riga
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lunedì 11 dicembre 2023
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emozionante è un eufemismo
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Costruito in maniera impeccabile, souno e immagini in perfetta sintonia, recitazione oserei dire 'perfetta'. Ma la cosa che più mi ha catturato è quella continua tensione crescente senza ce apparentemente accada alcunché. Mi ha ricordato certe pellicole realmente degli anni quaranta/cinquanta (tipo 'il bacio della pantera' del 1942) dove tutto accade ma nulla si vede. Godimento totale.
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antonio
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martedì 14 marzo 2023
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pazzesco
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Se mi avessero detto che esiste anche una sola persona al mondo a cui questo "film" piace non ci avrei creduto. Giuro!
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alex
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venerdì 30 settembre 2022
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un mattone
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Concordo spessissimo con le recensioni di mymovies, Ma questo film e' davvero brutterrimo...sconsigliato
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ceslao
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domenica 3 gennaio 2021
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un''opera prima sorprendente e coinvolgente
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Certo non è un film adatto a chi è cresciuto con blockbuster e cinepanettoni, che sicuramente lo troverà noioso e insulso.
In realtà il virtuosismo tecnico sfoggiato dal regista nella sua opera prima non appare fine a se stesso, ma riesce perfettamente nello scopo di coinvolgere completamente lo spettatore, lasciandolo con gli occhi incollati allo schermo e le orecchie tese ad ascoltare ogni respiro ed ogni rumore.
Un film che dimostra ancora una volta che un uso sapiente della macchina da presa, un montaggio non banale, dialoghi ben costruiti e musiche indovinate possono essere molto di più efficaci di costosissimi effetti speciali, persino in un film di fantascienza.
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robert de nirog
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mercoledì 28 ottobre 2020
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un salto negli anni 50
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Un altro esercizio di stile. Un tuffo negli anni 50. Come vivevamo, di che cosa ci preoccupavamo, che cosa sognavamo, come ci aspettavamo il futuro e soprattutto di che cosa avevamo paura?. Ai confini della realtà era la serie Tv dell'epoca. Il piccolo paese della provincia americana incarnava il sogno americano. Gli UFO, la notte e la sua vastità e il suo ignoto facevano rabbirividire e abbracciare. Il film è questo. Un omaggio agli anni 50 e al genere horror di allora. Strani segnali captati dalla linea telefonica. Ripresi dalla radio e impressi su di un registratore. Che cosa sarà mai? Forse degli UFO? Si ok, buon esercizio di stile certo. Ma dialoghi estenuanti. Lunghi lunghissimi. Lenti.
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Un altro esercizio di stile. Un tuffo negli anni 50. Come vivevamo, di che cosa ci preoccupavamo, che cosa sognavamo, come ci aspettavamo il futuro e soprattutto di che cosa avevamo paura?. Ai confini della realtà era la serie Tv dell'epoca. Il piccolo paese della provincia americana incarnava il sogno americano. Gli UFO, la notte e la sua vastità e il suo ignoto facevano rabbirividire e abbracciare. Il film è questo. Un omaggio agli anni 50 e al genere horror di allora. Strani segnali captati dalla linea telefonica. Ripresi dalla radio e impressi su di un registratore. Che cosa sarà mai? Forse degli UFO? Si ok, buon esercizio di stile certo. Ma dialoghi estenuanti. Lunghi lunghissimi. Lenti. Piani sequenza. Ok. Ma alla fine? Forse per il 2020 un pò troppo scontato non me ne vogliano gli esperti, ma alla fine un mattone di cui si salva solo il piacevole omaggio alla serie "ai confini della realtà" e a quel mondo magico e oramai lontano che era il decennio post-bellico negli USA:
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carloalberto
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lunedì 21 settembre 2020
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saggio riuscito film bocciato
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Questo primo lavoro di Andrew Patterson ha l’apparenza di un saggio cinematografico con il quale l’autore si propone di dimostrare le sue capacità di regista, ed in questo caso anche di cosceneggiatore, nel riprodurre, con un basso budget, l’atmosfera di uno dei serial televisivi di fantascienza più famosi degli anni ’50 “Ai confini della realta”. In effetti, con qualche auto d’epoca, circa una ventina e quasi tutte ferme in un parcheggio, qualche capo di vestiario vintage che abbondano nei magazzini dei costumisti ed il filtro ocra applicato alla cinepresa o meglio alle immagini in sede di montaggio, il risultato si può dire raggiunto almeno dal punto di vista scenografico.
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Questo primo lavoro di Andrew Patterson ha l’apparenza di un saggio cinematografico con il quale l’autore si propone di dimostrare le sue capacità di regista, ed in questo caso anche di cosceneggiatore, nel riprodurre, con un basso budget, l’atmosfera di uno dei serial televisivi di fantascienza più famosi degli anni ’50 “Ai confini della realta”. In effetti, con qualche auto d’epoca, circa una ventina e quasi tutte ferme in un parcheggio, qualche capo di vestiario vintage che abbondano nei magazzini dei costumisti ed il filtro ocra applicato alla cinepresa o meglio alle immagini in sede di montaggio, il risultato si può dire raggiunto almeno dal punto di vista scenografico. Il saggio è riuscito formalmente, ma il film è bocciato. Fare cinema è un’altra cosa, significa catturare l’attenzione dello spettatore, appassionarlo, emozionarlo, coinvolgerlo in una storia in modo che empatizzi almeno con uno dei personaggi ed a un livello più alto spingerlo alla riflessione. In The vast of night non c’è nulla di tutto questo.
Uno dei due protagonisti, entrambi promettenti giovani attori, Sierra McCormick, suscita addirittura antipatia per il suo quasi monologo iniziale, un chiacchiericcio petulante ed ininterrotto che risulta un insulso, disturbante prologo all’azione. Il problema è che poi l’azione non c’è e i dialoghi si susseguono ai dialoghi senza sosta fino alla fine. Che sia anche questa una prova attoriale?
Inutile dire che il finale è di una banalità a dir poco imbarazzante e fa rimpiangere quella vecchia serie TV americana andata qualche anno dopo in onda anche in Italia e che rappresenta per gli amanti del genere fantascientifico un caposaldo dell’epoca ed un ricordo nostalgico insieme ad “A come Andromeda” col compianto Vannucchi.
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sorcinelli
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lunedì 7 settembre 2020
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novanta minuti di noia mortale
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Sarà anche una "sorprendente opera prima" per i cinefili. Per ogni spettatore, è un insulso, indigesto e verbosissimo mattone.
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balunzen
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martedì 30 giugno 2020
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non ci sto!
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Non ci sto! Se questa è la fantascienza attuale, poveri noi.
Un mattone terribile, ti aspetti sempre che succeda qualcosa ma invece rimane tutto piatto.
Il film è incredibilmente statico, a parte le immotivate corse a rotta di collo dei due protagonisti (che, per inciso, disponevano di un'auto).
I progressi della trama sono legati esclusivamente a un paio di spiegoni interminabili che ti svelano in anticipo il finale, peraltro scontato.
E' palesemente un film fatto per la TV, come si legge nei titoli di coda.
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