
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Germania |
Durata | 83 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Michele Cinque |
Distribuzione | Lazy Film |
MYmonetro | 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 3 novembre 2024
Sulle montagne del Lazio, tra pascoli, lupi, bovini e cavalli selvaggi, una famiglia di allevatori cerca di condurre una vita etica e responsabile. Cose che accadono sulla terra è 129° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 50,00 e registrato 1.061 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Sui monti della Tolfa, nel Lazio, una famiglia di allevatori di bovini e cavalli ha deciso di avviare la propria attività seguendo la modalità del pascolo rigenerativo, utilizzando cioè gli animali per ridare vita a terreni aridi e sequestrare carbonio dall'atmosfera. Per farlo deve combattere contro diverse insidie, dai branchi di lupi che la notte sbranano i vitelli alla siccità, dalle difficoltà finanziarie alla rigidità delle leggi, a ovviamente la fatica di un lavoro che segue il ritmo della natura e si pone orgogliosamente controcorrente.
Inevitabilmente, il regista Michele Cinque coglie nei paesaggi aridi e selvaggi delle montagne laziali un'ambientazione da film western, sottolineata anche dalle musiche evocative di immaginari riconoscibili e al tempo stesso lontani.
Tra cavalcate, campi lunghi, cieli luminosi, colline giallastre, cavalli allo stato brado che pascolano, Cose che accadono sulla terra porta il documentario in una dimensione mitica. La cornice stessa del film, affidata in apertura e chiusura alle parole della figlia della coppia protagonista, la piccola Brianna, racchiude la vicenda nei limiti narrativi di una fiaba sull'origine del mondo, in cui l'inevitabile separazione di Dio dalle proprie creature determina anche la frattura fra l'uomo e gli altri animali, inizialmente rappresentati unicamente dalla figura del lupo. Dunque, la vita e il lavoro al centro del film derivano idealmente da un conflitto naturale, da una lotta per la sopravvivenza che oppone e divide invece di unire, ma che fa parte delle cose del mondo, delle cose che accadono. Il lupo mangia per necessità, per sopravvivere, dice la mamma alla figlia, e la bambina, splendida e disarmante: «Ma non potrebbe mangiare a un'altra ora?». La lotta di Francesca e Giulio, allevatori e genitori, amanti della natura rispettosi dei suoi tempi e lavorati idealisti, è proprio quella di utilizzare modalità razionali, umane, per sopravvivere, lottando coi propri mezzi sia contro la natura bellissima e indifferente sia contro i problemi del nostro tempo (l'aridità, l'opposizione dei vicini, i limiti delle leggi, l'imposizione di altri modelli di vita), così ben riassunti dalle immagini dei pascoli selvaggi contro il paesaggio marino solcato dalle navi da crociera o dalla consapevolezza che la grande città e le sue strade di cemento sorgono a pochi chilometri dai cavalli selvaggi...
Cose che accadono sulla terra è il racconto di un tentativo, di una resistenza, di un altro modo di vivere, in cui la relazione fra uomo e paesaggio, così affascinante in lontananza e iscritta in immaginari da cinema classico, si frantuma in mille pezzi se vista da una prospettiva ravvicinata. E si entra così nella dimensione del quotidiano, nelle questioni pratiche, nelle discussioni, negli incidenti, talvolta nelle liti. Visivamente Cose che accadono sulla terra ha una forza e una solidità da grande cinema, a volte fin troppo curato nell'utilizzo di carrelli, dettagli, movimenti di macchina che fanno percepire un'estetizzazione che stona con l'immediatezza del documentario. Se in certi momenti rivela una scrittura un po' invadente e impostata, con dialoghi rivelatori come quelli tra madre e figlia, nel complesso, tra le difficoltà, i dubbi e le paure dei protagonisti a proposito delle loro scelte di vita, mantiene vivo un senso d'emergenza, di precarietà, di effimera bellezza. Quello raccontato nel film, tra i pascoli battuti in sella a un cavallo, le strade percorse a piedi con indumenti da cowboy e le immagini notturne in bianco e nero delle foto-trappole per i lupi, è un mondo fuori dal mondo. O forse, meglio, un altro mondo dentro il grande respiro della vita, dove ogni cosa, proprio come dice la fiaba in apertura, si perde perché troppo grande...
Si entra senza far rumore nella storia di Francesca e Giulio, due cowboy italiani seguiti per due anni da Michele Cinque per il suo documentario. Questa giovane coppia ha deciso d'importare i beefmaster, una razza bovina nordamericana capace di resistere al caldo estremo e alla siccità del sud del Texas, per allevarli in libertà sui monti della Tolfa, una zona selvaggia non così lontana da Roma.
«Gli occhi guardavano voi, ma sognavan gli eroi/correva la fantasia verso la prateria, fra la Tuscia e il West». Citiamo (e manomettiamo) Guccini per parlare di Cose che accadono sulla terra. Tutti gli elementi del film son presenti in questi due versi: una famiglia di moderni cowboy del selvaggio West italiano, degli intemerati eroi che cercano donchisciottescamente di conservare e tramandare l'allevamento [...] Vai alla recensione »