (Celebrità, ‘98). Era arrivata a Hollywood da New York, dopo aver dovuto interrompere la sperata carriera di ballerina per un incidente al ginocchio e aver detto basta a quella di modella. Fu scoperta in una banca mentre litigava con un impiegato che non voleva cambiarle un assegno fuori sede (dietro di lei, in fila, c’era l’agente John Crosby, che aveva lanciato Rene Russo). Dovette imparare un inglese più puro (lei è nata in Sud Africa, il che la rende la prima attrice africana ad aver vinto un Oscar) e lo fece con un corso intensivo di karaoke sia musicale che televisivo (ascoltava e ripeteva i dialoghi delle soap opera). In Sud Africa è talmente popolare che Nelson Mandela l'ha voluta conoscere e, oggi, una bambina su quattro viene battezzata Charlize. Nella sua vita c’è un episodio reale che sembra uscito da un film: sua madre sparò e uccise il marito ubriaco che minacciava lei e la figlia. Per questo Charlize ha partecipato a una campagna contro la violenza alle donne e quando il governo non l’ha mandata in onda, si è rivolta al tribunale. Due anni fa è stata eletta su Internet la più sexy attrice di Hollywood. Che il sesso sia una parte normale della vita dice di averlo imparato presto, guardando gli animali della sua fattoria. E per le sensuali evoluzioni di Aeon Flux (per cui ha fatto un corso marziale di Capoeira e uno di ginnastica col Cirque du Soleil) si è ispirata ai movimenti dei gecki. Abbastanza per definirla, senza essere tacciati di maschilismo, il più bell’animale del mondo.
Da Ciak, marzo 2006
Ha regalato al pubblico una straordinaria serie di interpretazioni molto diverse tra di loro in film che vanno dai drammi esistenziali all'azione, passando per la commedia.
Nel 2004, ha vinto un Oscar come Migliore Attrice per la drammatica ed emotivamente devastante interpretazione della serial killer Aileen Wuornos nel film indipendente, Monster, interpretato anche da Christina Ricci per il quale ha vinto anche i premi dell'Independent Spirit, della National Broadcast Film Critics Association, un Golden Globe e molti altri. Ricordiamo che la Theron è stata anche la produttrice del film. Nel 2006, l'attrice è stata candidata nuovamente all'Oscar come Migliore Attrice, ed ha vinto un Golden Globe, il premio SAG e quello del Critics Choice per il ruolo di Josey Aimes nel film drammatico North Country con Frances McDormand, Sissy Spacek e Woody Harrelson.
La Theron ha iniziato la carriera nel nativo Sudafrica prima di trasferirsi negli Stati Uniti per ballare nel Joffrey Ballet. Il pubblico cinematografico l'ha scoperta nel 1996 nel film Due giorni senza respiro, con James Spader, Eric Stoltz, e Jeff Daniels. L'anno successivo ha recitato accanto a Al Pacino e Keanu Reeves nel thriller della Warner Brothers L’avvocato del diavolo. Nello stesso anno, Tom Hanks l'ha scelta per il suo debutto alla regia, Music Graffiti, seguito da Celebrity, di Woody Allen, dal film della Disney Il grande Joe, e dal film candidato all'Oscar - e adattamento dell'omonimo romanzo di John Irving - Le regole della casa del sidro. Nel 2000, la Theron ha interpretato un film dopo l'altro cominciando da La leggenda di Bagger Vance di Robert Redford con Will Smith e Matt Damon, Men of Honor-L’onore degli uomini della Fox 2000 con Robert DeNiro e Cuba Gooding, Trappola criminale di John Frankenheimer con Ben Affleck, e The Yards, della Miramax con Mark Wahlberg, Joaquin Phoenix, James Caan e Faye Dunaway. Nel 2001, la Theron ha diviso nuovamente la scena con Keanu Reeves nel film romantico della Warner Brothers Sweet November-Dolce novembre, ed è tornata a lavorare per Woody Allen in La maledizione dello scorpione di giada. Nel 2003, l'attrice ha illuminato gli schermi nel film della Paramount The Italian Job, con Mark Wahlberg, prima di assumere il ruolo di interprete e produttrice di Monster. Dopo Monster, si è calata nei panni dell'attrice Britt Ekland nel film della HBO Una pantera a Hollywood con Geoffrey Rush, per il quale ha ottenuto le candidature come Migliore Attrice non Protagonista ai premi Golden Globe, Screen Actors Guild e Emmy. Successivamente ha interpretato il film d'azione e avventura Aeon Flux, ispirato alla popolare serie di animazione di MTV; ha messo in luce il suo lato leggero nell'acclamata serie comica “Arrested Development”; ed è stata l'ispettore di polizia nel film acclamato dalla critica diretto da Paul Haggis, già regista di Crash, Nella valle di Elah.
Con gli anni, la Theron ha intensificato la sua attività di produttrice e con la sua società di produzione, la Denver and Delilah Films, ha prodotto il documentario East of Havana, un ritratto di Cuba vista attraverso gli occhi di tre artisti dell'hip hop. In seguito ha prodotto e interpretato Sleepwalking, con Nick Stahl e Dennis Hopper ed ha avuto un piccolo ruolo nel debutto alla regia di Stuart Townsend, che sarà tra breve sugli schermi, Battle in Seattle. La Theron è attualmente nelle sale cinematografiche nei panni di un supereroe traumatizzato nel film campione d'incassi dell'estate, Hancock, con Will Smith e Jason Bateman.