marco o
|
martedì 22 aprile 2025
|
per nulla convincente
|
|
|
|
Iniziamo dalle cose più bella: Daniel Craig è molto bravo. Se vi piace anche fisicamente andate a vedere il film. Se lo apprezzate come attore... comunque non vi consiglieri la visione.
Il film non lo definirei brutto, ma ha sicuramente motle cose brutte.
Brutti sono alcuni inserti musicali che trabordano e decontestualizzano un già contesto confuso; brutte sono alcune immagini (solo alcune, altre sono quantomeno interessanti); il ritmo narrativo per me è assente: atratti mi sono un po' annoiato.
ORRIBILE è l'effetto "speciale" usato nell'ultima scena (non dico alro per chi non ha visto il film e intende vederlo).
[+]
Iniziamo dalle cose più bella: Daniel Craig è molto bravo. Se vi piace anche fisicamente andate a vedere il film. Se lo apprezzate come attore... comunque non vi consiglieri la visione.
Il film non lo definirei brutto, ma ha sicuramente motle cose brutte.
Brutti sono alcuni inserti musicali che trabordano e decontestualizzano un già contesto confuso; brutte sono alcune immagini (solo alcune, altre sono quantomeno interessanti); il ritmo narrativo per me è assente: atratti mi sono un po' annoiato.
ORRIBILE è l'effetto "speciale" usato nell'ultima scena (non dico alro per chi non ha visto il film e intende vederlo).
Il film è diviso in capitoli... poco significativa come scelta e ad un certo punto secondo me non rendono neppure coerente il racconto.
Altri due elementi positivi: una bella scena che descrive un trip verso la fine del film; molto simpatico e riuscito il personaggio di Joe (Jason Schwartzan).
Non capisco bene perchè Giadagnino riscuota tutto questo successo e neppure come si faccia a dire (recensine di My MOvies) che "...Giadagnino è il più vivo trai i grandi autori del cinema italiano..." a me non pare proprio! ne che sia il più vivo ne che sia fra i grandi autori del cinema italiano.
Qui ri-trovo un film dall'impasto un po' pretenzioso davvero poco convincente. In una storia sciramente contorta e piena di eccessi, gli elementi caratterizzanti i personaggi sono da un lato solo fatti intravvedere e in altri momenti rappresentati quasi didascalicamente. Un po' di sesso esplicito cerca di aggiungere pepe alla pellicola (gusto retrò) forse con l'intento di scandalizzare? non credo però si scandalizzi più nessuno! 135 minuti un po' buttati.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marco o »
[ - ] lascia un commento a marco o »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 21 aprile 2025
|
queer
|
|
|
|
Semplicemente fantastico!!!!
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
b3nway
|
domenica 20 aprile 2025
|
occasione sprecata
|
|
|
|
Per tutta la prima parte del film William Lee (alter-ego di Burroughs) è proiettato in un' ambientazione messicana ai miei occhi sterile, posticcia ed avulsa da ogni contesto sociale.
In merito alle azioni compiute dal protagonista, l'unico motore sembra essere la pulsione fisica.Sebbene l'omosessualità di Lee venga descritta in modo minuzioso, manca l'aspetto dissacratore nei confronti della morale di stampo borghese.
[+]
Per tutta la prima parte del film William Lee (alter-ego di Burroughs) è proiettato in un' ambientazione messicana ai miei occhi sterile, posticcia ed avulsa da ogni contesto sociale.
In merito alle azioni compiute dal protagonista, l'unico motore sembra essere la pulsione fisica.Sebbene l'omosessualità di Lee venga descritta in modo minuzioso, manca l'aspetto dissacratore nei confronti della morale di stampo borghese.
Guadagnino mi sembra invece più desideroso di subentrare con dovizia di particolari nell'evoluzione sentimentale di un vita di coppia tra Lee ed il suo amante Allerton.
Nei punti visivamente più espliciti vengono forzatamente intercalate didascalie paesaggistiche.
Personalmente questa scelta deliberata del voler mostrare con riserva mi lascia disorientato.
Purtroppo anche il tema centrale della droga mi appare affrontato in modo superficiale e sbrigativo.
Il fisico dei Lee non mi ricorda quello di un dipendente da oppiacei. La scena madre sull'assunzione di eroina mi risulta pressapochista, digiuna di particolari e deludente per quanto riguarda l'epilogo.
Tra i numerosi passi di culto dell'universo Burroughsiano (ricordiamo la contrattazione con il medico compiacente), i più mi risultano sbiaditi ed insipidi Particolarmente spiazzante è stato l'ingresso nel secondo atto
Fuori da ogni apparente continuità narrativa, subentra un viaggio in sud- America.
E se prima il movente era la spasmodica ricerca erotico-sentimentale, ora non mi è chiaro cosa spinga Lee ad addentrasi nella giungla amazzonica privo di equipaggiamento, alla ricerca dello Yage.A confondermi le idee, entra anche in gioco una discontinuità nello stile cinematografico.
Il primo incontro notturno con il serpente guardiano mi lascia il sapore di un action movie completamente avulso dal contesto.
Anche la ghiotta occasione del confronto tra civiltà, la modernità di Lee e le tradizioni indigene, viene persa con il personaggio (mediatore?!?) della ricercatrice/neo sacerdotessa.
E chiudendo così la porta ogni dimensione mistica, lo Yage viene assunto dei protagonisti della vicenda con un rito perlopiù caricarturale.
Quello che invece riemerge ancora prepotentemente è ancora il tema del rapporto di coppia,
L'effetto dello Yage è dunque reso in terza persona mostrandoci la compenetrazione dei corpi di Alletron e Lee, come a voler rimarcare una tematica a senso unico.
Vorrei esprimere ora una mia cosiderazione sulle musiche.
Sappiamo del rapporto di stima ed amicizia repiproca intercorso tra Curt Cobain e Burroughs.
ricordiamo anche esempi ben riusciti di decontestualizzazione musicale come il fortunato “Marie Antoinette" di Sofia Coppola.
In questo caso pero' l'introduzione di alcuni pezzi dei Nirvana non mi sembra aver arricchito il vocabolario narrativo di Queer.Concludendo, entrando in sala ho vissuto quasi l'obbligo morale di rivivere sul grande schermo le critiche sociali espresse da William Burroughs nel secolo scorso.
Ai miei occhi mi sono invece imbattuto nella narrazione dell'esperienza sentimentale di una coppia omosessuale.
Se la pellicola non fosse stata un adattamento cinematografico di un'opera di Burroughs, il risultato potrebbe essere considerato senza dubbio apprezzabile.
Cosiglierei a questo punto di rispolverare il lavoro di Cronberg a cui Queer deve numerose citazioni portate pari pari ( la recitazione a memoria del passo letterario ad opera del protagonista seduto al tavolo del caffè...)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a b3nway »
[ - ] lascia un commento a b3nway »
|
|
d'accordo? |
|
athos
|
venerdì 18 aprile 2025
|
un amore indimenticabile
|
|
|
|
Nella vita di William Lee, ricco americano alcolizzato, appare un giorno la sagoma atletica ed enigmatica di Eugene, un giovane che non dimenticherà mai. Il film si snoda con lentezza nella Mexico city degli anni '50 per poi passare in un viaggio in Sudamerica e nella foresta amazzonica, alla ricerca di un erba che procura visioni telepatiche.Guadagnino rimane un grande regista, per alcuni controverso e per altri, come nel mio caso, sincero. Piaciuto.
|
|
[+] lascia un commento a athos »
[ - ] lascia un commento a athos »
|
|
d'accordo? |
|
aleluca
|
lunedì 31 marzo 2025
|
specchio d''acqua
|
|
|
|
Un film (adattamento del romanzo Queer di Burroughs) che ho trovato di difficile comprensione. Le tematiche trattate mi risultano abbastanza chiare ma la difficoltà, alcune volte, sta nel collegarle emotivamente alle scene. La difficoltà di Eugene di scoprire se stesso assieme a William, le dipedenze da alcol e droga di William e un legame complesso tra i due sono i fili conduttori di questa storia.
Ho notato una repulsione da parte di William, soprattutto all'inizio del film, nell'affrontare quei momenti di "vuoto interiore" che lo spingono ad interrogarsi sulla direzione che la sua vita sta prendendo. Invece nelle scene finali del film (2 anni dopo la relazione con Eugene), ho riscontrato un William più riflessivo.
[+]
Un film (adattamento del romanzo Queer di Burroughs) che ho trovato di difficile comprensione. Le tematiche trattate mi risultano abbastanza chiare ma la difficoltà, alcune volte, sta nel collegarle emotivamente alle scene. La difficoltà di Eugene di scoprire se stesso assieme a William, le dipedenze da alcol e droga di William e un legame complesso tra i due sono i fili conduttori di questa storia.
Ho notato una repulsione da parte di William, soprattutto all'inizio del film, nell'affrontare quei momenti di "vuoto interiore" che lo spingono ad interrogarsi sulla direzione che la sua vita sta prendendo. Invece nelle scene finali del film (2 anni dopo la relazione con Eugene), ho riscontrato un William più riflessivo.
Ho notato una profonda cura nei dettagli in Queer: cura nella scelta degli oggetti, dei vestiti e degli ambienti ricreati in Italia. Quello che mi ha più colpito è la scelta consapevole sull'usura degli oggetti scenici che rendono la pellicola più definita e preziosa.
Le scene che riprendono William e Eugene sotto l'effetto dello Yage, una droga che promette di raggiungere la telepatia, le ho trovate affascinanti e rappresentative della chimica che c'è tra i due.
Sono sicuro che rimarranno incisi nella mia mente quei momenti in cui William accarezza con delicatezza Eugene senza toccarlo fisicamente. Sono scene che non possono lasciarmi indifferente.
Complessivamente ho apprezzato il film. Come detto all'inizio, l'ho trovato di difficile comprensione ma allo stesso tempo non voglio e non pretendo che nessuno me ne riveli i significati. La mia intenzione è quella di leggere, in futuro, il romanzo e riguardare il film con un bagaglio di vita e di conoscenze diverso. Adesso, nel presente, avrei tempo per farlo ma non ne ho la voglia perchè altri libri e film hanno rapito maggiormente la mia attenzione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aleluca »
[ - ] lascia un commento a aleluca »
|
|
d'accordo? |
|
fabrizio r.
|
domenica 30 marzo 2025
|
tanto rumore per nulla
|
|
|
|
Ho visto il film ed è stata una grossa delusione.
Non riesce a coinvolgere sul piano emotivo e alcune soluzioni, soprattutto nella terza parte, mi sono sembrate molto banali.
Molto lento, trasmette poco a un livello profondo.
Ho apprezzato molto la fotografia e le immagini sia dei paesaggi che degli interni.
|
|
[+] lascia un commento a fabrizio r. »
[ - ] lascia un commento a fabrizio r. »
|
|
d'accordo? |
|
santospago
|
venerdì 17 gennaio 2025
|
contorto e noioso
|
|
|
|
Un film che non ti fa mai entrare dentro, storia contorta, a tratti noiosa, ripiegata su se stessa. I tre capitoli mal collegati tra di loro
|
|
[+] lascia un commento a santospago »
[ - ] lascia un commento a santospago »
|
|
d'accordo? |
|
peer gynt
|
sabato 7 settembre 2024
|
viaggio per uscire da sé ed entrare nell''altro
|
|
|
|
Trasposizione di un romanzo breve di William Burroughs dei primi anni Cinquanta, "Queer" riesce ad essere contemporaneamente un ottimo film 'letterario' (capace di recuperare non la lettera del testo, ma la sua aura più intima) e una storia di viaggio. Singolare viaggio, quello di un uomo (Lee, scrittore americano, omosessuale, alcoolizzato, drogato) che nel primo capitolo è un girovagare continuo fra i bar della capitale messicana a ripetere coattivamente la sua ricerca di stordirsi con sesso e alcool, nel secondo capitolo diventa viaggio arioso alla ricerca di un tesoro nascosto e nel terzo capitolo si fa avventura surreal-lisergica alla conquista della droga introvabile che sviluppa poteri telepatici e che ti fa uscire da te ed entrare nell'altro.
[+]
Trasposizione di un romanzo breve di William Burroughs dei primi anni Cinquanta, "Queer" riesce ad essere contemporaneamente un ottimo film 'letterario' (capace di recuperare non la lettera del testo, ma la sua aura più intima) e una storia di viaggio. Singolare viaggio, quello di un uomo (Lee, scrittore americano, omosessuale, alcoolizzato, drogato) che nel primo capitolo è un girovagare continuo fra i bar della capitale messicana a ripetere coattivamente la sua ricerca di stordirsi con sesso e alcool, nel secondo capitolo diventa viaggio arioso alla ricerca di un tesoro nascosto e nel terzo capitolo si fa avventura surreal-lisergica alla conquista della droga introvabile che sviluppa poteri telepatici e che ti fa uscire da te ed entrare nell'altro. Sospeso fra Hopper (il pittore) e Lynch (il regista), Guadagnino riesce a fare cinema con le sue ossessioni, citando altre storie e altre immagini ma riuscendo ad essere, qui molto più che nei suoi film precedenti, autore con uno stile. E il finale cosmico chiude bene un film difficile ma riuscito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peer gynt »
[ - ] lascia un commento a peer gynt »
|
|
d'accordo? |
|
|