
Anno | 2023 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Italia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Tomaso Mannoni |
Attori | Fabio Fulco, Alessandro Gazale, Astrid Meloni . |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2024 |
Distribuzione | Ombre Rosse |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 ottobre 2024
La crisi dei pastori della Barbagia potrebbe essere risolta da un misterioso sconosciuto. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il sogno dei pastori ha incassato 22,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un paese della Barbagia, Ignazio e i suoi colleghi pastori sono sempre più in difficoltà. Alcuni di loro manifestano bloccando le strade mentre lui è di fronte a una crisi economica a cui si aggiunge un morbo che colpisce le pecore. Un giorno però arriva da quelle parti uno sconosciuto che afferma di voler lasciare la vita di stravizi vissuta fino ad allora. Costui ha anche un'idea che potrebbe risolvere i problemi di Ignazio.
Un film che mette in comunicazione persone che vivono in mondi totalmente diversi.
Tomaso Mannoni conosce bene la Sardegna e quindi sa leggere le diverse anime comunitarie al cui interno vivono e combattono una lotta quotidiana persone che leggono la vita partendo da culture materiali, a volte distanti. Ignazio condivide le stesse difficoltà che affliggono i suoi colleghi pastori ma non ha più voglia di mettersi in strada con i bidoni del latte per protestare per i mancati guadagni. È un uomo tendenzialmente solitario a cui la sorella, insegnante tornata a vivere in Sardegna, ogni tanto va a fare visita e, soprattutto, è quanto di più lontano si possa trovare dal mondo dei social. È su questo fertile terreno che Andrea può andare a deporre, in maniera per la prima volta totalmente disinteressata, i semi di una delle tante truffe on line da lui escogitate.
Forse si poteva evitare lo stereotipo del napoletano (anche se poi la sceneggiatura ci gioca ironicamente) ma Andrea è abilissimo nel far apparire come totalmente legale una situazione che di fatto si colloca sul crinale tra il lecito e l'illecito. Così come Mannoni è altrettanto abile nel mostrarci quanto la galassia dei social sappia attrarre con una straordinaria forza di gravità persone che sicuramente si ritengono smart ma che in realtà cadono nelle trappole più banali. L'idea che escogita, cioè creare un crowdfunding in cui si adottano a distanza pecore che sarebbero destinate a una presunta estinzione, è tanto semplice quanto efficace. Con la mediazione di Giaime, che si divide tra la scuola e il lavoro in fattoria, ed appartiene a una generazione per la quale i media non rappresentano una realtà ignota, contribuisce a realizzare un sogno.
Abbiamo così un film in cui un truffatore cerca una sorta di redenzione non abbandonando i propri metodi ma mettendoli al servizio di una causa positiva e un uomo che appartiene ancora all'era analogica che scopre un mondo di cui non immaginava neppure l'esistenza, capendo che ciò che meriterebbe una solidarietà da parte delle istituzioni la trova invece andando a toccare la sensibilità (e la dabbenaggine) di persone che a loro volta vogliono sentirsi buone auto esonerandosi da qualsivoglia verifica. In fondo...that's life today.
Ho trascorso una piacevole serata di cinema grazie al Sogno dei pastori.Consigliato.
Non poteva che scegliere due protagonisti agli antipodi per esacerbare la distanza legale tra i personaggi principali di Il sogno dei pastori. Da una parte, uno dei volti più seducenti della fiction italiana dai grandi ascolti (Il paradiso delle signore, Kostas), Fabio Fulco. Dall'altra, l'immacolato attore feticcio di Bonifacio Angius (Perfidia, Ovunque proteggimi), Alessandro Gazale. Costa Smeralda e Barbagia. Influencer continentale e pastore sardo. Tecnologia e tradizione. Truffatore e lavoratore onesto. Per irridere della credulità della rete e tentare di uscire insieme da crisi esistenziali individuali, salvando un settore economico dimenticato da quella che il documentarista Tomaso Mannoni (qui passato ai film a soggetto) indica come una degenerata politica nazionale e regionale.
Il quadro è statico fin dall'inizio del film, quando il fuggiasco Andrea si trova bloccato nel traffico sardo perché le proteste dei pastori, stufi marci della progressiva diminuzione del prezzo del latte, pietrificano le auto. Come suo solito, trova una soluzione alternativa, che lo porterà nella casa di Ignazio, un imprenditore pastorale che non ha partecipato alla manifestazione, ma che non è meno angustiato dei suoi colleghi. Inghiottendo bocconi di realtà a lui sconosciute, anche qui Andrea disincaglia l'ancora di Ignazio, che quotidianamente essuda rabbia per i debiti contratti. Con battute beffarde, sbronze, l'aiuto dei social e una bonaria truffa dove spacciano delle pecore per animali in via di estinzione da adottare a distanza, sono pronti a risanare ciò che si può a colpi di reel, stories, post e donazioni. Mai così tanto in puro e profetico stile Chiara Ferragni.
Evitando i luoghi comuni del folklore regionalista, Il sogno dei pastori si presenta come una commedia agrodolce e umanista che riesce nel tentativo di trovare nuove chiavi di lettura rispetto ai problemi che affliggono un mondo sospeso tra la tradizione e le tentazioni della modernità, ritratto dal regista senza rinunciare né al sorriso né alla complessità.