
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Sudan |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Mohamed Kordofani |
Attori | Siran Riak, Eiman Yousif, Nazar Goma, Ger Duany, Issraa El-Kogali . |
Uscita | giovedì 24 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Satine Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 22 ottobre 2024
Il dramma di una donna che cerca di fare i conti con una colpa inconfessabile. In Italia al Box Office Goodbye Julia ha incassato 32,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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2005, Khartoum, nel nord del Sudan. Mona è una donna musulmana che vive una vita agiata dopo aver abbandonato la carriera di cantante per volere del marito Akram. All'opposto, Julia è invece cristiana e vende pane per strada, aiutando come può il marito Santino e il figlioletto Daniel. I destini delle due donne si legano in modo indissolubile in seguito a un piccolo incidente dalle conseguenze catastrofiche che coinvolge anche la famiglia di Julia, e che per Mona vorrà dire fare i conti con il senso di colpa e con il segreto.
Con l'esordio alla regia, l'autore Mohamed Kordofani fa già la storia del paese, portando il cinema sudanese alla ribalta internazionale in una serie di prime volte tra candidature e premi.
Attenzioni meritate per una parabola morale attenta alla prospettiva femminile, che coniuga rigore narrativo e una spiccata empatia verso i suoi personaggi.
Soprattutto, Goodbye Julia è una finestra che introduce e mette in metafora - seppur con una certa necessaria didattica - la complessa storia socio-politica recente del Sudan, facendo di Mona e Julia due simboli di un paese spaccato tra nord e sud, tra religioni diverse, e segnato da stridenti disuguaglianze economiche che avrebbero poi portato ancora al conflitto. Il regista ambienta infatti la vicenda negli anni precedenti alla formalizzazione dell'indipendenza del Sudan del Sud, a seguito della quale scoppiò una guerra civile conclusasi solo nel 2020.
La capitale Khartoum non fa da sfondo neutro al dualismo così netto tra le protagoniste, ma reclama il suo spazio come luogo destabilizzato e destabilizzante, la cui perenne e violenta pericolosità cambia anche i contorni di un atto casuale, un piccolo incidente, che a valanga si ingigantisce in uno stato di tensione.
Nello scrutare con la macchina da presa il volto di Eiman Yousif, che interpreta Mona, Kordofani cerca una risposta a nodi esistenziali impossibili da sciogliere, studiando il senso di colpa della donna ma anche la sua rigida determinazione attraverso gli anni. Così il film si espande dal dramma familiare verso un implicito thriller politico, anche se il genere di riferimento resta quello della morality tale tanto caro ad esempio al cinema iraniano, di Asghar Farhadi su tutti.
Anche se la figura di Julia rimane relativamente inesplorata, più la somma delle sue caratteristiche che una vera amalgama umana, la riuscita opera prima di Kordofani aggiunge alla lezione di storia un rapporto domestico tra due donne pieno di spine, conflitti e ambiguità, sfiorando territori simili a quelli battuti da Patricia Mazuy nel quasi contemporaneo La prisonnière de Bordeaux. Latitudini differenti ma stesso desiderio di mettere in scena le fratture sociali sotto un solo tetto, inseguendo l'illusione che la vicinanza umana possa ricomporle.
Girato a Khartoum prima del conflitto attualmente in corso, Goodbye Julia ci riporta nel rovente passato del Sudan, nella fase di transizione verso l'indipendenza del sud. Al centro della vicenda c'è il rapporto ambiguo tra due personaggi, Mona (Yousif ) e Julia (Riak). La prima appartiene all'élite musulmana della capitale, la seconda è sudista, nera, cristiana e povera.
Quella del Sudan è una guerra silenziosa: se ne parla poco, ma secondo le Nazioni unite le vittime sono oltre ventimila, con circa 12 milioni di persone costrette a lasciare la propria casa (Medici senza frontiere la definisce la più grande crisi di sfollamento a livello mondiale). Gli scontri tra le forze armate governative e i paramilitari Rsf sono esplosi nell'aprile del 2023.
Nel 2005 finiva la Seconda guerra civile del Sudan, conflitto secolare tra musulmani e altre religioni, la cattolica per prima (due milioni di morti, quattro milioni di profughi). Sei anni dopo un referendum separa Sudan e Sud Sudan, con un esodo di massa. Tra queste date, a Khartoum, c'è la storia emblematica, di generosa empatia, di Mona, musulmana benestante sposata con la vocazione proibita al [...] Vai alla recensione »
Khartoum, agosto 2005. Mentre si avvertono nella capitale del Sudan i primi segni di una crisi nazionale che porterà a scontri violentissimi e a un referendum per la secessione del futuro stato del Sudan del Sud, la musulmana Mouna, benestante che ha dovuto per volontà del marito Akram, falegname di idee molto conservatrici, abbandonare carriera e sogni di cantante (jazz), investe per distrazione il [...] Vai alla recensione »
Goodbye Julia, in arrivo oggi nelle sale con il patrocinio di Amnesty International, è la prima pellicola sudanese presentata a un Festival di Cannes. Proposta nel 2023 nella sezione Un Certain Regard, l'opera prima di Mohamed Kordofani ha ricevuto il Premio Libertà. Un film importante per quello che racconta, ma anche e soprattutto per come trasforma una piccola storia individuale in una metafora [...] Vai alla recensione »
Prima di approdare sugli schermi italiani con Satine Film a partire dal 24 ottobre, Goodbye Julia e il suo autore hanno raggiunto storici traguardi per la nazione di appartenenza. La pellicola di Mohamed Kordofani è stata la prima battente bandiera sudanese ad essere stata presentata in selezione ufficiale al Festival di Cannes, dove ha vinto nel 2023 il Premio della Libertà nella sezione Un Certain [...] Vai alla recensione »
Un bimbo nero è investito da un'auto. Mona, la donna pirata, fugge sconvolta. Il padre del bimbo, portato da un vicino all'ospedale, la insegue con la moto e quasi l'agguanta per la rabbia sul portico di casa. Il marito di lei esce e uccide l'aggressore. Per la polizia è legittima difesa. Il cadavere sparisce. La moglie del morto disperso, Julia, verrà pure cacciata dalla sua baracca.
Sudan del sud contro Sudan del nord. È il 2005 e un incidente mortale in elicottero a John Garang, capo dell'Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan, scatena nuove rivolte tra la popolazione arabo-musulmana del nord e quella cristiana/animista del sud. Le differenze non sono solo di religione ma anche di classe sociale. In questo contesto altamente instabile si incontrano due figure di donna totalmente [...] Vai alla recensione »
Qualcosa si sta muovendo in Sudan se parliamo di cinema? In uno dei Paesi scossi negli ultimi anni da una delle guerre interne più devastanti a livello mondiale? C'è spazio per una nuova generazione di cineasti che sappia farsi portatrice di uno sguardo potente per raccontare il proprio Paese, le tensioni che lo attraversano, le storie comuni, i riflessi politici, senza dimenticare la relazione con [...] Vai alla recensione »
Salutato come il primo film sudanese presentato a Cannes, in Un certain regard, Goodbye Julia (in originale Wada?an Julya, traslitterazione di ????? ?????) del regista esordiente Mohamed Kordofani è ora presentato nella Feature Narrative Competition dell'El Gouna Film Festival 2023. Il film in realtà ragiona su un paese che non c'è più, e ci riporta all'epoca della secessione del Sudan del Sud, sancita [...] Vai alla recensione »