| Anno | 2021 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Francia |
| Durata | 93 minuti |
| Regia di | Samuel Theis |
| Attori | Antoine Reinartz, Aliocha Reinert, Melissa Olexa, Jade Schwartz, Ilario Gallo Abdel Benchendikh, Romane Esch, Jonathan Zito, Thierry Luddecke, Stéphane Caron, Angélique Litzenburger, Claire Burger, Samuel Theis. |
| Tag | Da vedere 2021 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 gennaio 2023
Un vivace bambino stringe amicizia con un insegnante molto sicuro di sé. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, 1 candidatura a Lumiere Awards,
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CONSIGLIATO SÌ
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Johnny ha dieci anni e vive nella periferia di Forbach in Lorena, regione del nord-est della Francia. Cresce nella povertà e nella ristrettezza culturale oltre che economica di una famiglia disagiata, in cui deve occuparsi della sorellina più piccola, senza l'aiuto del fratello maggiore sfaccendato. Il padre è assente da tempo, mentre la madre lavora in una tabaccheria e flirta con l'alcolismo ed un giovane partner occasionale. In questo scenario desolante, l'unico appiglio a cui aggrapparsi sembra poter essere il nuovo, sofisticato insegnante della scuola, a cui Johnny si legherà in maniera particolare, tra la confusione dei primi accenni di desiderio sessuale e la speranza di un futuro migliore.
Il film esplora con sincerità le sfumature di un'età cruciale per un bambino, alla ricerca della propria sessualità e di un posto nel mondo, e alle prese con l'inevitabile confronto tra classi sociali.
Nel suo secondo lungometraggio da regista (presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021), Samuel Theis attinge ai ricordi della sua infanzia a Forbach per raccontare una toccante storia di formazione e scoperta di sé. La Lorena è una regione storicamente al confine (il comune di Forbach dista solo pochi chilometri dalla Germania), e lo stesso protagonista Johnny sta attraversando una fase cruciale di passaggio, alle prese con le prime sensazioni che anticipano l'adolescenza e con il bisogno di distaccarsi da un quadro familiare disfunzionale e opprimente. Quando il giovane insegnante, trasferitosi da Lione da poco tempo, chiede ai suoi alunni se siano mai stati al mare, Johnny alza la mano timidamente dopo i suoi compagni, mentendo per non mostrarsi in difetto rispetto agli altri. Non può nascondersi invece quando a ognuno di loro viene chiesto di immaginare il proprio futuro di lì a vent'anni. Un giochino che ben si presta ad una classe di quell'età, in cui è più facile viaggiare con la fantasia. Il sottotesto può però risultare drammatico se, come nel caso di Johnny, qualsiasi sogno è soffocato sul nascere. Johnny non ha risposte, ma ribatte con una domanda spiazzante al professore: il suo sogno, a dieci anni, era forse di venire e insegnare a Forbach?
La 'petite nature' (l'espressione francese, riferita ad una persona, ne sottolinea la delicatezza e al contempo la fragilità) enfatizzata dall'aspetto di Johnny - il corpo esile, i capelli biondi e lunghi, come un piccolo angelo dall'incerta sessualità - suscita una naturale empatia non solo nel suo insegnante, e nella rispettiva compagna, ma anche nello spettatore. I bambini, ancora una volta, ci guardano. E la regia di Theis ci restituisce quello sguardo, sia facendoci vedere il mondo dalla prospettiva di Johnny sia soffermandosi con insistiti primi piani sulle sue espressioni e i suoi gesti, pedinandolo con la cinepresa a mano nei suoi tentativi di fuga come nei momenti di risveglio emotivo e sessuale. La scrittura sincera dei personaggi riesce a tradurre tutte le sfumature e la complessità di cui è fatta la vita: non esistono mostri ma esseri imperfetti, più o meno colpevoli di fronte all'incontro/scontro tra classi sociali. Il dramma familiare e sociale non è quasi mai urlato. Per questo, quando l'esplosione avviene, si sente ancora più forte. Lo sfogo improvviso di Johnny, colmo di rabbia e disperazione, rivela il talento attoriale del suo piccolo interprete Aliocha Reinert. Contro la madre Johnny si scaglia per non rimanere intrappolato in quella mediocrità ad aspettare come lei la fine del mondo, perché la fine del mondo non arriverà. E allora in quel ballo liberatorio finale, intimo e scatenato, sulle note di "Child in time" dei Deep Purple, forse il sogno di un futuro diverso è ancora possibile.
Il film esplora con sincerità le sfumature di un’età cruciale per un bambino, alla ricerca della propria sessualità e di un posto nel mondo, e alle prese con l’inevitabile confronto tra classi sociali. I bambini, ancora una volta, ci guardano. E la regia di Theis ci restituisce quello sguardo, sia facendoci vedere il mondo dalla prospettiva di Johnny sia soffermandosi con insistiti primi piani sulle sue espressioni e i suoi gesti, pedinandolo con la cinepresa a mano nei suoi tentativi di fuga come nei momenti di risveglio emotivo e sessuale.
La scrittura sincera dei personaggi riesce a tradurre tutte le sfumature e la complessità di cui è fatta la vita: non esistono mostri ma esseri imperfetti, più o meno colpevoli di fronte all’incontro/scontro tra classi sociali. Il dramma familiare e sociale non è quasi mai urlato. Per questo, quando l’esplosione avviene, si sente ancora più forte.
Non incontravo il desiderio queer post-puberale e pre-adolescenziale messo in scena con tale libertà impudica dal danese You Are Not Alone (1978) di Ernst Johansen e Lasse Nielsen. Il quasi undicenne Johnny, lunghi capelli biondi, viso d'efebo, timido e curioso, in casa con fratello maggiore scansafatiche, sorellina, ignorante madre disastrata e nuovo fidanzato di quest'ultima, si innamora non ricambiato [...] Vai alla recensione »
Cosa si chiede alla Semaine de la critique? Per quale motivo tanti spettatori si accalcano ogni anno nel punto più lontano della Croisette per vedere film di registi non (ancora) conosciuti ? Nata come un secondo spazio alternativo alla competizione ufficiale, più tardi affiancata dalla Quinzaine des réalisateurs, la «Semaine» tocca quest' anno le 60 edizioni.