cardclau
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lunedì 10 dicembre 2018
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una riflessione sulla devianza
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Il film di Bonifacio Angius, Ovunque proteggimi, è un bel film, complesso, amaro e nel contempo assai inquietante, un tipo di road story, con dei bravi attori. Tratta una storia di devianza, che trova un fertile humus sulla povertà sfociata nella miseria, un tema caro non solo a me, e sul ruolo contenitivo della società che li circonda, e che a volte può sembrare un pochino persecutoria. Miseria che riconosciamo per la grave e irreversibile frattura delle relazioni intrafamiliari, quindi estese all’esterno, in una assoluta incapacità a prendersi la responsabilità del proprio vivere. Cominciamo a conoscere Alessandro (un bravo e convincente Alessandro Gazale). Alessandro ricorda che suo padre per il compleanno gli aveva regalato una camicia e una chitarra, e che in breve tempo gli aveva insegnato a suonare una canzone, e conclude che suo padre era stato l’unico vero amico della sua vita. Ovviamente un padre è solo un padre, buono o cattivo che sia, non può essere un amico o un fratello, se no entriamo in una profonda confusione di ruolo. Alessandro canta con un gruppetto, ma è uno spiantato, è un po’ picchiato (ma lo capiremo dopo), vive con la madre perché non sa dove andare, non ha la ragazza, è un alcolista riconosciuto e conosciuto dal suo ambiente, che ha dovuto operare dei TSO (trattamento sanitario obbligatorio) perché a volte dopo aver bevuto si poteva permettere un atteggiamento un po’ violento se contrariato (l’abbiamo visto solo con sua madre per 200 euro). Durante uno di questi episodi conosce, durante il ricovero coatto, una ragazza, Francesca (una brava e convincente Francesca Niedda), diciamo strana, sicuramente psicotica, che sta come sospesa fra mondi diversi, e dice e non dice. Pur nella assoluta stranezza ed estraneità Francesca e Alessandro, nell’oscurità della notte di ospedalizzazione, complice la scarsità del controllo sanitario, fanno sesso. Non posso dire che fanno all’amore perché solo nel secondo caso vengono messi in opera il desiderio, le emozioni, i sentimenti, la relazione, che qui mancano. Siamo ad un livello istintuale, pericolosamente senza pensiero, un agito totale. E qui giustamente cominciamo ad agitarci perché potrebbe finire male. Alessandro per quel fatto si sentirà sorprendentemente responsabile e cercherà di proteggere e di aiutare Francesca. Nel frattempo veniamo messi al corrente che Francesca è anche una tossico dipendente, che ha un figlio che le è stato allontanato dal giudice, che vuole scappare per rifarsi una vita. Francesca appare anaffettiva, e sembra di non avere un barlume di cosa vuol dire essere madre. Il figlio, probabilmente di quattro anni, a parte le smancerie solo di facciata, per un contentino sentimentale, è già un grave dipendente dei tablet, cosa che ha divertito sonoramente, alcuni degli spettatori. A me ha fatto invece gelare.
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aulin wolf
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domenica 9 dicembre 2018
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"l'amore, il marito della vita"
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"l'amore viene dal basso, dalle stature, dall'innocenza" (Piero Ciampi)
Alessandro e Francesca, i due protagonisti, sono due creature selvagge e piene d'amore, piegate ad un mondo ostile fatto di personaggi chiusi in rigidi codici etici, morali, in linguaggi burocratici, nel bisogno meccanico di fare e dire la cosa giusta, ottusi, confusi e paternalisti.
Alessandro e Francesca sono fuori da questo mondo, o vivono in una dimensione totalmente parallela al resto del mondo e, attraverso, fuori, dentro, questo mondo, intraprendono un viaggio dove, come unica bussola possibile, ci sono il sentimento e l'istinto, in tutte le loro sfaccettature, dall'amore più profondo alla rabbia più disperata.
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"l'amore viene dal basso, dalle stature, dall'innocenza" (Piero Ciampi)
Alessandro e Francesca, i due protagonisti, sono due creature selvagge e piene d'amore, piegate ad un mondo ostile fatto di personaggi chiusi in rigidi codici etici, morali, in linguaggi burocratici, nel bisogno meccanico di fare e dire la cosa giusta, ottusi, confusi e paternalisti.
Alessandro e Francesca sono fuori da questo mondo, o vivono in una dimensione totalmente parallela al resto del mondo e, attraverso, fuori, dentro, questo mondo, intraprendono un viaggio dove, come unica bussola possibile, ci sono il sentimento e l'istinto, in tutte le loro sfaccettature, dall'amore più profondo alla rabbia più disperata. de questa è l'unica bussola con la quale vale la pena di seguirli.
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ivo murgia
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sabato 8 dicembre 2018
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si parla di vita
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno.
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno. Definirle marginali sarebbe sbagliato, dato che i margini li definisce sempre qualcun altro per i suoi comodi, vite e basta, vite vissute, di uomini e di donne. Un film che parte dalla Sardegna verso il mondo, come sempre vorremmo gli artisti sardi, potente nella storia e nelle interpretazioni di Alessandro Gazale e Francesca Niedda, e che non dovete assolutamente perdervi per aiutare le produzioni Made in Sardinia ma soprattutto per regalarvi un film pieno di vita ed emozioni che vi esploderà dentro
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antonia valente
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venerdì 7 dicembre 2018
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una storia amara con retrogusto dolce
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Ovunque proteggimi è una storia di due vite sconvolte ma appassionate che si incontrano.
Si incontrano, si scontrano e si salvano assieme.
E’ un film che parla di due persone che hanno vite drammatiche ma comuni, e nella loro normalità si ritrovano a vivere i problemi, in maniera appassionata e feroce.
Il realismo di queste vite, ti porta a sentirti vicino ai due personaggi, che seppur con i loro errori e le loro insicurezze diventano dei personaggi che ami e apprezzi.
Film denso di sentimenti, carattere e commozione.
Film bellissimo dal linguaggio semplice e dalla fotografia emozionante!
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sergiopintore
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venerdì 7 dicembre 2018
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elegia degli emarginati
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OVUNQUE PROTEGGIMI è uno dei film italiani più americani che abbia visto nell'ultimo anno. Un film carico di rabbia, una rabbia caustica, viscerale, che è molto più di quello che si vede sullo schermo, è letteralmente il ruggito del cuore della "bestia umana", tormentata dal peso dell'esistenza. Nell'anno di "Un affare di famiglia" di Hirokazu Kore'eda, Bonifacio ci propone un film con una tematica simile, estremamente controversa e sulla quale è difficile prendere posizione, soprattutto quando ci sono di mezzo dei bambini. A proposito di bambini, Antonio Angius è uno di quei visi che bucano lo schermo: come parla, come sorride, come strizza gli occhi, come è testimone della sua tragedia familiare.
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OVUNQUE PROTEGGIMI è uno dei film italiani più americani che abbia visto nell'ultimo anno. Un film carico di rabbia, una rabbia caustica, viscerale, che è molto più di quello che si vede sullo schermo, è letteralmente il ruggito del cuore della "bestia umana", tormentata dal peso dell'esistenza. Nell'anno di "Un affare di famiglia" di Hirokazu Kore'eda, Bonifacio ci propone un film con una tematica simile, estremamente controversa e sulla quale è difficile prendere posizione, soprattutto quando ci sono di mezzo dei bambini. A proposito di bambini, Antonio Angius è uno di quei visi che bucano lo schermo: come parla, come sorride, come strizza gli occhi, come è testimone della sua tragedia familiare. Bravo. Ovunque Proteggimi è un film di outsider, di loosers, di emarginati, è un film di anime che lottano nel fango e gridano al mondo che non ci stanno ad affogare. Due anime spezzate affrontano un viaggio on the road attraverso una Sardegna bellissima e durissima, fatta di campi di erba secca, che ci raccontano l'aridità della vita, una vita da cui i protagonisti cercano disperatamente di scappare. Ma per farlo, devono prima fare avanti e indietro su una SS 131 dall'asfalto bollente, che sa molto di camminata sui carboni ardenti. Sassari è raccontata con gli occhi di chi la conosce, di chi l'ha vissuta e di chi riesce a catturarne, ancora una volta, lo spirito, senza renderlo una caricatura. Di questo film si trovano in giro diverse clip, ma io credo che l'immagine migliore per raccontarlo, sia questa che ho condiviso. I due protagonisti, Alessandro e Francesca, salgono a bordo di un autobus e si trovano l'uno di fronte all'altro. I due appaiono come due sagome tratteggiate dal contrasto con la luce del sole che filtra dal finestrino. Lei guarda fuori dal finestrino, assorta nei suoi pensieri, lui guarda lei, che è il motivo per cui è salito sull'autobus, mentre il mondo scorre velocissimo fuori dal finestrino, un mondo che si lascia indietro tutto e tutti, un mondo da cui i due protagonisti si sentono rifiutati. I due non sanno dove stanno andando, ma Alessandro è lì perché sente che può fare qualcosa per Francesca: può aiutarla a scalare le pareti dell'inferno, mentre cerca di tenere a bada i suoi demoni interiori. Alessandro Gazale ci regala un performance di livello, esplorando gli antri più cupi del suo animo. A me è piaciuto molto nella scena in discoteca, quando si aggira per la pista da ballo come un lupo famelico e i suoi occhi scrutano tra la folla una cappuccetto rosso che è tutt'altro che indifesa. Alessandro il lupo, Alessandro il cantante, Alessandro l'ubriacone, Alessandro il bugiardo, Alessandro il violento, Alessandro l'eroe, che trova in Francesca la sua occasione di redenzione. Brava anche Francesca Niedda, divertente e dolce/amara, con un modo di parlare condito di spot pubblicitari e battute spesso fuori luogo. La sua rabbia è tutta negli occhi, nei suoi contrasti, nei suoi conflitti e nella sua coerente incoerenza. Ovunque proteggimi ci insegna che abbiamo tutti bisogno di qualcuno e di quanto sia vera la frase: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre” Ovunque Proteggimi è ancora in programmazione al Cityplex Moderno e se non l'avete ancora visto, andate a guardarlo il prima possibile. Gran bel film, davvero. Questo è il segno che siamo sulla strada giusta e che stiamo seguendo quella filosofia di cui ha parlato spesso Matteo Rovere, con la volontà di cambiare il cinema italiano, rinfrescandolo e rinnovandolo.
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ivo murgia
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venerdì 7 dicembre 2018
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si parla di vita
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno. Definirle marginali sarebbe sbagliato, dato che i margini li definisce sempre qualcun altro per i suoi comodi, vite e basta, vite vissute, di uomini e di donne. Un film che parte dalla Sardegna verso il mondo, come sempre vorremmo gli artisti sardi, potente nella storia e nelle interpretazioni di Alessandro Gazale e Francesca Niedda, e che non dovete assolutamente perdervi per aiutare le produzioni Made in Sardinia ma soprattutto per regalarvi un film pieno di vita ed emozioni che vi esplode
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno. Definirle marginali sarebbe sbagliato, dato che i margini li definisce sempre qualcun altro per i suoi comodi, vite e basta, vite vissute, di uomini e di donne. Un film che parte dalla Sardegna verso il mondo, come sempre vorremmo gli artisti sardi, potente nella storia e nelle interpretazioni di Alessandro Gazale e Francesca Niedda, e che non dovete assolutamente perdervi per aiutare le produzioni Made in Sardinia ma soprattutto per regalarvi un film pieno di vita ed emozioni che vi esploderà dentro
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venerdì 7 dicembre 2018
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si parla di vita
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno. Definirle marginali sarebbe sbagliato, dato che i margini li definisce sempre qualcun altro per i suoi comodi, vite e basta, vite vissute, di uomini e di donne. Un film che parte dalla Sardegna verso il mondo, come sempre vorremmo gli artisti sardi, potente nella storia e nelle interpretazioni di Alessandro Gazale e Francesca Niedda, e che non dovete assolutamente perdervi per aiutare le produzioni Made in Sardinia ma soprattutto per regalarvi un film pieno di vita ed emozioni che vi esplode
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Si parla di vita nel nuovo film di Bonifacio Angius, di un uomo, di una donna, di un bambino e di tutta l’umanità variamente assortita che incontrano nel loro cammino. Un cammino fatto di sofferenze, cadute, riprese ma anche di gioia e felicità, vite insomma, vere, umane, combattute giorno dopo giorno. Definirle marginali sarebbe sbagliato, dato che i margini li definisce sempre qualcun altro per i suoi comodi, vite e basta, vite vissute, di uomini e di donne. Un film che parte dalla Sardegna verso il mondo, come sempre vorremmo gli artisti sardi, potente nella storia e nelle interpretazioni di Alessandro Gazale e Francesca Niedda, e che non dovete assolutamente perdervi per aiutare le produzioni Made in Sardinia ma soprattutto per regalarvi un film pieno di vita ed emozioni che vi esploderà dentro
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rossella dettori
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venerdì 7 dicembre 2018
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reietti in cerca di riscatto
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Film coinvolgente, pieno di empatia. Crudo quanto basta per mostrare una Sardegna che nessuno vuole vedere, ma c'è; speranzoso quanto basta per aspirare a tempi migliori per tutti. Nessuno escluso.
Per molti aspetti, a me ha ricordato La Sposa Turca di Fatih Akin (Gegen die Wand), pellicola che adoro.
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lau30
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lunedì 3 dicembre 2018
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la perla sarda di bonifacio angius
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È una storia d'amore difficile quella di Francesca e Alessandro, protagonisti "borderline" di Ovunque Proteggimi. Entrambi alla ricerca di speranza, entrambi respinti dalla vita, trovano conforto l'uno nell'altra nel road movie ben costruito di Bonifacio Angius. Questo film è una danza sulle note di Piazzolla che scorre in un susseguirsi di vicende al limite. Consigliatissimo.
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stefanocapasso
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giovedì 29 novembre 2018
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l'importanza di essere importanti per qualcuno
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Alessandro ha seri problemi con l’alcool, e questo gli causa la rottura con il gruppo musicale con cui canta da 20 anni. L’ennesimo sfogo distruttivo in casa lo porta all’ospedale dove sosterà qualche giorno, e dove incontrerà una donna con problemi di tossicodipendenza alla quale è stato sottratto il figlio dai servizi sociali. Insieme decidono di darsi una possibilità e di andare a vedere il bambino e poi con lui partire per la Spagna. Ma per prendere il bambino l’unico modo è che scappi con loro.
Un film tutto sardo questo di Bonifacio Angius, dalle emozioni forti e che lavora sul disagio esistenziale dei due protagonisti che sfogano in sostanze diverse la loro inquietudine.
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Alessandro ha seri problemi con l’alcool, e questo gli causa la rottura con il gruppo musicale con cui canta da 20 anni. L’ennesimo sfogo distruttivo in casa lo porta all’ospedale dove sosterà qualche giorno, e dove incontrerà una donna con problemi di tossicodipendenza alla quale è stato sottratto il figlio dai servizi sociali. Insieme decidono di darsi una possibilità e di andare a vedere il bambino e poi con lui partire per la Spagna. Ma per prendere il bambino l’unico modo è che scappi con loro.
Un film tutto sardo questo di Bonifacio Angius, dalle emozioni forti e che lavora sul disagio esistenziale dei due protagonisti che sfogano in sostanze diverse la loro inquietudine. E’ l’incontro di due persone che hanno quasi totalmente perso le speranze di farcela, lui ha perso tutto, lei ha ancora l’istinto che la porta verso il figlio. Ed è proprio questo desiderio che tiene in vita lei e che finisce per diventare una motivazione per lui nel tentativo di aiutarla, tentativo che diventerà occasione per riscattarsi dal tragico declino che sta vivendo. Essere importanti per qualcuno, lei per il figlio, lui per lei può diventare quella spinta trasformatrice che intuiamo i due potranno cogliere.
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