Martin Scorsese incontra Bob Dylan in un documento straordinario che diviene riflessione sul presente. Ora su Netflix.
di Emanuele Sacchi
Martin Scorsese alterna immagini di repertorio, estratte da da un enorme ammontare di materiale inedito, e testimonianze recenti per raccontare a suo modo la Rolling Thunder Revue, il tour 1975-1976 che ha portato Dylan e un carrozzone di artisti come Joan Baez, Allen Ginsberg o Patti Smith in giro per il mondo, sulle note dell'album che diventerà Desire.
È Georges Méliès, prestidigitatore e cineasta, a introdurci alle meraviglie della Rolling Thunder Revue. E a dettare così anche cifra stilistica e contenutistica del nostro viaggio. Soprattutto a suggerire la maniera corretta di interpretarlo: quel che seguirà può essere frutto di realtà come di illusione. Sulla base di queste premesse Rolling Thunder Revue - Martin Scorsese racconta Bob Dylan diviene oggetto di difficile classificazione, che obbliga lo spettatore a una visione attiva, partecipativa, in cui è costretto a rimettersi costantemente in discussione.
Chi si aspetta il semplice documentario musicale celebrativo è fuori strada. Le testimonianze odierne, in particolare, mescolano vero e falso, virando verso il territorio di This is Spinal Tap e del mockumentary.