figliounico
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giovedì 1 febbraio 2024
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un androgino salverà il mondo
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Un racconto fantastico ambientato in un mondo distopico con un paesaggio totalmente digitale ed una colonna sonora straniante per questo suggestivo ultimo lavoro di Lanthimos ispirato liberamente all’omonimo romanzo di Alasdair Gray. Attenzione allo spoiler. Nata come novella Pentesilea per mano di un moderno dio della scienza, l’anatomopatologo Godwin Baxter, dalle sembianze simili a quelle della creatura di Frankenstein, figlio di un altro più mostruoso e folle demiurgo, la protagonista, Bella, una straordinaria Emma Stone la cui performance vale da sola la visione del film, è l’incarnazione della donna contemporanea la cui mentalità è modellata dalla società secondo i canoni di quella maschile ed infatti alla povera creatura è stato trapiantato il cervello del suo feto maschio.
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Un racconto fantastico ambientato in un mondo distopico con un paesaggio totalmente digitale ed una colonna sonora straniante per questo suggestivo ultimo lavoro di Lanthimos ispirato liberamente all’omonimo romanzo di Alasdair Gray. Attenzione allo spoiler. Nata come novella Pentesilea per mano di un moderno dio della scienza, l’anatomopatologo Godwin Baxter, dalle sembianze simili a quelle della creatura di Frankenstein, figlio di un altro più mostruoso e folle demiurgo, la protagonista, Bella, una straordinaria Emma Stone la cui performance vale da sola la visione del film, è l’incarnazione della donna contemporanea la cui mentalità è modellata dalla società secondo i canoni di quella maschile ed infatti alla povera creatura è stato trapiantato il cervello del suo feto maschio. Grazie al casuale incontro con la musa di Fassbinder, Anna Schygulla, non a caso interprete ne’ Il matrimonio di Maria Braun di un personaggio che per molti aspetti richiama alla mente quello di Bella, nella parte dell’anziana passeggera del transatlantico, che rappresenta la femminilità del Novecento emancipatasi autonomamente grazie alla cultura, avviene l’evoluzione spirituale della protagonista, ovvero la sua trasformazione da sofisticato oggetto tecnologico, prototipo della produzione di massa di nuove schiave per l’industria del piacere, in un essere umano totalmente libero da pregiudizi di genere, un androgino senza dio e senza padre pronto a salvare il mondo. La sua palingenesi conduce alla consapevolezza della tragedia degli uomini vittime dello sfruttamento capitalistico, alla conseguente rivolta morale e alla certezza di poter cambiare le cose nonostante il cinismo imperante tra la classe borghese impersonata dal giovane intellettuale di colore interpretato da Jerrod Carmichael. La rivoluzione si inizia con la decerebrazione dell’uomo, Christopher Abbott, che nella duplice veste di padre e marito della protagonista e per il suo mestiere di militare in carriera è il simbolo del potere maschile al cubo, dominante con la violenza della parola la famiglia e con quella delle armi la società e il mondo intero.
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johnny1988
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giovedì 1 febbraio 2024
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una bambina che trova il piacere e legge emerson
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Sul finire del XX secolo, un chirurgo inglese, celebre per le sue sperimentazioni e per lo studio del trapianto di organi fra diversi soggetti, umani e animali, innesta il cervello di un feto nel corpo della giovane madre suicida di questi. Il risultato è la rianimazione della donna con la mente della sua stessa neonata. Il dottore, con la collaborazione di un suo studente dell'accademia di Londra, studia i veloci progressi neurologici della sua creatura.
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Sul finire del XX secolo, un chirurgo inglese, celebre per le sue sperimentazioni e per lo studio del trapianto di organi fra diversi soggetti, umani e animali, innesta il cervello di un feto nel corpo della giovane madre suicida di questi. Il risultato è la rianimazione della donna con la mente della sua stessa neonata. Il dottore, con la collaborazione di un suo studente dell'accademia di Londra, studia i veloci progressi neurologici della sua creatura. Quando il giovane esperimento acquisisce sufficienti facoltà cognitive e linguistiche, nonché la scoperta del "darsi piacere fisico", esso, ribattezzata Bella Baxter, rincorrerà l'avventura all'esplorazione dell'Europa, al seguito di uno scapestrato dongiovanni, che se non riuscirà a conquistarle il cuore, riuscirà invece a perdere la dignità e tutti i suoi risparmi.
Dopo "La Favorita" del 2019, Yorgos Lanthimos e Tony McNamara tornano a far squadra, e, insieme, paiono trovare un equilibrio filosofico e narrativo che, in combinazione fra loro, gratifica l'ambizione provocatoria (e talvolta velleitaria di Lanthimos) e la comicità eversiva (molto più seducente e trasparente) di McNamara. Un accostamento autoriale che nel precedente lavoro metteva maggiormente in luce (e risaltava) la qualità della sceneggiatura.
Poor Things (azzeccatissima la traduzione italiana del libro originale POVERE CREATURE, edito in Italia dal 1992) è un saggio, in sottoveste dilettevole, di pedagogia, di Empirismo, di Filosofia antica e Positivista. Ma anche di Umanità - il padre divino frankenstaniano dell'inventore interpretato da Will Defoe rappresenta il superamento più autentico e commovente della deformità portata all'estremo dalla rivoluzione Illuminista. Ma c'è spazio, e tanto se ne prende questa pellicola, anche per le incursioni cinefile (da Metropolis a Cronenberg, da Bunuel a Lynch, fino a Fassbinder), per il rilancio (non nostalgico, ma elevato più a elemento fantasmagorico e puramente surrealista) delle Avanguardie Storiche. Non manca nemmeno la lezione emancipazionista, che invece di posizionarsi, come vuole la media dei prodotti attuali, sul paternalismo comodo, lascia alla protagonista una incondizionata e genuina libertà espressiva (che accontenterà la rinata sensibilità femminista contemporanea). Tanto che la sensazione che pervade tutta l'opera è quella di un film che non avrebbe senso né "vita" senza la presenza e l'arte di Emma Stone, qui all'apice del suo talento.
PS: lascio qui alcune fra le immagini promozionali più belle che sono riuscito a recuperare.
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umberto
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giovedì 1 febbraio 2024
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un cocktail di emozioni
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POVERE CREATURE!... Partiamo dalla fine dicendo che i due Golden Globe (miglior film commedia, migliore attrice in un film commedia) e il Leone d'oro (miglior film) vinti, sono ampiamente meritati. Il film è un meraviglioso cocktail in cui possiamo trovare tanti ingredienti che di solito difficilmente si amalgamano tra di loro. Abbiamo la parte noiosa, quella ironica, quella romantica, quella lussuriosa e quella macabra, tutte presenti, tutte importanti, ma, soprattutto, tutte meravigliosamente collegate tra di loro grazie ad una regia impeccabile di Yorgos Lanthimos. Fotografia e scenografia richiamano le atmosfere di Tim Burton con un passaggio dal bianco e nero al colore che evidenzia ancora di più l'evoluzione del personaggio di Bella, interpretata magistralmente da una perfetta Emma Stone.
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POVERE CREATURE!... Partiamo dalla fine dicendo che i due Golden Globe (miglior film commedia, migliore attrice in un film commedia) e il Leone d'oro (miglior film) vinti, sono ampiamente meritati. Il film è un meraviglioso cocktail in cui possiamo trovare tanti ingredienti che di solito difficilmente si amalgamano tra di loro. Abbiamo la parte noiosa, quella ironica, quella romantica, quella lussuriosa e quella macabra, tutte presenti, tutte importanti, ma, soprattutto, tutte meravigliosamente collegate tra di loro grazie ad una regia impeccabile di Yorgos Lanthimos. Fotografia e scenografia richiamano le atmosfere di Tim Burton con un passaggio dal bianco e nero al colore che evidenzia ancora di più l'evoluzione del personaggio di Bella, interpretata magistralmente da una perfetta Emma Stone. A completare il cast stellare abbiamo Mark Ruffalo e Willem Dafoe, anche loro autori di una prova di altissimo livello. Voto: 9,5
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iscarioth
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giovedì 1 febbraio 2024
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occhio ai messaggi sbagliati
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Durante la visione di Poor Things ho avuto costantemente il pensiero di star guardando un'accozzaglia di film recenti.
Barbie, Nymphomaniac, Crimes of the future ed un qualsiasi Tim Burton.
Con i primi due condivide il peccato maggiore: veicolare un messaggio sbagliato.
O meglio, un messaggio corretto, ma in modo superficiale.
Il sesso (troppo sesso, che noia!) e l'uso del corpo a proprio piacimento come mezzo per l'auto determinazione.
Personaggi ridotti a macchiette. Tutti i maschi sono persone mostruose, se non un eunuco ed un povero tapino che si prostra ad ogni angheria.
Il messaggio per me è chiarissimo. Il femminismo ha perso il suo scopo originale.
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Durante la visione di Poor Things ho avuto costantemente il pensiero di star guardando un'accozzaglia di film recenti.
Barbie, Nymphomaniac, Crimes of the future ed un qualsiasi Tim Burton.
Con i primi due condivide il peccato maggiore: veicolare un messaggio sbagliato.
O meglio, un messaggio corretto, ma in modo superficiale.
Il sesso (troppo sesso, che noia!) e l'uso del corpo a proprio piacimento come mezzo per l'auto determinazione.
Personaggi ridotti a macchiette. Tutti i maschi sono persone mostruose, se non un eunuco ed un povero tapino che si prostra ad ogni angheria.
Il messaggio per me è chiarissimo. Il femminismo ha perso il suo scopo originale.
Per quanto riguarda Crimes of the futures, mi pare evidente che al regista piaccia Cronenberg.
Alla fine ci si trova a ridere per i rutti e gli sputi nel piatto.
Non sarei così critico se non leggessi recensioni che fanno di questo film un manifesto di libertà.
Non intendo sentirmi educato da una ninfomane anaffettiva.
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[+] ok x certi refrain ripetitivi e personaggi non 3d
(di ergo)
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[+] imbarazzante
(di paolorol)
[ - ] imbarazzante
[+] cercansi metafore disperatamente
(di paolorol)
[ - ] cercansi metafore disperatamente
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writer58
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mercoledì 31 gennaio 2024
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la bella e le bestie
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Spoiler alert: nella recensione vi sono anticipazioni sulla trama del film.
“Povere Creature!” (Poor Things) del regista greco Lanthimos, già autore di film come The Lobster e il Sacrificio del cervo sacro è un film magistrale, destinato a lasciare un segno.
In una Londra vittoriana, ma piena di dettagli futuristici, Il geniale scienziato Godwin Baxter riporta in vita una donna suicida e prossima al parto, sostituendo il suo cervello con quello del neonato che portava in grembo. Ne risulta una commistione potenzialmente mostruosa, un’adulta (chiamata Bella dal suo creatore) con un cervello da infante, ma capace di apprendimenti rapidi, un essere di una vitalità tumultuosa che vuole sperimentare, conoscere, provare piacere.
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Spoiler alert: nella recensione vi sono anticipazioni sulla trama del film.
“Povere Creature!” (Poor Things) del regista greco Lanthimos, già autore di film come The Lobster e il Sacrificio del cervo sacro è un film magistrale, destinato a lasciare un segno.
In una Londra vittoriana, ma piena di dettagli futuristici, Il geniale scienziato Godwin Baxter riporta in vita una donna suicida e prossima al parto, sostituendo il suo cervello con quello del neonato che portava in grembo. Ne risulta una commistione potenzialmente mostruosa, un’adulta (chiamata Bella dal suo creatore) con un cervello da infante, ma capace di apprendimenti rapidi, un essere di una vitalità tumultuosa che vuole sperimentare, conoscere, provare piacere. Una persona priva di sovrastrutture culturali e normative che si butta sulla vita con la stessa voracità di un neonato che succhia dal seno materno.
Sono vani i tentativi del dottor Baxter di inserire Bella in un ambito protetto, prevedendo per lei un matrimonio “in famiglia” con il suo assistente McCandless. Bella sceglierà il cammino della libertà, facendosi strada tra convenzioni ipocrite e norme della buona società che verranno terremotate e distrutte dalla sua spinta vitale e dal suo sguardo non contaminato dalla civilizzazione.
Il linguaggio filmico che l’autore ha adottato è molto particolare e innovativo. Riprese grandangolari, linee curve, interni saturi, scene e ambienti adattati alla prospettiva circolare ed espansiva del grandangolo, come se fossero viste da occhi capaci di sorprendersi. A volte pare di entrare “in soggettiva” in una dimensione onirica e fiabesca che seduce l’occhio e la mente di chi guarda.
Le città d’Europa visitate da Bella nella sua fuga sono ricreate assemblando elementi che ne rivelano la quintessenza: la Lisbona manuelina e neoclassica, dalle piazze decorate come interni sfarzosi; una Alessandria che assomiglia a un quadro diEscher, una Parigi che pare emergere dalle composizioni di Seurat o di Renoir. Qualcuno ha scritto che si tratta di città viste dagli occhi della protagonista. Sicuramente sono riviste dallo sguardo sovversivo del regista, che fornisce rappresentazioni sincretiche e affascinanti, con un gusto squisito dell’inquadratura e della costruzione della scena. La vicenda si svolge in epoca tardo vittoriana, ma è un periodo rivisitato in modo visionario e dagli elementi steampunk, con grosse macchine volanti simili a dirigibili che solcano i cieli delle metropoli europee e che fanno da contrappunto alle carrozze a cavallo.
Le suggestioni visive e scenografiche della pellicola fanno da cornice a una vicenda bizzarra e sfolgorante, che ibrida il mito di Frankenstein con il buon selvaggio di Voltaire e con la teoria dinamica di Freud sui rapporti tra principio del piacere e principio di realtà.
Emma Stone fornisce una prova straordinaria misurandosi con un ruolo estremamente difficile. Non so quanto il doppiaggio abbia influito sulla sua performance, temo parecchio a giudicare dalle impressioni di chi ha visto il film in originale. Eccellente anche la recitazione di Defoe, alle prese con il ruolo dello scienziato geniale e folle, che lui interpreta senza eccessi, a dispetto della sua faccia grottescamente deforme e rattoppata.
Qualcuno ha voluto vedere nella proposta di Lanthimos un film femminista, un attacco al patriarcato. Mi pare tuttavia un’interpretazione riduttiva, anche se nel film le donne, e Bella in particolare, si impongono prepotentemente sull’universo maschile. Il regista greco celebra con la sua pellicola il trionfo della natura e delle pulsioni sulle norme e le convenzioni che stringono gli umani come una camicia di forza. Approccio rischioso e forse anche temerario, ma sorretto da un’inventiva visiva e scenografica eccezionale che contribuisce a mantenere altissimo il piacere della visione.
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gianni quilici
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martedì 30 gennaio 2024
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spettacolare, senza profondità
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Ne parlano bene ( o molto bene) anche critici cinematografici che stimo molto.
A me non è piaciuto. Anzi mi ha infastidito, tanto che progressivamente mi ha allontanato, ho perso concentrazione, desiderio di visione.
Va da sé che è un film ricchissimo visivamente, che deforma, dilata la scenografia, i volti, i paesaggi, i colori, le inquadrature (con l’uso spinto forse compiaciuto dei grandangoli).
Cosa mi ha allontanato? Non l’ho trovato divertente, anche quando voleva esserlo (senza leggerezza); non l’ho trovato profondo ( senza che Lei diventi un personaggio così forte da rappresentare, come vorrebbe essere, una critica di quel mondo ).
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Ne parlano bene ( o molto bene) anche critici cinematografici che stimo molto.
A me non è piaciuto. Anzi mi ha infastidito, tanto che progressivamente mi ha allontanato, ho perso concentrazione, desiderio di visione.
Va da sé che è un film ricchissimo visivamente, che deforma, dilata la scenografia, i volti, i paesaggi, i colori, le inquadrature (con l’uso spinto forse compiaciuto dei grandangoli).
Cosa mi ha allontanato? Non l’ho trovato divertente, anche quando voleva esserlo (senza leggerezza); non l’ho trovato profondo ( senza che Lei diventi un personaggio così forte da rappresentare, come vorrebbe essere, una critica di quel mondo ).
Ho trovato, quindi, meccanica la trasformazione di lei; ho trovato farseschi i suoi spasimanti.
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(di valeria senese)
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writer58
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martedì 30 gennaio 2024
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bella di giorno (e di notte)
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Di Lanthimos avevo visto “The Lobster” e mi era parso un film potente e disturbante. Ma “Povere Creature!” (Poor Things) è un film magistrale, di gran lunga superiore. destinato a lasciare un segno.
Innanzi tutto, mi ha colpito, il linguaggio filmico che l’autore ha adottato. Riprese grandangolari, linee curve, interni saturi, scene e ambienti adattati alla prospettiva circolare ed espansiva del grandangolo, come se fossero viste da occhi capaci di sorprendersi. A volte pare di entrare “in soggettiva” in una dimensione onirica e fiabesca che seduce l’occhio e la mente di chi guarda.
Città d’Europa ricreate assemblando elementi che ne rivelano la quintessenza: la Lisbona manuelina e neoclassica, dalle piazze decorate come interni sfarzosi; una Alessandria che assomiglia a un quadro di Escher, una Parigi che pare emergere dalle composizioni di Seurat o di Renoir.
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Di Lanthimos avevo visto “The Lobster” e mi era parso un film potente e disturbante. Ma “Povere Creature!” (Poor Things) è un film magistrale, di gran lunga superiore. destinato a lasciare un segno.
Innanzi tutto, mi ha colpito, il linguaggio filmico che l’autore ha adottato. Riprese grandangolari, linee curve, interni saturi, scene e ambienti adattati alla prospettiva circolare ed espansiva del grandangolo, come se fossero viste da occhi capaci di sorprendersi. A volte pare di entrare “in soggettiva” in una dimensione onirica e fiabesca che seduce l’occhio e la mente di chi guarda.
Città d’Europa ricreate assemblando elementi che ne rivelano la quintessenza: la Lisbona manuelina e neoclassica, dalle piazze decorate come interni sfarzosi; una Alessandria che assomiglia a un quadro di Escher, una Parigi che pare emergere dalle composizioni di Seurat o di Renoir. Qualcuno ha scritto che si tratta di città viste dagli occhi della protagonista. Sicuramente sono riviste dallo sguardo sovversivo del regista, che fornisce rappresentazioni sincretiche e affascinanti, con un gusto squisito dell’inquadratura e della costruzione della scena. La vicenda si svolge in epoca tardo vittoriana, ma è un periodo rivisitato in modo visionario e dagli elementi steampunk, con grosse macchine volanti simili a dirigibili che solcano i cieli delle metropoli europee e che fanno da contrappunto alle carrozze a cavallo.
Le suggestioni visive e scenografiche della pellicola fanno da cornice a una vicenda bizzarra e sfolgorante, che ibrida il mito di Frankenstein con il buon selvaggio di Voltaire e con la teoria dinamica di Freud sui rapporti tra principio del piacere e principio di realtà.
Il geniale scienziato Godwin Baxter riporta in vita una donna suicida e prossima al parto, sostituendo il suo cervello con quello del neonato che portava in grembo. Ne risulta una commistione potenzialmente mostruosa, un’adulta (chiamata Bella dal suo creatore) con un cervello da infante, ma capace di apprendimenti rapidi, un essere di una vitalità tumultuosa che vuole sperimentare, conoscere, provare piacere. Una persona priva di sovrastrutture culturali e normative che si butta sulla vita con la stessa voracità di un neonato che succhia dal seno materno.
Sono vani i tentativi del dottor Baxter di inserire Bella in un ambito protetto, prevedendo per lei un matrimonio “in famiglia” con il suo assistente McCandless. Bella sceglierà il cammino della libertà, facendosi strada tra convenzioni ipocrite e norme della buona società che verranno terremotate e distrutte dalla sua spinta vitale e dal suo sguardo non contaminato dalla civilizzazione.
Emma Stone fornisce una prova straordinaria misurandosi con un ruolo estremamente difficile. Non so quanto il doppiaggio abbia influito sulla sua performance, temo parecchio a giudicare dalle impressioni di chi ha visto il film in originale. Eccellente anche la recitazione di Defoe, alle prese con il ruolo dello scienziato geniale e folle, che lui interpreta senza eccessi, a dispetto della sua faccia grottescamente deforme e rattoppata.
Qualcuno ha voluto vedere nella proposta di Lanthimos un film femminista, un attacco al patriarcato. Mi pare tuttavia un’interpretazione riduttiva, anche se nel film le donne, e Bella in particolare, emergono prepotentemente sull’universo maschile. Il regista greco celebra con la sua pellicola il trionfo della natura e delle pulsioni sulle norme e le convenzioni che stringono gli umani come una camicia di forza. Approccio rischioso e forse anche temerario, ma sorretto da un’inventiva visiva e scenografica eccezionale che contribuisce a mantenere altissimo il piacere della visione.
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[+] scusate
(di writer58)
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luca bordone
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martedì 30 gennaio 2024
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curioso
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Ho visto questo film con la mia ragazza. È un film di cui mi ricordo molto, ma non capisco niente. È un bel film? Si. Perchè? boh.
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imperior max
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martedì 30 gennaio 2024
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l''umana più umana degli umani stessi.
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POVERE CREATURE! di Yorgos Lanthimos. Sicuramente Joe d’Amato o Tinto Brass si sarebbero divertiti come i pazzi a dirigerlo! Ma anche Yorgos va più che bene, anzi…
In una Londra vittoriana retro futuristica Bella Baxter, dopo il suicidio, viene riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter. Essendo un esperimento unico nel suo genere, Godwin incarica il suo studente Max McCandles a monitorare i suoi progressi cognitivi e motori. Bella diventa sempre più consapevole e assetata di conoscenza e di piaceri senza alcun filtro o pregiudizio imposto, al punto di fuggire con l’avvocato Duncan Wedderburn in giro per il mondo.
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POVERE CREATURE! di Yorgos Lanthimos. Sicuramente Joe d’Amato o Tinto Brass si sarebbero divertiti come i pazzi a dirigerlo! Ma anche Yorgos va più che bene, anzi…
In una Londra vittoriana retro futuristica Bella Baxter, dopo il suicidio, viene riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter. Essendo un esperimento unico nel suo genere, Godwin incarica il suo studente Max McCandles a monitorare i suoi progressi cognitivi e motori. Bella diventa sempre più consapevole e assetata di conoscenza e di piaceri senza alcun filtro o pregiudizio imposto, al punto di fuggire con l’avvocato Duncan Wedderburn in giro per il mondo. Lì scoprirà l’umanità in tutte le sue forme, sfaccettature e filosofie. Il tutto con tante ironie, confronti e scopate.
Se con Kynodontas e Il sacrificio del cervo sacro mi aveva fatto stare sulle palle il genere umano, anche stavolta Lanthimos lo ha rifatto, seppur in calcio d’angolo, ma con l’aggiunta di elementi e tematiche importanti quali la sessualità, l’emancipazione femminile, la scoperta dell’io e del mondo, delle divisioni classiste e sociali, del maschilismo possessivo e della dignità umana. Le risate sono garantite con battute divertenti, tempi comici quasi inaspettati e situazioni delle volte sopra le righe, ma ben scritte. Non mancheranno scene parecchio osé tra nudi, bodyhorror, steampunk, piccoli sprizzi di sangue e interiora e volgarità; tutte volute e contestualizzate lungo tutto il film.
Il livello tecnico è ineccepibile, i bianchi e neri da espressionismo tedesco, i colori accesi e desaturati che si intrecciano in musiche molto presenti e mai invasive, ma che anzi accompagnano molto bene la storia. Gli attori formidabili, una Emma Stone impressionante e accattivante molto calata nella parte, Mark Ruffalo molto ben credibile e mai sbilanciato anche quando si ridicolizza, Willem Dafoe continua ancora a mettermi in dubbio l’eterosessualità nonostante il viso deturpato e i rutti bollosi. Montaggio scorrevole, ritmo asservito alla storia, ogni inquadratura e ripresa azzeccate e la divisione in capitoli con dissolvenze incrociate belle artistoidi da favola postmoderna.
Peccato per l’ultima parte dove alcune tematiche di posizioni politiche e socialiste sono sì interessanti, ma non abbastanza approfondite. In più, ma è un difetto relativo, nell’ultimo quarto d’ora il ritmo cala vertiginosamente e il tutto diventa pesante. Bello il fatto però che ci trascina a comprendere il perché delle scelte di Bella prese a inizio film.
A dir poco una grande opera, tra le migliori dell’anno sicuramente e che non ha nulla da spartire con una certa bambola di merda rosa.
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athos
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lunedì 29 gennaio 2024
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un po'' freddino
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Un film perfetto per interpretazione (Emma Stone bravissima), spinto al limite del grottesco, con una bellissima fotografia e una filosofia di fondo che intriga. Quindi un bel vedere che purtroppo pecca di intensità emotiva e alla fine risulta un po' freddino e impersonale.
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