uppercut
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sabato 22 giugno 2024
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finalmente un ruggito
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Finalmente...! Dopo una serie di avvilenti impatti con una miseria cinematografica nazionale senza precedenti (il trionfo di C'è ancora domani dice tutto del livello a cui siamo arrivati), il film di Saverio Costanzo è una boccata d'ossigeno, fresca, rigenerante, da assaporare all'alba. E' un'opera che si contorna di tanti "finalmente". Finalmente un film che umilmente assume la lezione felliniana senza subire il confronto con la sua inarrivabile genialità. Sì, impossibile non ripensare alla Dolce vita, ma è soprattutto Lo Sceicco bianco il titolo cui il film soprattutto rimanda. E poi c'è anche un'eco bertolucciana: la Dominique Sanda di Novecento.
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Finalmente...! Dopo una serie di avvilenti impatti con una miseria cinematografica nazionale senza precedenti (il trionfo di C'è ancora domani dice tutto del livello a cui siamo arrivati), il film di Saverio Costanzo è una boccata d'ossigeno, fresca, rigenerante, da assaporare all'alba. E' un'opera che si contorna di tanti "finalmente". Finalmente un film che umilmente assume la lezione felliniana senza subire il confronto con la sua inarrivabile genialità. Sì, impossibile non ripensare alla Dolce vita, ma è soprattutto Lo Sceicco bianco il titolo cui il film soprattutto rimanda. E poi c'è anche un'eco bertolucciana: la Dominique Sanda di Novecento... Finalmente un cast perfetto. Finalmente un'attrice italiana di levatura internazionale: Rebecca Antonaci. Incredibile che questo sia il suo primo film! La scena della poesia "muta" non può che suscitare l'ammirato applauso di tutti gli ospiti, ma anche degli spettatori in sala o sul divano di ogni latitudine. Finalmente un dialogo tra anni Cinquanta e contemporaneità raffinato, intelligente, stimolante. Finalmente per tutte le donne una Mimosa che dice della loro forza senza retorica. Finalmente un armonico incontro tra effetti speciali ed effetti visivi. Finalmente tanti soldi spesi bene. Finalmente il coinvolgimento di star hollywoodiane in un'impresa all'altezza del loro spessore. Finalmente, da non dimenticare, un delicatissimo omaggio ad Alida Valli e, insieme, all'Alba del titolo, due interpreti di una femminilità di fronte cui ci si può solo inchinare.
Le tre stelline di Paola Casella sono la malinconica conferma di quanto ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni. Davvero un film che sa ruggire.
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carlo degani
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lunedì 27 maggio 2024
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un film "finto" in tutto e per tutto
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Come osservato da altro critico, "tutto in Finalmente l’alba è finto: anche il mondo che circonda Cinecittà assomiglia a un set cinematografico e ogni attore punta a un’esagerazione enfatica, quasi parodica"; e, ancora," i personaggi che ruotano attorno alla ragazza protagonista" non sono che "meri bozzetti, privi di una personalità al di fuori del loro essere attori" In conclusione, un film da dimenticare... Distinti saluti.
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ralphscott
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giovedì 22 febbraio 2024
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alba diventa alida
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Alcuni personaggi interessanti e rimandi alla cronaca dei primi anni '50 sono diluiti in un'opera abbastanza prevedibile - cocaina, vecchi sporcaccioni, star strambalate e fragili - che può essere appuntamento stimolante per i cinefili ma, forse, sfuggente e poco incisiva per lo spettatore medio. Mimosa risulta povera di sfaccettature, gli occhioni azzurri perennemente sgranati, tutto stupore anche se per noi, ripeto, molto ha il sapore del dejà vue. Curioso vedere come la Rohrwacher alluda alla star del Caso Paradine con sensualità, laddove Alida brillava invece di bellezza casta e cristallina. La sequenza di apertura, cinema nel cinema, é toccante e sublime, con Trinità dei Monti elegante protagonista.
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ralphscott
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giovedì 22 febbraio 2024
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alba diventa alida
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Alcuni personaggi interessanti e rimandi alla cronaca dei primi anni '50 sono diluiti in un'opera abbastanza prevedibile - cocaina, vecchi sporcaccioni, star strambalate e fragili - che può essere appuntamento stimolante per i cinefili ma, forse, sfuggente e poco incisiva per lo spettatore medio. Mimosa risulta povera di sfaccettature, gli occhioni azzurri perennemente sgranati, tutto stupore anche se per noi, ripeto, molto ha il sapore del dejà vue. Curioso vedere come la Rohrwacher alluda alla star del Caso Paradine con sensualità, laddove Alida brillava invece di bellezza casta e cristallina. La sequenza di apertura, cinema nel cinema, é toccante e sublime, con Trinità dei Monti elegante protagonista.
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athos
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martedì 20 febbraio 2024
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roma già conosciuta
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La giornata magica di Mimosa rischia di trasformarsi in un incubo, come è avvenuta quattro giorni prima per la sfortunata Wilma Montesi. Di questo film, che ne ricalca altri più o meno recenti su una Roma libertina, ho apprezzato la lunghissima scena della poesia muta di Mimosa, dove emerge il lato laido e cattivo dei partecipanti. Per il resto ben girato ma alla fine non rimane molto.
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angelo umana
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martedì 20 febbraio 2024
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il fascino indiscreto del cinema
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E finalmente l'alba arrivò, quando il mattino rischiarò le cose e i pensieri della ventenne Mimosa, fece sparire le brutture della notte. S'incammina verso casa dopo una notte fuori, una cosa mai accaduta a questa ragazzina pudica e ligia alla disciplina di “mammà”, alle convenzioni di una famiglia popolare. Ricorda per l'ambientazione temporale l'altro film recente, C'è ancora domani. Di fatto però il racconto di Costanzo “avviene” nel 1953, quando si trova il corpo di Wilma Montesi, 21enne, sulla spiaggia di Capocotta nominata in questo film (delitto o morte irrisolta e dalle cause mai acclarate, che interessò lungamente la stampa, la politica e personaggi equivoci): vien da pensare che il regista abbia voluto inserire il caso a mò di monito per la nostra protagonista Mimosa, il pericolo al frequentare ambienti sconosciuti e mai percorsi.
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E finalmente l'alba arrivò, quando il mattino rischiarò le cose e i pensieri della ventenne Mimosa, fece sparire le brutture della notte. S'incammina verso casa dopo una notte fuori, una cosa mai accaduta a questa ragazzina pudica e ligia alla disciplina di “mammà”, alle convenzioni di una famiglia popolare. Ricorda per l'ambientazione temporale l'altro film recente, C'è ancora domani. Di fatto però il racconto di Costanzo “avviene” nel 1953, quando si trova il corpo di Wilma Montesi, 21enne, sulla spiaggia di Capocotta nominata in questo film (delitto o morte irrisolta e dalle cause mai acclarate, che interessò lungamente la stampa, la politica e personaggi equivoci): vien da pensare che il regista abbia voluto inserire il caso a mò di monito per la nostra protagonista Mimosa, il pericolo al frequentare ambienti sconosciuti e mai percorsi.
La accompagna nel chiarore dell'alba una tigre maestosa e mansueta, fuggita dalla gabbia dove ruggiva come comparsa in un film. Sono finiti i clamori del film storico che ha ricreato l'Egitto a Cinecittà: l'accostamento di queste due creature a quel mondo fà pensare a delle vite semplici, naturali, che contrastano con le finzioni e il fragore del mondo degli attori o della gente “in”. (Altro accostamento: La grande bellezza). Fuori dal popolo di un set cinematografico, lontani dalle brutture che possono esserci dietro alla pellicola di un film, da quelle persone che lo popolano, non tutte specchiate ma volte a propri traffici e interessi privati: i produttori che ci mettono i soldi, i notabili - politici? quelli che fanno avere finanziamenti all'opera? - in cerca di nottate dove cogliere qualche trofeo femminile, la cocaina che forse “tiene sù” le notti di quel mondo, le rivalità e gelosie tra gli attori, le “primedonne”, le bizze e i capricci di costoro. Altro accostamento: la chiusura del film La dolce vita, dove la giovanissima Valeria Ciangottini, barista che in un'altra alba e in riva alla spiaggia chiama Mastroianni, il quale non sente e si allontana con il resto della troupe.
Si è trovata senza la sua volontà come comparsa nel film, voluta dalla protagonista Josephine, americana che funge da faraona nella recita e che la nota casualmente. Forse l'ha voluta perché attratta dal viso pulito di una ragazza comune. Mimosa stava cercando sua sorella in realtà, scelta insieme ad altre comparse per la sua avvenenza, da un finto-agente che in realtà l'ha vista e la corteggia all'uscita da un cinema, dopo un film in bianco e nero sulla fine della guerra a Roma, un po' triste, come la loro mamma dice: “Nun ce fosse bastata a guera!”. Ma è Mimosa la sincera amante del cinema, ne coglie le emozioni e i sogni che offre. Si trova suo malgrado nella troupe del film egizio, accolta e poi respinta. Una persona semplice in un mondo artificiale.
Mai banali i film di Saverio Costanzo, cito quelli visti: In memoria di me, Private e questo, dedicato a suo padre. Urge vederne altri suoi anche più noti.
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corebo
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domenica 18 febbraio 2024
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senza lode e senza infamia
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Il film non è un capolavoro si srotola su un fatto di cronaca che io ho vissuto ad undici anni, un fatto di nera che coinvolse il figlio Piero di Attilio Piccioni più volte ministro della repubblica, il Marchese Montagna, l’anfitrione di feste di sesso e droga, ed altre personaggi del jet set di allora, nel film hanno inserito anche, l’attrice Alida Valli che credo che in quella storia non c’entrasse per niente, quindi una miscellanea fra verità e fiction, che mio avviso non rende reale il film, con un finale onirico della protagonista a passeggio con una leonessa, cosa avrà voluto dire il regista-sceneggiatore?
Le attrici e gli attori sono stati all’altezza: Rebecca Antonacci una giovane attrice molto brava, Lily James brava attrice inglese, Joel Keery un attore americano eccellente, ma mi ha colpito in particolar modo Rachel Sennot l’attrice americana che ha caratterizzato al meglio il suo personaggio.
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Il film non è un capolavoro si srotola su un fatto di cronaca che io ho vissuto ad undici anni, un fatto di nera che coinvolse il figlio Piero di Attilio Piccioni più volte ministro della repubblica, il Marchese Montagna, l’anfitrione di feste di sesso e droga, ed altre personaggi del jet set di allora, nel film hanno inserito anche, l’attrice Alida Valli che credo che in quella storia non c’entrasse per niente, quindi una miscellanea fra verità e fiction, che mio avviso non rende reale il film, con un finale onirico della protagonista a passeggio con una leonessa, cosa avrà voluto dire il regista-sceneggiatore?
Le attrici e gli attori sono stati all’altezza: Rebecca Antonacci una giovane attrice molto brava, Lily James brava attrice inglese, Joel Keery un attore americano eccellente, ma mi ha colpito in particolar modo Rachel Sennot l’attrice americana che ha caratterizzato al meglio il suo personaggio.
Ma concludendo il figlio di Maurizio Costanzo è così o piace oppure no.
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dia
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domenica 18 febbraio 2024
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l''importanza della lingua originale
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Anche se la trama è banalotta e avrei voluto la scena del rientro a casa o piuttosto l'essere sbranata dalla tigre, il fatto che il film sia tutto in lingua originale, specialmente per quanto riguarda il magnifico Dafoe che (da anni residente in Italia), recitando in italiano le parti che lo richiedo è assolutamente un valore aggiunto.
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umberto
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domenica 18 febbraio 2024
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un "babylon" all'italiana venuto male
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FINALMENTE L'ALBA... Quando dal trailer si capisce un tipo film che poi in sala risulta totalmente diverso c'è la possibilità di trovarsi davanti o un capolavoro o una boiata assurda, senza avere le mezze misure. In questo caso siamo di fronte alla seconda ipotesi, per lo meno per quanto concerne la storia che è si fantasiosa, ma priva di sostanza e senso. Saverio Costanzo sembra fare il verso a "Babylon" e a "C'è ancora domani", ma non riesce ad eguagliarne le emozioni che toccano lo spettatore. A risollevare un po' la baracca ci sono scenografia, fotografia e un magistrale Willem Dafoe che recita in italiano. Voto: 5,5
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giacostefi
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domenica 18 febbraio 2024
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ammaliante
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Ancora una volta il Cinema ci ha sorpreso, ammaliato e conquistato; davvero complimenti a Saverio Costanzo per la qualità e l’originalità della sua storia che conduce lo spettatore come un “Alice nel paese delle meraviglie “ son un Sorprendente fiale. Non so se piacerà a tutti, ma noi ci siamo fatti trasportare! ??
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(di nino pellino)
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