| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Italia |
| Regia di | Giuseppe Bonito |
| Attori | Giulio Beranek, Nika Perrone, Valentina Romani, Fabrizio Ferracane, Cinzia Clemente Anna Terio, Leonardo Maddalena. |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 maggio 2025
La serie, girata interamente in Puglia, è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore editi da Edizioni E/O.
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CONSIGLIATO SÌ
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A Trani, l'ispettore Gregorio Esposito, detto "Gerri", di origini rom e "buono con i buoni", è dotato di un intuito fuori dal comune. Quando una donna rom viene ritrovata brutalmente uccisa, Gerri è tormentato da immagini legate alla sua infanzia: il giorno in cui sua madre lo lasciò in una piazza di Napoli, promettendogli - invano - che sarebbe tornata a prenderlo. Cresciuto in una casa famiglia sotto la guida di Don Mimì, Gerri è un uomo segnato da una profonda inquietudine, che contribuisce al suo fascino enigmatico, soprattutto agli occhi delle donne. Il sostegno del suo superiore Alfredo Marinetti, della moglie di quest'ultimo Claudia e della viceispettrice Lea Coen sarà fondamentale per spingerlo a indagare non solo sui casi che gli vengono affidati, ma anche sul proprio passato traumatico e sull'abbandono che ancora grava sulla sua identità.
La serie è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore e si articola in quattro puntate della durata di circa 100 minuti ciascuna. La regia di Giuseppe Bonito incornicia un poliziesco classico, ambientato in location pugliesi ricercate, con Trani come scenario principale.
Prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction, la serie ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico, che sui social reclama a gran voce una seconda stagione.
Gerri si inserisce nella tradizione narrativa della fiction Rai, adottando una struttura episodica in cui ogni puntata presenta uno o più omicidi, una serie di indizi e, infine, la risoluzione del caso con il disvelamento del colpevole. In parallelo, si sviluppa un arco narrativo orizzontale che riguarda il passato traumatico del protagonista, vero motore emotivo della serie. Questo dolore profondo, mai risolto, accompagna lo spettatore e il personaggio in un percorso condiviso di comprensione e rielaborazione. Questa parte, tuttavia, risulta sbilanciata: ridondante sull'origine del disagio con lo scopo di simulare i pensieri intrusivi post-traumatici del protagonista, lasciando meno spazio allo sviluppo e alla risoluzione con uno scenario ancora molto aperto, forse in vista di una seconda stagione.
Il tema centrale della serie è l'infanzia: non solo come esperienza perduta del protagonista, ma anche come chiave interpretativa della maggior parte dei casi che si trova ad affrontare. Le trame toccano tematiche forti come il traffico di neonati, il femminicidio, la violenza di genere, i rapimenti di bambini e il loro sfruttamento come vittime sacrificali. Questi elementi conferiscono a Gerri una particolare sensibilità, che si riflette nel suo modo di comunicare e interagire con i minori e le minoranze, in primis la comunità rom.
Da questo punto di vista, le puntate più riuscite sono probabilmente la prima e la quarta. I dialoghi, in particolare, riescono a restituire una prospettiva "a misura di bambino", grazie anche all'interpretazione intensa e credibile di Giulio Beranek, sempre coerente nel tratteggiare un personaggio segnato ed empatico.
Un ulteriore elemento di forza della serie è l'attenzione alle dinamiche relazionali. Il rapporto tra Marinetti e la moglie, legati a Gerri da un esplicito legame "adottivo", il conflitto tra il medico legale e la moglie, a capo della polizia scientifica, e soprattutto il legame speculare tra Lea Coen e Gerri - entrambi alle prese con fragilità affettive - arricchiscono il racconto, rendendolo più profondo e sfaccettato. I personaggi, nel complesso, sono ben delineati e mai caricaturali. Fa eccezione, forse, Valentina Romani nel ruolo della Coen: la sua interpretazione appare meno convincente, più descrittiva che vissuta, come se restituisse un'idea del personaggio piuttosto che incarnarlo davvero.
Tra i pregi della serie va inoltre evidenziata la scelta di location suggestive: grotte, chiese, scorci marini e urbani che valorizzano pienamente la bellezza della Puglia, offrendo una cornice visiva forte e riconoscibile.
Nonostante la sua identità ben definita, Gerri non si discosta troppo da formule narrative già ampiamente sperimentate. In questo caso, l'elemento distintivo è la sua origine rom, scelta meritoria per la sua valenza sociale e inclusiva, ma che rischia di risultare più adesiva ad un archetipo che funziona piuttosto che realmente innovativa.