Nei poemi omerici la paternità è un valore fondante. Il personaggio che, forse più di ogni altro, incarna questo tema è l'eroe troiano Ettore. Una delle scene iconiche dell'Iliade racconta il congedo di Ettore dalla moglie Andromaca e dal figlioletto Astianatte. Ettore, come se presagisse la tragedia che lo attende, corre a casa per abbracciare un'ultima volta moglie e figlio, ma non li trova. Disperato, Ettore, li cerca ovunque. Quando finalmente li fa ritrovare alle porte della città, Omero descrive la straziante immagine di un padre e di un marito che deve abbandonare per sempre la sua famiglia. Astianatte è spaventato dall'armatura del padre e scoppia a piangere.
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Nei poemi omerici la paternità è un valore fondante. Il personaggio che, forse più di ogni altro, incarna questo tema è l'eroe troiano Ettore. Una delle scene iconiche dell'Iliade racconta il congedo di Ettore dalla moglie Andromaca e dal figlioletto Astianatte. Ettore, come se presagisse la tragedia che lo attende, corre a casa per abbracciare un'ultima volta moglie e figlio, ma non li trova. Disperato, Ettore, li cerca ovunque. Quando finalmente li fa ritrovare alle porte della città, Omero descrive la straziante immagine di un padre e di un marito che deve abbandonare per sempre la sua famiglia. Astianatte è spaventato dall'armatura del padre e scoppia a piangere. Allora Ettore si sfila l'elmo e lo poggia a terra. Libero dalla corazza può avvicinarsi al figlio, lo prende in braccio e rivolge una preghiera agli dei: "Rendete forte questo figlio e fate sì che, quando un giorno tornerà dal campo di battaglia, qualcuno dica: è molto più forte di suo padre".
Leonid, soprannominato Pamfir, non è tanto distante da Ettore. È una figura vigorosa e tragica, un eroe universale e dunque riconoscibile. C'è una scena, in particolare, in cui Pamfir si congeda dal figlio. Non si rivolge a Dio o a qualche altra entità suprema, ma il messaggio (l'insegnamento) è il medesimo ed è rivoluzionario: non può esistere il progresso se i figli non sanno essere migliori dei padri.
L'idea registica di utilizzare il linguaggio del piano sequenza e il sapiente lvoro sulle luci rendono ogni scena del film un quadro. A ben vedere ogni scena di "Pamfir" sembra provenire da un ciclo pittorico, di quelli che si trovano sui muri delle chiese e che raccontano le vite dei santi. Solo che Pamfir non è un santo. È solo un uomo, un marito e un padre.
"Pamfir" è un film potente e rigoroso. Andrebbe visto in lingua originale con i sottotitoli poiché il doppiaggio lo snatura.
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