esco_nonesco
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domenica 7 aprile 2024
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il miglior virzì, il peggior futuro
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Non il miglior film di Virzì, ma sicuramente il miglior Virzì, quello che sa scegliere con cura gli interpreti e intrecciare storie in modo disinvolto, senza cadere - quasi mai - nel banale.
Con una sceneggiatura e una regia che molto devono a Sorrentino, Siccità ci racconta una Roma che risulta meno lontana e paradossale di quanto dovrebbe, obbligandoci a percepire il rischio concreto della spada di Damocle collettiva che pende sopra le nostre teste.
Menzione d’onore alla musica barocca che impreziosisce la narrazione, facendo da contrappeso storico all’ambientazione futura, in una leva che trova il proprio fulcro nell’oggi.
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Non il miglior film di Virzì, ma sicuramente il miglior Virzì, quello che sa scegliere con cura gli interpreti e intrecciare storie in modo disinvolto, senza cadere - quasi mai - nel banale.
Con una sceneggiatura e una regia che molto devono a Sorrentino, Siccità ci racconta una Roma che risulta meno lontana e paradossale di quanto dovrebbe, obbligandoci a percepire il rischio concreto della spada di Damocle collettiva che pende sopra le nostre teste.
Menzione d’onore alla musica barocca che impreziosisce la narrazione, facendo da contrappeso storico all’ambientazione futura, in una leva che trova il proprio fulcro nell’oggi.
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giovanni m.
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mercoledì 28 febbraio 2024
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troppa carne al fuoco
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Siccità è un film con delle idee senza dubbio ma troppe...davvero troppe e tutte insieme....
il film tenta di trattare vari temi ma senza riuscire a sviscerarne nemmeno uno....il disagio familiare, il disagio economico, l'integrazione, la paura della società ecc ecc...
L'idea di una siccità che impatta sulla vita di ognuno di noi è una salsa americana già trita e ritrita e non impatta quasi minimamente sul film...
un film appena appena sufficiente
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emmeci
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domenica 19 febbraio 2023
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salverei solo gli attori
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Spreco di bravi interpreti, chi lo paragona ad America oggi forse non ha mai visto la pellicola di Altman. Minestrone di buoni sentimenti e antirazzismo, occasione persa per una buona idea iniziale. Finale (scontato) che sembra una parodia del film stesso. Risate involontarie.
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goldenprize
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domenica 5 febbraio 2023
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siccità come metafora della secchezza degli animi
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In una Roma che assomiglia molto allo scenario post apocaliptico di Mad Max, le persone vivono in uno stato di totale ristretezza idrica.
Il Governo vara una legge che vieta di consumare più di 5 litri procapite a persona e condanna chi ne fa un uso improprio, come lavare la macchina oppure dare da bere alle piante.
Nel mentre, si accendono gli animi delle persone comuni che protestano contro il governo, reo di favorire le persone ricche nelle spa, e degli extracomunitari, che sono favoriti in questo clima di ristretezza a scapito dei "veri" poveri, gli italiani caduti in disgrazia che però non fanno ascolti nei telegiornali.
La forbice sociale si è allargata e nel contempo, le speranze e i sogni delle persone comuni si inaridiscono.
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In una Roma che assomiglia molto allo scenario post apocaliptico di Mad Max, le persone vivono in uno stato di totale ristretezza idrica.
Il Governo vara una legge che vieta di consumare più di 5 litri procapite a persona e condanna chi ne fa un uso improprio, come lavare la macchina oppure dare da bere alle piante.
Nel mentre, si accendono gli animi delle persone comuni che protestano contro il governo, reo di favorire le persone ricche nelle spa, e degli extracomunitari, che sono favoriti in questo clima di ristretezza a scapito dei "veri" poveri, gli italiani caduti in disgrazia che però non fanno ascolti nei telegiornali.
La forbice sociale si è allargata e nel contempo, le speranze e i sogni delle persone comuni si inaridiscono. L'acqua in questo senso è l'elemento che dà la vita, una vita che sembra essersi asciugata come neve al sole.
Nel frattempo, la vita va avanti e le persone si adattano: il professore esperto che aveva preannunciato il fatale cambiamento climatico viene progressivamente inglobato dai cosidetti radical chic; l'attore teatrale fallito, si riduce a pubblicare video sull'uso intelligente dell'acqua, ma non riesce più a comunicare dal vivo con la famiglia; una madre vede il figlio distaccarsi sempre più dalla realtà ma cede alle lusinghe di un vecchio compagno di liceo a cui invia selfie osé vivendo una fiaba d'amore; un taxista drogato in perenne conflitto con i fantasmi del passato e l'ex moglie dottoressa che si divide tra un reparto di terapia intensiva al collasso e una vita privata in frantumi; un ergastolano cerca di riallacciare i rapporti con la figlia infermiera, incinta e con un marito che non riesce a trovare un lavoro stabile.
Il tutto accompagnata da questa "siccità" che ha il sapore dell'aridità di sentimenti, perdute anime che vagano per la città eterna ma che sono l'ombra riflessa di loro stesse.
Vi ho trovato delle analogie con il film "Magnolia", con i romanzi di Bret Easton Ellis, sopratutto "Meno di zero" e "Le regole dell'attrazione" e con "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino.
La disillusione in merito al futuro e la mancanza di speranza contrapposta alla vita notturna, ove nei salotti buoni si continua a fare festa.
Al termine, la consapevolezza dell'effimeratezza della propria vita cade come un macigno, trafigge i cuori e riconduce le persone a ristabilire rapporti veri con le persone amate.
La pioggia, come le lacrime dei protagonisti, alla fine sembra ripulire l'ipocrisia di facciata, facendo trasparire la vera immagine dei protagonisti.
Un film che non è identificabile in un genere prestabilito e che non potrà piacere allo spettatore medio, ma che è nello stile di Virzì: rappresentare vizi e virtù dell'Italia del momento.
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jonnylogan
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domenica 5 febbraio 2023
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in un presente distopico (?)
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Dopo tre anni di siccità Roma è invasa da disperazione e blatte e da un’influenza preannunciata da uno stato di torpore che porta chi ne è colpito a finire in rianimazione.
Film corale che preannuncia l’ennesimo cambio di direzione della carriera di Paolo Virzì.
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Dopo tre anni di siccità Roma è invasa da disperazione e blatte e da un’influenza preannunciata da uno stato di torpore che porta chi ne è colpito a finire in rianimazione.
Film corale che preannuncia l’ennesimo cambio di direzione della carriera di Paolo Virzì. Il regista toscano porta in scena una narrazione che vuole esorcizzare il nostro ultimo biennio fatto di vaccini e decisioni di governo parossistiche. La siccità del titolo è un modo per raccontare il lento incidere della vita di un manipolo di gente comune, di personaggi che cercano di arrivare a fine giornata, muovendosi in un presente distopico degno di America Oggi, di Robert Altman. Un presente fatto di assenza d’acqua e polizia che si muove a caccia di chi ne spreca, anche solo per lavare l’auto, o molto più semplicemente a caccia di chi ne spreca in eccesso. Cast stellare con ognuno dei personaggi in grado di portare un significativo mattoncino a una narrazione, che seppur corale, ricava per ciascuno un angolo recitativo degno di nota. Si va dall’evaso per errore, Silvio Orlando, che inizia un lento peregrinare in una capitale al collasso, alla ricerca di un telefono a gettoni necessario per ritrovare una ragazzina abbandonata molti decenni prima. Valerio Mastandrea, nel ruolo di un ex conducente di auto bluc costretto a riciclarsi nel ruolo di autista a chiamata di un auto che sembra reduce dall’attraversamento del deserto. Vinicio Marchioni e Claudia Pandolfi, avvocato e primario di pronto soccorso che s’ignorano quanto basta. Fino a Tommaso Ragno, attore di teatro dedito ai social, sposato con Mila, Elena Lietti, donna trascurata ed ex libraia e ora impiegata alle casse di un super mercato. L’elenco potrebbe proseguire e la conclusione delle rispettive narrazioni termina intrecciandosi con la vita di altri protagonisti e comprimari fino a una conclusione catartica e (forse) carica di speranza. Pellicola scritta e otto mani e che come detto segna un ulteriore cambio di registro per il regista Livornese ma unita come sempre alla sua produzione precedente per l’indubbia capacità di far riflettere chi vede.
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giovanni_b_southern
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sabato 4 febbraio 2023
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si può vedere
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Un america oggi in salsa italiana. Si può vedere. Una considerazione : stranamente bravissima la Sempre Splendida Bellucci. Il ruolo gli calza perfettamente. Film vedibile
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cinzia
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martedì 13 dicembre 2022
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che guazzabuglio!
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Avete presente quanto si sfogliano le pagine di un quotidiano alla mattina al bancone del bar o si vedono le notizie sul sito dell’Ansa durante la pausa caffè o si ascolta il tg delle 20? Stessa cosa: guardando questo film sarete investiti da una marea (secca, dato il titolo e le condizioni climatiche attuali e pure cinematografiche) di informazioni (sia notizie internazionali che problemi/emergenze nazionali di natura privata e pubblica), tutte radicate al presente anche se estremizzate in distopia, tanto di moda ora, e vi comincerà a salire l’ansia.
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Avete presente quanto si sfogliano le pagine di un quotidiano alla mattina al bancone del bar o si vedono le notizie sul sito dell’Ansa durante la pausa caffè o si ascolta il tg delle 20? Stessa cosa: guardando questo film sarete investiti da una marea (secca, dato il titolo e le condizioni climatiche attuali e pure cinematografiche) di informazioni (sia notizie internazionali che problemi/emergenze nazionali di natura privata e pubblica), tutte radicate al presente anche se estremizzate in distopia, tanto di moda ora, e vi comincerà a salire l’ansia.
Aggiungete poi un fracco di attori italiani molto noti e talentuosi (non cercate di individuarli tutti durante la proiezione perché dovrete risparmiare le vostre risorse psichiche e mnemoniche per capire il resto), le cui storie si intrecciano e tentano di dipanarsi per tutta la durata del film, i cui personaggi non fanno altro che imbrogliarsi, tradirsi e mentirsi e avrete la tempesta (secca) perfetta. Uno/a spettatore/trice medio/a, come la sottoscritta, non fa altro che tentare di seguire la storia di ciascun personaggio, complicata dal fatto che di solito il personaggio non viaggia mai solo, ma in coppia, e la complicazione si quadruplica perché poi le coppie si scambiano i partner e poi le vite di una coppia, che sembrava agli antipodi rispetto ad un’altra, si incontrano/scontrano e alla fine se ne esce fuori dalla sala stravolti, in ansia e con la convinzione (sicuramente falsa perché Virzì, esperto e navigato com’è, non fa errori di questo genere) che qualche filo della storia alla fine rimanga lì a penzoloni.
Si ha pure l’impressione che anche qualche attore si chieda “ma io che devo fare, ma io che ci faccio qui, ma adesso che succede?” (vedasi lo sguardo stranulato del povero Valerio Mastandrea, tassista che parla con i fantasmi).
I temi trattati? Come vi dicevo, aprite il giornale di oggi e li troverete; emergenza climatica, siccità, malattie virali sconosciute, invasione di insetti, incidenti stradali, zuffe tra adolescenti, razzismo, ricchezza estrema e povertà rabbiosa, emarginazioni, emigrazione, imbrogli bancari, programmi televisivi creati solo per fare audience, il problema delle carceri, mettiamoci pure un femminicidio, la scomparsa dei vecchi partiti e poi chat, social, tradimenti virtuali e reali, perdita del lavoro, difficoltà a trovare lavoro, indifferenza, scontri generazionali, bravi medici e cattivi medici...come se il regista volesse dimostrare che può fare di più, sempre di più, che è bravissimo ed è in grado di aggiungere ancora qualcosa e di spingerla giù per l’imbuto, giù per la gola della povera oca da ingrasso (in questo caso il/la povero/a spettatore/trice come la sottoscritta).
Naturalmente ci sono diversi piani di lettura, non è tutto superficiale e chiaro sotto il sole abbacinante di un Paese dove non piove da anni: il fatto che l’epidemia di cui si parla sia un’insonnia invincibile che spinge la gente ad addormentarsi ovunque, simboleggia, forse, un mondo sempre più frenetico e complicato e difficile e stancante da gestire davanti al quale l’unica cosa che ci resta da fare è dormire, lasciando andare tutto. E quanto dormiamo non siamo coscienti e non siamo responsabili di nulla. Le altre chiavi di lettura le lascio volentieri a voi se vi sentite abbastanza in forze per affrontare questo film, mi limito a sottolineare il bell’omaggio fatto alla dottoressa che per prima in Italia diagnosticò il Covid in un malato, andando un po’ oltre ai protocolli ufficiali, in quanto anche in Siccità la nevrotica e infelice dottoressa Pandolfi scopre il virus che causa la pandemia.
Insomma un gran pastiche di storie, personaggi, informazioni, scenografie che per fortuna ha molti lati comici, surreali e ironici che aiutano a portare il film tra vari scossoni, contorsioni e ripiegamenti, all’agognata fine che giunge benefica e leggera come una pioggia d’aprile.
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fragola
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sabato 26 novembre 2022
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grande guazzabuglio
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Film caotico,con troppi personaggi e troppe situazioni confuse. Mi aspettavo da Virzi qualcosa di meglio.
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ralphscott
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domenica 20 novembre 2022
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...e resteranno solo i topi e le blatte.
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L'apocalisse, da urgente spunto di attualità, per punire e ripulire il pianeta dall'aridità dei cuori che subdolamente accompagna quella climatica. I romani danno di matto, complice un virus che trova terreno fertile nel seccume. Succedono cose inaudite, si litiga per l'acqua potabile, la si ruba. Le forze dell'ordine ammanettano chi lava l'auto. Ci sono gli immancabili esperti che a forza di andare in onda ci prendono gusto. I ricchi si danno ai centri termali, gli altri si devono arrangiare. La protesta si scaglia contro i privilegiati, ma la tensione non risparmia il clochard (un credibile Max Tortora in un ruolo ben scritto) verso l'immigrato. La star che fa sé stessa non é un valore aggiunto.
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