
Anno | 2025 |
Genere | Musicale, |
Produzione | USA |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Jacob Bixenman, Miley Cyrus, Brendan Walter |
Attori | Miley Cyrus . |
Uscita | venerdì 27 giugno 2025 |
Distribuzione | Nexo Studios |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 giugno 2025
Un'opera pop creativa con tredici brani originali tratti dal visual album "Something Beautiful". In Italia al Box Office Miley Cyrus - Something Beautiful ha incassato 22,8 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Per il lancio promozionale del suo nono album, "Something Beautiful", Miley Cyrus ha realizzato un film che ha la sostanza di un visual album e le ambizioni di un'opera pop di 55 minuti. Diretto da Miley stessa, insieme a Jacob Bixenman e Brendan Walter, con fotografia di Benoît Debie, e presentato in anteprima mondiale al Tribeca Festival 2025, è una successione in cui ogni brano del disco corrisponde a una differente scenografia, con costumi firmati da case dell'alta moda e un immaginario visivo composito e spiazzante.
Le atmosfere guardano più alla disco music che al country-pop, che così tanta fortuna ha portato alla cantante, e si dimenticano totalmente degli excursus indie che negli anni hanno portato Miley a collaborare con gruppi come Flaming Lips.
Qui ad andare in scena è la diva, desiderosa di mantenere la propria presa sulla contemporaneità dopo l'enorme successo di "Flowers" (miliardi di ascolti su Spotify) e sul suo status di sex symbol, in un'industria che punta sempre più su immagini ammiccanti e trasgressive (da Sabrina Carpenter a Tate McRae). Il bianco e nero da diva irraggiungibile di "More to Lose" trascolora così nei colori accesi e nel look BDSM che introduce a "Easy Lover", in cui Miley interpreta una diva su un set cinematografico.
Gli outfit glitterati e i continui cambi di abito guardano al trasformismo di Lady Gaga e il flirt con il mondo della moda è confermato dalla presenza di Naomi Campbell in "Every Girl You've Ever Loved", mentre il glamour di Hollywood rivive in "Walk of Fame" sul celeberrimo Boulevard losangelino. Sul piano visivo, il lavoro sulle firme della moda è centrale: l'abito Mugler del 1997, e quelli vintage di Gaultier, McQueen e Alaïa, creano un mix raffinato tra couture e racconto pop. La fotografia di Debie valorizza questo teatro di bellezza, ma manca il cuore narrativo o un legame che giustifichi gli accostamenti tra i brani: si resta in superficie, seguendo un'estetica da videoclip, bella ma superficiale.
Difficile dire se da qui saranno estratti singoli di successo al livello di "Wrecking Ball" o di "Flowers", l'unica hit certa sembrerebbe "End of the World", visto che sull'altare delle ambizioni Miley ha sacrificato anche il ricorso a brani di immediata presa, per esplorare invece il tema della guarigione emotiva, tra rock anni '80, soul e pop sperimentale. La voce ruvida, figlia di una condizione medica non trattata, aggiunge autenticità e carattere, confermando il suo percorso coraggioso lontano dai cliché pop.
D'altra parte, chi apprezza l'energia di una pop star che abbraccia i rischi, troverà in questo film la conferma del suo carisma e la sua capacità di "giocare" con le immagini.
Più che una narrazione progressiva, il film è una collezione di videoclip giustapposti, una successione di performance visive - passeggiate, sfilate, momenti coreografici - che privilegiano l'estetica glam su un'idea organica di racconto. C'è una chiara ispirazione a "The Wall" dei Pink Floyd ma il risultato resta sempre in superficie e non mantiene il ritmo della "concept experience" promessa.
Alla fine, Something Beautiful realizza quel che aveva promesso: un'esperienza visiva pop, glamour ed estetizzante, un contenuto pensato per strappare un'emozione più che raccontare una storia. Non è un film nei termini tradizionali, né una rivoluzione musicale, ma un evento pensato per chi ama Miley: chi la segue apprezzerà l'audacia e il gusto per la spettacolarità; chi cercava uno show narrativo resterà parzialmente deluso.
Miley Cyrus, dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti a “Wrecking Ball”, a quella esplosione di energia sonora e visiva, a quella palla di cemento che spaccava un muro, e su cui lei stava a cavalcioni. A quella canottierina bianca, al volto angelico e grintoso di lei. Adrenalina pura.
Ne è passato di tempo. Era il 2013, quando usciva “Wrecking Ball”, e Miley Cyrus aveva già conosciuto il successo nel 2006 interpretando Hannah Montana, la superstar adolescente con un alter ego segreto e “normale”, nella serie televisiva Disney omonima, quella con l’audience più alta di Disney Channel. Una teen idol. Lei sorrideva, tanto: i genitori la avevano soprannominata Miley per questo. Era una abbreviazione di “Smiley”, sorridente.
Ne è passato di tempo. Dieci anni fa, nella classifica di Forbes, Miley era fra le celebrità più potenti del momento, con Mariah Carey e Taylor Swift. Sono venute molte cose, nel tempo a venire: un matrimonio con Liam Hemsworth finito dopo pochi mesi, l’identificazione come non-binaria, il suo sostegno alla comunità LGBT. L’abbandono dell’alcol – ha smesso di bere nel 2020 – e quello alla marijuana.
Arriva oggi nelle sale italiane, come evento speciale, solo per un giorno, Miley Cyrus - Something Beautiful, ovvero il visual album dell’album musicale omonimo, uscito il 30 maggio con Columbia Records. Un visual album non è un film concerto, non è un musical, e nemmeno assomiglia ai “musicarelli” degli anni ’60 italiani. È una serie di videoclip dei 13 brani originali che compongono “Something Beautiful”, nono album in studio pubblicato da Miley Cyrus.