Assassin

Alexa è stata una soldatessa dell'esercito americano. Ora si dedica al marito che è in coma da quando Adrian, un individuo tanto ricco quanto pericoloso, ha scoperto che era un drone e gli ha sparato impossessandosi della tecnologia che gli permetteva di esserlo. Valmora, a capo di un'unità speciale, le chiede di divenire un drone a sua volta per uccidere Adrian. Dovrà farlo però solo dopo essere tornata in possesso del prezioso software.

Quello che purtroppo sarà l'ultimo film con Bruce Willis merita una visione per la sua presenza e non solo.

Come è noto l'attore è stato colpito da demenza frontotemporale, una malattia che gli ha fatto perdere inizialmente le parole e successivamente la memoria. In questo film Jesse Atlas, al suo primo lungometraggio di finzione scritto con Aaron Wolfe, gli ha ovviamente offerto un ruolo in cui non gli si domanda più di partecipare a scene d'azione ma che richiede comunque le doti di un attore credibile in una funzione di comando. Valmora è infatti a capo di un'operazione complessa che parte dal concetto di drone umano.

In questo futuro prossimo venturo è stato creato una sorta di verme tecnologico che, inserito in modo inavvertibile nella nuca di una persona, fa sì che un altro essere umano possa mettersi in contatto con lei prendendo possesso del suo corpo a distanza e facendolo agire in maniera eterodiretta. Colui che invia mentalmente gli ordini può collegarsi a più di un individuo. Siamo quindi in un mondo in cui chiunque potrebbe non essere più sè stesso ma conservare soltanto il proprio aspetto agendo però per conto altrui.

Il plot di base potrebbe fare l'invidia di qualche autore di manga per il gioco di complessità e di ribaltamenti di campo che pone in essere con una fluidità che si concede poco sul piano della perdita di credibilità nonostante un'evidente carenza di budget che fa sì che l'attrezzatura di base per l'attivazione dei droni umani sia ridotta davvero ai minimi termini.

Questo non impedisce però che l'azione si dipani con colpi di scena grazie anche alla presenza, oltre a Willis, di tre attori ben calati nei reciproci ruoli. Se Dominic Purcell è un 'cattivo' credibile Nomzamo Mbatha è una donna soldato che conserva un'etica che le guerre in corso sembrano avere dimenticato e si trova in profondo conflitto quando è costretta a trasformarsi in un killer a sangue freddo seppure per interposta persona. Andy Allo poi mostra come si possa mettere la bellezza fisica al servizio delle sfumature psicologiche di un personaggio che avverte una doppia personalità dentro di sé e cerca di comprendere e distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è. Talvolta un low budget può costituire un importante stimolo alla creatività. È quanto accade in questo caso. 