la nera
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venerdì 31 luglio 2020
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ni
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fedenisi
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giovedì 23 luglio 2020
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boh!
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Ma davvero? Un timido tentativo riuscito malissimo.. a questo punto meglio la pazza gioia di Virzì
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maxdembo
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giovedì 27 dicembre 2018
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gente dell'abisso
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Quando qualche anno fa mi chiesero di scrivere la recensione di "Perfidia" di Bonifacio Angius per un magazine online, affrontai il compito con qualche pregiudizio a riguardo. Mi chiedevo se questo prodotto potesse essere all'altezza di un Cinema nazionale e internazionale di livello. Avevo paura, infatti, di ritrovarmi davanti ad un imbroglio amatoriale da due soldi. Ma quel pregiudizio, nel corso della visione della pellicola, svanì del tutto, lasciandomi alla fine un'emozione profonda addosso. Uscendo dalla sala ricordo chiaramente che affermai: "Il Cinema in Sardegna si può fare. E pure bene. " Perfidia non era esente da difetti ma era, a modo suo, un'opera completa, ricca di senso e frutto di un ottimo lavoro in fase di scrittura.
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Quando qualche anno fa mi chiesero di scrivere la recensione di "Perfidia" di Bonifacio Angius per un magazine online, affrontai il compito con qualche pregiudizio a riguardo. Mi chiedevo se questo prodotto potesse essere all'altezza di un Cinema nazionale e internazionale di livello. Avevo paura, infatti, di ritrovarmi davanti ad un imbroglio amatoriale da due soldi. Ma quel pregiudizio, nel corso della visione della pellicola, svanì del tutto, lasciandomi alla fine un'emozione profonda addosso. Uscendo dalla sala ricordo chiaramente che affermai: "Il Cinema in Sardegna si può fare. E pure bene. " Perfidia non era esente da difetti ma era, a modo suo, un'opera completa, ricca di senso e frutto di un ottimo lavoro in fase di scrittura. Tutto il cast (ricordo ancora l'interpretazione maiuscola di Mario Olivieri) era perfettamente calato nell'ingrato compito di dipingere un'umanità senza scampo, drammaticamente votata a soccombere sotto i colpi di una normalità avvilente. In "Ovunque proteggimi" il discorso riprende esattamente da dove lo avevamo lasciato. Non ci sono eroi in questa storia, non ci sono eroi come almeno un altro tipo di Cinema, distante anni luce da questo, ci ha insegnato a riconoscere. In questo film, invece, si agitano delle ombre umane, patetiche figure che si trascinano di situazione in situazione, senza però dare un senso compiuto alle loro azioni. Attenzione però. Su questo punto tornerò alla fine. Angius, stavolta, ricorre ad una regia più asciutta, equilibrata che, senza manierismi, punta il suo occhio impietoso sui volti dei personaggi, sulle maschere solcate e consumate dalla fatica di esistere. Alessandro è un uomo sconfitto (Alessandro Gazale è bravissimo nel dargli non solo il nome ma anche un volto), un cantante folk fallito, ormai nella fase discendente della propria esistenza. Collerico e alcolizzato si muove su un confine liminale, più orientato ad una realtà distopica, alienata, arenata sui blocchi di partenza, distante dalla normalità e dalle regole del gioco che una società nella quale integrarsi impone, pena l'esclusione. Primitivo, grezzo, agisce mosso da una foga sconclusionata, un odio cieco e uniforme, esattamente come bambino che vuole ostinatamente qualcosa, ma non sa neppure cosa con precisione. Questo finché non incontra un'altra anima nera che è quella di Francesca. Non a caso l'incontro avviene in un Istituto di Igiene Mentale, un luogo di esclusione, etichetta istituzionalizzata di una società che emargina le persone non conformi. Il meccanismo che sembrava irrimediabilmente rotto, si rimette in moto. Da questo momento a seguire in Alessandro comincerà ad agitarsi qualcosa che è altro da lui. La sua autoreferenziale esistenza andrà progressivamente smaterializzandosi, in modo del tutto inconsapevole è chiaro, per seguire ora uno scopo, un obiettivo che lo porterà a compiere infine un inaspettato gesto di altruismo. Il processo che si compie è esattamente l'opposto di quello che abbiamo osservato in Perfidia. E nonostante questo, è apprezzabile l'ossimorica frequenza con la quale vengono mostrati gli enormi spazi vuoti della Sardegna, dal Nord al Sud, e la soffocante oppressione che stringe i personaggi come un nodo alla gola. Il film soffre forse nei ritmi, come già accadeva in Perfidia, ma l'incedere stanco, pesante, rende bene l'idea della fatica del protagonista nel trascinarsi in avanti in un mondo che non riconosce e che non lo riconosce. "Ovunque proteggimi" è, concludendo, un'opera matura, potente, che schiaffeggia il pubblico e lo ponte di fronte a quella "gente dell'abisso" che vorremmo relegare nei più lontani recessi del nostro mondo fatto di tante piccole sciocchezze . Un faro puntato su quelle vite interrotte, su quelle vite sulle quali misuriamo la nostra fortuna. Angius ci sussurra un monito fra le sequenze del suo film: ingiusto punirle, ingiusto giudicarle.
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cristiano ceccarelli
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giovedì 27 dicembre 2018
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ti devo dire un segreto
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Penso al film "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius, che ho avuto il piacere di vedere ieri sera....e che consiglio a tutti di andare a vedere perchè è un film che fa pensare, che regala emozioni, almeno così è stato per me e così quando stamattina sono arrivato in studio mi sono ritrovato a spulciare tra le riflessioni che mi capitava spesso di scrivere quando svolgevo il difficile ruolo di Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni di Sassari.
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Penso al film "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius, che ho avuto il piacere di vedere ieri sera....e che consiglio a tutti di andare a vedere perchè è un film che fa pensare, che regala emozioni, almeno così è stato per me e così quando stamattina sono arrivato in studio mi sono ritrovato a spulciare tra le riflessioni che mi capitava spesso di scrivere quando svolgevo il difficile ruolo di Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni di Sassari... difficile mettere d'accordo quello che ti dice la testa e ciò che ti suggerisce la pancia, difficile conciliare la tutela di un minore che vive in una famiglia oggettivamente inadeguata e il sentimento di un bambino che comunque sente quella stessa famiglia come la sua Famiglia ( e la effe maiuscola non è un errore di battitura) , tutto il mio rispetto per chi lavora in un campo così complesso dove gli aspetti normativi spesso si fondono con quelli emotivi ( e così non dovrebbe essere) , a volte ci si riesce a volte un pò meno, non sta a me giudicare , l'importante è esserne consapevoli...
Questa è una delle riflessioni che scrissi di getto dopo una udienza, ricordo ancora nitidamente tutto, come fosse accaduto ieri, perchè ho una buona memoria, perchè il mio lavora educa inevitabilmente alla sensibilità e perchè ogni tanto mi capita di vedere un bel film: grazie Bonifacio Angius !!!
TI DEVO DIRE UN SEGRETO
ti devo dire un segreto...
sentiamo:
mia mamma e’ povera,
non e’ un segreto, questo lo sapevo,
aspetta non ho finito, c'e' un altro segreto...
continua
mia mamma e’ povera e a volte beve, beve molto e diventa cattiva con me, non so perche' lo faccia, ma quando lo fa io sto male,
anche questo lo sapevo gia' e mi dispiace davvero tanto,
aspetta non ho finito...
dimmi
il vero segreto e' un altro
quale ?
mia mamma pero' mi vuole bene....
lo so, e penso che anche tu gliene voglia,
allora non ci sono piu’ segreti tra di noi
non ce ne sono mai stati,
allora mi aiuterai ?
faro' tutto il possibile per aiutare te ma soprattutto tua mamma
e lei potra' essere sempre mia mamma ?
a questo non so risponderti, lo spero e ce la metteremo tutta perche' tu rimanga con tua mamma e lei con te,
e comunque faremo in ogni caso tutto il possibile perche' tu possa avere una vita felice,
non so ancora bene come ma ti prometto che lo faremo,
sto meglio adesso ,
cosa ti fa stare meglio?
penso che tu mi capisci e che mi posso fidare di te
ma mi posso fidare di te ...?
Puoi fidarti di me.
dott. Cristiano Ceccarelli (ex giudice minorile presso il tribunale peri minorenni di Sassari)
testo parafrasato da un colloquio reale tenuto con un minore per il quale si era aperta la procedura volta alla dichiarazione dello stato di adottabilita’
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giovedì 27 dicembre 2018
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ovunque proteggimi.....ti devo dire un segreto .
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Penso al film "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius, che ho avuto il piacere di vedere ieri sera....e che consiglio a tutti di andare a vedere perche` e` un film che fa pensare, che regala emozioni, almeno cosi` e` stato per me e cosi` quando stamattina sono arrivato in studio mi sono ritrovato a spulciare tra le riflessioni che mi capitava spesso di scrivere quando svolgevo il difficile ruolo di Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni di Sassari... difficile mettere d'accordo quello che ti dice la testa e cio` che ti suggerisce la pancia, difficile conciliare la tutela di un minore che vive in una famiglia oggettivamente inadeguata e il sentimento di un bambino che comunque sente quella stessa famiglia come la sua Famiglia ( e la effe maiuscola non e` un errore di battitura) , tutto il mio rispetto per chi lavora in un campo cosi` complesso dove gli aspetti normativi spesso si fondono con quelli emotivi ( e cosi` non dovrebbe essere) , a volte ci si riesce a volte un po` meno, non sta a me giudicare , l'importante e` esserne consapevoli.
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Penso al film "Ovunque proteggimi" di Bonifacio Angius, che ho avuto il piacere di vedere ieri sera....e che consiglio a tutti di andare a vedere perche` e` un film che fa pensare, che regala emozioni, almeno cosi` e` stato per me e cosi` quando stamattina sono arrivato in studio mi sono ritrovato a spulciare tra le riflessioni che mi capitava spesso di scrivere quando svolgevo il difficile ruolo di Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni di Sassari... difficile mettere d'accordo quello che ti dice la testa e cio` che ti suggerisce la pancia, difficile conciliare la tutela di un minore che vive in una famiglia oggettivamente inadeguata e il sentimento di un bambino che comunque sente quella stessa famiglia come la sua Famiglia ( e la effe maiuscola non e` un errore di battitura) , tutto il mio rispetto per chi lavora in un campo cosi` complesso dove gli aspetti normativi spesso si fondono con quelli emotivi ( e cosi` non dovrebbe essere) , a volte ci si riesce a volte un po` meno, non sta a me giudicare , l'importante e` esserne consapevoli... Questa e` una delle riflessioni che scrissi di getto dopo una udienza, ricordo ancora nitidamente tutto, come fosse accaduto ieri, perche` ho una buona memoria, perche` il mio lavora educa inevitabilmente alla sensibilita` e perche` ogni tanto mi capita di vedere un bel film: grazie Bonifacio Angius !!! TI DEVO DIRE UN SEGRETO ti devo dire un segreto... sentiamo: mia mamma e’ povera, non e’ un segreto, questo lo sapevo, aspetta non ho finito, c'e' un altro segreto... continua mia mamma e’ povera e a volte beve, beve molto e diventa cattiva con me, non so perche' lo faccia, ma quando lo fa io sto male, anche questo lo sapevo gia' e mi dispiace davvero tanto, aspetta non ho finito... dimmi il vero segreto e' un altro quale ? mia mamma pero' mi vuole bene.... lo so, e penso che anche tu gliene voglia, allora non ci sono piu’ segreti tra di noi non ce ne sono mai stati, allora mi aiuterai ? faro' tutto il possibile per aiutare te ma soprattutto tua mamma e lei potra' essere sempre mia mamma ? a questo non so risponderti, lo spero e ce la metteremo tutta perche' tu rimanga con tua mamma e lei con te, e comunque faremo in ogni caso tutto il possibile perche' tu possa avere una vita felice, non so ancora bene come ma ti prometto che lo faremo, sto meglio adesso , cosa ti fa stare meglio? penso che tu mi capisci e che mi posso fidare di te ma mi posso fidare di te ...? Puoi fidarti di me. dott. Cristiano Ceccarelli (ex giudice minorile presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari) testo parafrasato da un colloquio reale tenuto con un minore per il quale si era aperta la procedura volta alla dichiarazione dello stato di adottabilita’
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antonio canu
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venerdì 21 dicembre 2018
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la disperazione al potere
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Potrei parlare dei difetti che ho riscontrato durante la visione ma se un film ti fa ridere, emozionare e piangere che gli si può chiedere di più? Forse di lasciare Sassari e la Sardegna ma è ancora presto per Bonifacio visto che parliamo del suo secondo lungometraggio e allora non posso che dire che questo film mi ha riempito il cuore. Quella fitta che ti accompagna da quando ti siedi in sala, continua anche nei giorni seguenti fino a deflagrare fra le confortanti mura della vita di tutti i giorni. Perché è di vita che si parla, del sentire estremo di due disadattati che graffiano ad ogni fotogrammi. La vera protagonista del film è la disperazione desolante di Alessandro che si arrende all'amore, alla speranza, ad un sentimento che eleva anche solo per un momento chi dalla vita ha preso solo calci.
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Potrei parlare dei difetti che ho riscontrato durante la visione ma se un film ti fa ridere, emozionare e piangere che gli si può chiedere di più? Forse di lasciare Sassari e la Sardegna ma è ancora presto per Bonifacio visto che parliamo del suo secondo lungometraggio e allora non posso che dire che questo film mi ha riempito il cuore. Quella fitta che ti accompagna da quando ti siedi in sala, continua anche nei giorni seguenti fino a deflagrare fra le confortanti mura della vita di tutti i giorni. Perché è di vita che si parla, del sentire estremo di due disadattati che graffiano ad ogni fotogrammi. La vera protagonista del film è la disperazione desolante di Alessandro che si arrende all'amore, alla speranza, ad un sentimento che eleva anche solo per un momento chi dalla vita ha preso solo calci. La sua pazzia, la loro disperata pazzia cerca una rivalsa, cerca il modo di "fregarli", di sfuggire ad una società dove gli ultimi devono rimanere tali, devono sentirsi inadeguati e sporchi. Ma quell'angelo nero e sballato, rozzo e ignorante ha un super potere nascosto, un raggio di luce talmente puro da farti dimenticare chi sia, da farti scordare la sua storia, fino a farti desiderare di esser come lui solo per avere almeno per un attimo il suo super potere.
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venerdì 14 dicembre 2018
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da vedere
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film da vedere assolutamente...
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venerdì 14 dicembre 2018
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da vedere
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Delicato e irrompente come la follia , un figlio legato ad una madre difficile e uno sconosciuto che desidera essere solo amato! Figli della vita e dei loro drammi mai affrontati.. uniti da un filo conduttore di follia e solitudine! Bellissimo , è bravissimo Alessandro Gazale
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cardclau
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lunedì 10 dicembre 2018
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una riflessione sulla devianza
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Il film di Bonifacio Angius, Ovunque proteggimi, è un bel film, complesso, amaro e nel contempo assai inquietante, un tipo di road story, con dei bravi attori. Tratta una storia di devianza, che trova un fertile humus sulla povertà sfociata nella miseria, un tema caro non solo a me, e sul ruolo contenitivo della società che li circonda, e che a volte può sembrare un pochino persecutoria. Miseria che riconosciamo per la grave e irreversibile frattura delle relazioni intrafamiliari, quindi estese all’esterno, in una assoluta incapacità a prendersi la responsabilità del proprio vivere. Cominciamo a conoscere Alessandro (un bravo e convincente Alessandro Gazale). Alessandro ricorda che suo padre per il compleanno gli aveva regalato una camicia e una chitarra, e che in breve tempo gli aveva insegnato a suonare una canzone, e conclude che suo padre era stato l’unico vero amico della sua vita. Ovviamente un padre è solo un padre, buono o cattivo che sia, non può essere un amico o un fratello, se no entriamo in una profonda confusione di ruolo. Alessandro canta con un gruppetto, ma è uno spiantato, è un po’ picchiato (ma lo capiremo dopo), vive con la madre perché non sa dove andare, non ha la ragazza, è un alcolista riconosciuto e conosciuto dal suo ambiente, che ha dovuto operare dei TSO (trattamento sanitario obbligatorio) perché a volte dopo aver bevuto si poteva permettere un atteggiamento un po’ violento se contrariato (l’abbiamo visto solo con sua madre per 200 euro). Durante uno di questi episodi conosce, durante il ricovero coatto, una ragazza, Francesca (una brava e convincente Francesca Niedda), diciamo strana, sicuramente psicotica, che sta come sospesa fra mondi diversi, e dice e non dice. Pur nella assoluta stranezza ed estraneità Francesca e Alessandro, nell’oscurità della notte di ospedalizzazione, complice la scarsità del controllo sanitario, fanno sesso. Non posso dire che fanno all’amore perché solo nel secondo caso vengono messi in opera il desiderio, le emozioni, i sentimenti, la relazione, che qui mancano. Siamo ad un livello istintuale, pericolosamente senza pensiero, un agito totale. E qui giustamente cominciamo ad agitarci perché potrebbe finire male. Alessandro per quel fatto si sentirà sorprendentemente responsabile e cercherà di proteggere e di aiutare Francesca. Nel frattempo veniamo messi al corrente che Francesca è anche una tossico dipendente, che ha un figlio che le è stato allontanato dal giudice, che vuole scappare per rifarsi una vita. Francesca appare anaffettiva, e sembra di non avere un barlume di cosa vuol dire essere madre. Il figlio, probabilmente di quattro anni, a parte le smancerie solo di facciata, per un contentino sentimentale, è già un grave dipendente dei tablet, cosa che ha divertito sonoramente, alcuni degli spettatori. A me ha fatto invece gelare.
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aulin wolf
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domenica 9 dicembre 2018
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"l'amore, il marito della vita"
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"l'amore viene dal basso, dalle stature, dall'innocenza" (Piero Ciampi)
Alessandro e Francesca, i due protagonisti, sono due creature selvagge e piene d'amore, piegate ad un mondo ostile fatto di personaggi chiusi in rigidi codici etici, morali, in linguaggi burocratici, nel bisogno meccanico di fare e dire la cosa giusta, ottusi, confusi e paternalisti.
Alessandro e Francesca sono fuori da questo mondo, o vivono in una dimensione totalmente parallela al resto del mondo e, attraverso, fuori, dentro, questo mondo, intraprendono un viaggio dove, come unica bussola possibile, ci sono il sentimento e l'istinto, in tutte le loro sfaccettature, dall'amore più profondo alla rabbia più disperata.
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"l'amore viene dal basso, dalle stature, dall'innocenza" (Piero Ciampi)
Alessandro e Francesca, i due protagonisti, sono due creature selvagge e piene d'amore, piegate ad un mondo ostile fatto di personaggi chiusi in rigidi codici etici, morali, in linguaggi burocratici, nel bisogno meccanico di fare e dire la cosa giusta, ottusi, confusi e paternalisti.
Alessandro e Francesca sono fuori da questo mondo, o vivono in una dimensione totalmente parallela al resto del mondo e, attraverso, fuori, dentro, questo mondo, intraprendono un viaggio dove, come unica bussola possibile, ci sono il sentimento e l'istinto, in tutte le loro sfaccettature, dall'amore più profondo alla rabbia più disperata. de questa è l'unica bussola con la quale vale la pena di seguirli.
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