nadia meden
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mercoledì 4 dicembre 2019
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grande woody
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Ho potuto assistere a un film molto bello, brillante e intelligente in perfetto stile Allen . un film che mi ha fatto trascorrere un week-end , piovoso, nella sua aatissima Manhattan in compagnia di due giovani attori bravissimi . Belle scene , bei dialoghi, un film intelligente da non perdere . Forza Woody !!! Grazie
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geppo
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mercoledì 4 dicembre 2019
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molta estetica , un po' meno sostanza.
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Il film è decisamente bello nei dialoghi, nell'atmosfera e nelle stupende riprese. Traspare il solito fantastico Woody Allen come protagonista, il suo amore per Manhattan, per la bella musica, per le giornate piovose (come non essere d'accordo.....). Manca un po' di sostanza nella storia troppo leggera e scontata, lontana dai capolavori come Manhattan, Match Point, Blue Jasmin ,Café Society ecc.ecc. Comunque consigliato.
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ce1973
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martedì 3 dicembre 2019
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in gran forma
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Bello tutto, i dialoghi in primis, sempre arguti, sagaci, divertenti.
Una bella storia con immagini meravigliose che ti fanno venire voglia di partire subito per NY
Allen in gran forma all'altezza dei suoi film migliori anni 70
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frankmoovie
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martedì 3 dicembre 2019
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un giorno di pioggia a n.y. piacevole romanticismo
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Il ritorno di Woody Allen è veramente di gran livello: con i suoi dialoghi dal ritmo frenetico, le semplici battute che lasciano il segno, scene di una Manhattan che ci fa conoscere sempre di più attraverso le sue pellicole, i colori e la fotografia stupenda di Vittorio Storaro e la colonna sonora pregna di canzoni da piano bar … Ho scritto tutto? No. L’autore e regista conferma la sua bravura attraverso questo suo modo di affrontare l’argomento “amore giovanile” e le sue certezze-incertezze, le forze emotive e le debolezze, l’inesperienza nel prendere decisioni e la volontà di correre dietro la felicità.
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Il ritorno di Woody Allen è veramente di gran livello: con i suoi dialoghi dal ritmo frenetico, le semplici battute che lasciano il segno, scene di una Manhattan che ci fa conoscere sempre di più attraverso le sue pellicole, i colori e la fotografia stupenda di Vittorio Storaro e la colonna sonora pregna di canzoni da piano bar … Ho scritto tutto? No. L’autore e regista conferma la sua bravura attraverso questo suo modo di affrontare l’argomento “amore giovanile” e le sue certezze-incertezze, le forze emotive e le debolezze, l’inesperienza nel prendere decisioni e la volontà di correre dietro la felicità. Sorrisi, tenerezza, riflessioni sulla vita e suoi ruoli assegnati dal destino e dai propri genitori nella società, sull’importanza del matrimonio e i probabili ostacoli (anche il modo di ridere del partner …), sulle scelte di vita. “Una giornata di pioggia a New York” porta lo spettatore in giro per la Città e per locali o Hotel di lusso, sotto un’acqua che fa anche da colonna sonora, non invadente. Alcuni scambi di parole colpiscono, come, se ricordo bene: “Il tempo è come un treno che va … di seconda classe: scomodo …” oppure : “La vita reale è per chi non sa fare di meglio” e, infine, la riflessione del giovane fumatore protagonista sull’aver comprato un bocchino per fumare, “cosi’ allontana l’enfisema e il cancro che prima o poi arriveranno … “. Bravi i giovani attori Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, e conferme per Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber … Ottima interpretazione, poi, della pioggia, protagonista importante e legato al “destino” che è il tema base del film. Si torna a casa con una piacevole sensazione di gioventù regalataci da un ottantenne regista – artista che ci fa anche pensare con un semplice dialogo del film: “Piango sia ai matrimoni che ai funerali. Per lo stesso motivo”. Grande, no?
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mardou_
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martedì 3 dicembre 2019
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bentornato woody
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A causa dell’odioso processo inquisitorio del #MeToo che ha scatenato la caccia alle streghe, l’ultima fatica di Woody Allen arriva nelle sale del mondo solo in queste settimane, dopo due anni di limbo.
Forse per questo stacco temporale, ma non solo, si ha come la sensazione che la pellicola abbia perso il passo del tempo: all’inizio i dialoghi sono quasi rallentati, forzati, le classiche battute alla Woody strappano appena l’ombra di un sorriso mentre tante situazioni vengono sviluppate frettolosamente ed i personaggi celebri ridotti quasi a comparse, come a voler usare i classici ingredienti delle sue pellicole senza la giusta amalgama.
Anche la Grande Mela è ridotta troppo spesso al cliché: dagli appartamenti da rivista a Soho o sulla Fifth Avenue, passando per il MET, la passeggiata in carrozza e il Delacorte Clock nello zoo di Central Park, fino al piano bar al Carlyle, si respira tutta la nostalgia di Allen per una New York che ha trasformato i suoi luoghi del cuore in spot da turisti.
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A causa dell’odioso processo inquisitorio del #MeToo che ha scatenato la caccia alle streghe, l’ultima fatica di Woody Allen arriva nelle sale del mondo solo in queste settimane, dopo due anni di limbo.
Forse per questo stacco temporale, ma non solo, si ha come la sensazione che la pellicola abbia perso il passo del tempo: all’inizio i dialoghi sono quasi rallentati, forzati, le classiche battute alla Woody strappano appena l’ombra di un sorriso mentre tante situazioni vengono sviluppate frettolosamente ed i personaggi celebri ridotti quasi a comparse, come a voler usare i classici ingredienti delle sue pellicole senza la giusta amalgama.
Anche la Grande Mela è ridotta troppo spesso al cliché: dagli appartamenti da rivista a Soho o sulla Fifth Avenue, passando per il MET, la passeggiata in carrozza e il Delacorte Clock nello zoo di Central Park, fino al piano bar al Carlyle, si respira tutta la nostalgia di Allen per una New York che ha trasformato i suoi luoghi del cuore in spot da turisti.
Il merito di Woody resta quello di ingaggiare ogni volta gli attori più talentuosi di ogni nuova generazione: il classico triangolo amoroso tra giovane alter ego Timothee Chamelet e la bravissima Elle Fanning, perfetta nella parte della bionda ricca, cretina ed ignorante, viene chiuso da una sorprendente Selena Gomez che, tolte le canzoni nostalgiche post relazione con Justin Bieber, conferma le doti di attrice già testate in SpringBreak.
Nella seconda parte tutto torna fluido, facendoci sperare di essere coccolati dai film del regista americano ancora per molti anni.
Di tutto resta il fatto che soltanto a New York, Londra e Parigi vale la pena vivere per essere felici: se non sei qui, non sei da nessuna parte e soltanto il misto di ansia, competizione, adrenalina e poesia urbana che queste metropoli ci regalano possono fare accadere cose straordinarie ed in aspettate.
Anche in un giorno di pioggia.
Elisabetta Baou Madingou
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uragano
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domenica 1 dicembre 2019
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leggera profondita'
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URAGANO
Leggero e profondo
Non è necessario essere noiosi per dire cose serie Raccontare[+]
URAGANO
Leggero e profondo
Non è necessario essere noiosi per dire cose serie Raccontare di sentimenti esprimere emozioni addentrarsi nelle profondità dello spirito con soave leggerezza ripercorrere le sfumature dell'animo con grazia gentile è ciò che fa ancora una volta in questo delicato e garbato film Woody Allen
Tutti i suoi film sembrano all'apparenza essere inconsistenti perchè il regista li sostiene con una colonna sonora fatta di motivi conosciuti ed amati qui la musica di Errol Garner ci accompagna, si avvale della fotografia pura ed immaginifica di Vittorio Storaro suscita la nostra risata con battute ilari e fulminee ma tutto ciò è solo apparenza il racconto che scorre sotto è sempre intriso di melanconia per l'ineluttabilità del destino. Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) due ragazzi giovani ed innamorati colgono l'occasione di trascorrere un week end a New York approfittando del fatto che Ashleigh deve intervistare un famoso regista per la rivista del college. Gatsby è desideroso di fare conoscere la sua fascinosa e amata città alla ragazza che viene dall'Arizona ma in questi due giorni nulla andrà come previsto : questo è il senso della storia che è anche il senso della vita. L'intervista con il maturo regista darà l'avvio ad una rocambolesca quanto inaspettata evoluzione degli avvenimenti, i due giovani si perderanno si rincorreranno si rincontreranno in una New York fatta di grattacieli che si vedono dall'alto di strade che sono posti di incontro ma anche luoghi dell'anima con orologi musicali e piogge improvvise.
Ma la NY di WA davvero esiste? O è solo la proiezione della NY che esiste nella mente del regista? La città è magica e affascinante un contenitore dove accadono le cose della vita che sono improvvise impreviste e mutevoli come lo è il cielo di questa seducente città dove anche la pioggia sotto la quale passeggiare può essere una pausa necessaria tra un accadimento ed un altro del destino
Il regista intermezza nei dialoghi colti battute fulminee ed acute cuce addosso ai personaggi le sue nevrosi ma è nel giovane Gasby che si identifica, il corpo è del ragazzo ma lo spirito è quello di un uomo che ha raggiunto la piena maturità i miti sono quelli della sua generazione e l'atmosfera resta rarefatta e senza tempo
Tutto è perfetto e godibile appropriate le pause la musica che scorre sotto affascinante e coinvolgente
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rob8
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domenica 1 dicembre 2019
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non basta evocare manhattan perché si compia un nuovo capolavoro
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Non bastano una New York malinconica ed una colonna sonora di standard immortali; né il consueto omaggio ai maestri del cinema e delle arti; né la fotografia di Storaro e la sapiente mdp di Allen, per emozionare lo spettatore, se la storia e i personaggi peccano di empatia e gli snodi narrativi risultano risaputi o poco credibili - compreso il metaforico finale che, sotto l’orologio girevole di Central Park, sugella in modo prevedibile una gracile ronde sentimentale. Non basta, in poche parole, evocare Manhattan perché si compia un nuovo capolavoro.
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vincenzo ambriola
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sabato 30 novembre 2019
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mancano le emozioni, quelle vere
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Lei è una tipa un po' stranita, vuole intervistare un famoso regista e invece si trova per un giorno nel circo del cinema, inteso come quelli che il cinema lo fanno. Lui è un tipo un po' strano, quando gioca a poker vince sempre, sa suonare e cantare gli standard jazz al pianoforte, cita autori classici di ogni tipo senza sbagliare mai. Sono a Manhattan per un fine settimana sentimentale e, si spera, indimenticabile. Lei viene da Tucson, Arizona, lui è nato a New York, che conosce e vive intensamente. La storia non è importante, perché il vero protagonista è sempre lui, Woody Allen, immancabilmente legato alla sua città, alla sua musica, al suo raffinato senso estetico.
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Lei è una tipa un po' stranita, vuole intervistare un famoso regista e invece si trova per un giorno nel circo del cinema, inteso come quelli che il cinema lo fanno. Lui è un tipo un po' strano, quando gioca a poker vince sempre, sa suonare e cantare gli standard jazz al pianoforte, cita autori classici di ogni tipo senza sbagliare mai. Sono a Manhattan per un fine settimana sentimentale e, si spera, indimenticabile. Lei viene da Tucson, Arizona, lui è nato a New York, che conosce e vive intensamente. La storia non è importante, perché il vero protagonista è sempre lui, Woody Allen, immancabilmente legato alla sua città, alla sua musica, al suo raffinato senso estetico. Così legato ai suoi cliché da non accorgersi che non ha nulla da dire, nulla da offrire, se non una patina di superficiali banalità. Non bastano due gocce di pioggia e un po' di jazz per fare un buon film, ci vogliono emozioni, ma di quelle vere.
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lbavassano
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sabato 30 novembre 2019
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però...
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Definirlo un brutto film sarebbe una bestemmia. Splendide location, interpreti perfetti, dialoghi impeccabili, musiche... manco a dirlo. Però. Però ti lascia l'impressione di un ulteriore ripiegarsi di Woody Allen su se stesso, nostalgico e privo di mordente, e, quel che forse è peggio, di un finale che più scontato non si può. (I film di Woody Allen, però, meritano sempre una prova d'appello, proprio perché alla prima visione sempre più spesso deludono, ed invece, rivisti, rivelano bellezze mascherate dall'arte della leggerezza).
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giovanni_b_southern
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sabato 30 novembre 2019
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molto, molto bello
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Allen i capolavori già li ha fatti. Siamo 'cresciuti' con i suoi film. Non possiamo fare a meno di andarli a vedere. Il film è sinceramente da vedere. Dialoghi straordinari : secchi, potenti, ironici, simpatici, custici. Non ho mai capito se l'America descritta da Allen esista davvero. Film che mi sento di consigliare vivamente : tutto è da manuale, tutto.
Una citazione essenzialmente estetica : Kelly Rohrbach. Fa una particina. La sua bellezza è impressionante. In sintesi : da vedere
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