
Una perfetta interazione tra Lindon e interpreti non professionisti al servizio di una sceneggiatura precisa che parla di rispetto dei patti. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Annabella Calabrese.
di A cura della redazione
La fabbrica Perrin, un'azienda specializzata in apparecchiature, firma un accordo nel quale viene chiesto ai dirigenti e ai lavoratori uno sforzo salariale per salvare l'azienda. In cambio c'è la garanzia dell'occupazione per i successivi 5 anni almeno. Due anni dopo l'azienda annuncia di voler chiudere i battenti. Ma i lavoratori si organizzano per difendere il proprio lavoro.
Stéphane Brizé torna, a tre anni di distanza da La legge del mercato, al sodalizio con Vincent Lindon per affrontare nuovamente le condizioni di lavoro ai giorni nostri.
La sceneggiatura è estremamente precisa, nulla è stato affidato al caso eppure l'esito finale è di una naturalezza straordinaria.
Il regista non trasforma mai il suo lavoro in docufiction. Vediamo gli operai pretendere una sola cosa: il rispetto dei patti.
In occasione dell'uscita al cinema di In guerra, Annabella Calabrese interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.