Hammamet

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vbelmonti domenica 2 febbraio 2020
psicodramma di un grande leader in agonia Valutazione 4 stelle su cinque
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 Una premessa: questo non è un film storico e non ha ambizioni di critica politica. È una bella sceneggiatura con splendidi personaggi, dialoghi memorabili e un'interpretazione formidabile. Sobria e sapiente la messa in scena.
È un'opera molto psicologica e molto molto realistica, sebbene i personaggi siano quasi tutti romanzati. Tratta la vicenda interna e umana di Craxi in modo originale, accurato, direi fenomenologico, assumendo spesso una prospettiva soggettiva (Favino ha dichiarato di essersi davvero immedesimato nella mente del personaggio senza farsi influenzare dalla sua immagine pubblica), con lunghi monologhi e dialoghi che sembrano anch'essi monologhi, o forse sedute di psicoterapia. [+]

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enzo70 venerdì 11 settembre 2020
imponente ritratto della decadenza di un paese Valutazione 4 stelle su cinque
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I ritratti dei protagonisti della politica italiana proposti nelle sale cinematografiche italiani sono sbiaditi, scontati, pregni del qualunquismo del dibattito politico e culturale. Non è così, invece, per questo film in cui Amelio racconta gli ultimi anni di esilio, non dorato, di Craxi ad Hammamet. Lo fa con l’ausilio di un sempre più incredibile Pierfrancesco Favino che interpreta in maniera esemplare la latitanza di Craxi. Il termine latitanza no andrebbe riferito allo status giuridico del leader del partito socialista, ma allo stato di diritto che ha ceduto il passo ad un sistema di polizia, in cui i processi venivano celebrati senza alcuna tutela giuridica, adoperando il carcere come strumento coercitivo per estorcere confessioni. [+]

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carloalberto giovedì 9 dicembre 2021
discutibile ma riuscita opera di umanizzazione Valutazione 3 stelle su cinque
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 Gianni Amelio si cimenta in un’operazione difficile se non impossibile. Umanizzare il personaggio di Craxi, consegnato all’immaginario collettivo, prima che alla storia, come uno dei politici più corrotti della prima repubblica, può apparire di primo acchito ispirata da un revisionismo inopportuno e discutibile in quest’epoca dominata dall’antipolitica, nata negli anni novanta proprio a causa dei ladri di regime e della riscossa giudiziaria di mani pulite. Ma guardando attentamente il film ed ascoltando i dialoghi, soprattutto illuminanti, della posizione niente affatto neutrale assunta dal regista, sono le battute scambiate tra il protagonista e l’uomo politico che gli fa visita ad Hammamet, e superando le iniziali perplessità, dovute alla naturale antipatia che suscita il personaggio, si comprende che Amelio è riuscito nel suo intento nonostante tutto e soprattutto senza provare a riscattare l’uomo dal punto di vista morale. [+]

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lbavassano domenica 12 gennaio 2020
strepitoso favino Valutazione 3 stelle su cinque
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 Doverosamente premesso che del suo eventuale significato politico, o del significato politico che qualcuno vorrà attribuirgli, me ne importa poco o nulla (anche se in quegli anni la politica l'ho vissuta con impegno, passione e, soprattutto, rabbia, e forse proprio per questo), ho trovato "Hammamet" un bel film, molto bello a tratti, ottimo nel finale, nel pre-finale a dire il vero, felliniano, che immediatamente, volutamente, violentemente ribalta la poesia onirica in cialtroneria. Meno riuscito, a mio parere, il finale-finale, ma è tutto il personaggio di Fausto ad apparirmi debole, quando non inutile. Strepitoso sempre Favino, nello scavo interiore, nel sapere rendere appieno tutte le sfaccettature umane, troppo umane, ed in ciò mi ha addirittura ricordato la Meryl Streep di "The Iron Lady", nella capacità di interpretare il confronto, il conflitto tutto interiore fra un ego smisurato e la debolezza della malattia. [+]

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fabriziog giovedì 23 gennaio 2020
favino scompare...craxi redivivo Valutazione 4 stelle su cinque
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“Hammamet” di Gianni Amelio non è un film. “Hammamet” è il film. Pierfrancesco Favino non è un attore. Pierfrancesco Favino è l’attore.  Favino non interpreta Craxi. Favino è Craxi. Favino si indentifica in Craxi e in esso scompare (trucco extra ordinem di Andrea Leanza e Federica Castelli). Il pubblico non osserva un artista che riveste i panni di un personaggio evocandone la corporeità e l’anima, bensì scruta un interprete che si trasforma nel personaggio evaporando in esso. Il Giulio Andreotti della pellicola di Paolo Sorrentino “Il divo” è Toni Servillo che rimanda magistralmente all’esponente scudocrociato, ma lo spettatore si ferma ad ammirare il Premio Oscar partenopeo. [+]

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rene''52 domenica 26 gennaio 2020
solo uno straordinario e gigantesco favino Valutazione 2 stelle su cinque
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 Premesso che è una cosa assolutamente normale che i giudizi della critica contrastino spesso e volentieri con quelli del pubblico e opere considerate di notevole levatura dalla prima siano accolte freddamente dal secondo e viceversa, da questo film, osannato dalla critica, mi aspettavo qualcosa di diverso. D'accordo che il titolo stesso lasciava presagire che la vicenda si sarebbe incentrata quasi esclusivamente sulla vita da rifugiato del protagonista in Tunisia ma pensavo comunque che si sarebbe lasciato più spazio a quanto trascorso in Italia e anche la crisi di Sigonella, quasi ridicolizzata, avrebbe meritato un'altra visione. Il tutto in un contesto troppo lento e forse un po' troppo 'psicologico'. [+]

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frascop giovedì 9 gennaio 2020
anche per raccontare craxi occorre un drammaturgo Valutazione 0 stelle su cinque
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Quando nel 1972 Francesco Rosi diresse “Il caso Mattei” non c’era una controinformazione e per questo il regista incaricò il giornalista Mauro De Mauro di approfondire i fatti “ufficiali”; l’operazione fu così pericolosa e minacciosa che De Mauro scomparve. Ma oggi, in cui le fonti di informazione sono  molteplici, non si può fare un film su un personaggio pubblico basandosi in prevalenza su fonti giornalistiche. Amelio è regista sensibile, delicato, onesto. Qui un sosia di Craxi, uno  strepitoso Favino capace di interpretarlo bene anche con voce e mimica, parla molto (ad un giovane, personaggio inventato come spalla da Amelio) ripetendo concetti e idee che la stampa e la tv hanno già diffuso. [+]

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