alejazz
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venerdì 28 dicembre 2018
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il post al centro di una questione mediatica
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Un Tom Hanks affiancato da una matura e sempre brava Meryl Streep guidano principalmente le scene e vicende di questo film. USA anni 60/70, il Post (o meglio il Washington Post), rivale storico del New York Times, cerca ogni occasione per fare scoop e battere la concorrenza ma spesso non riesce….tranne in un caso solo: quando alcuni giornalisti trafugano delle notizie top secret riguardo il tema della guerra del Vietnam….
Pellicola da seguire tutta d’un fiato. Due ore che volano via come se niente fosse, senza appesantire la narrazione.
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Un Tom Hanks affiancato da una matura e sempre brava Meryl Streep guidano principalmente le scene e vicende di questo film. USA anni 60/70, il Post (o meglio il Washington Post), rivale storico del New York Times, cerca ogni occasione per fare scoop e battere la concorrenza ma spesso non riesce….tranne in un caso solo: quando alcuni giornalisti trafugano delle notizie top secret riguardo il tema della guerra del Vietnam….
Pellicola da seguire tutta d’un fiato. Due ore che volano via come se niente fosse, senza appesantire la narrazione. Ho notato il cambio di doppiaggio per Tom Hanks; certo, eravamo abituati ad una voce ed ora dobbiamo abituarci a questa nuova ma va bene lo stesso. I film storici sono belli proprio perché fanno rivivere eventi reali con una certa interpretazione data.
Cosa mi è piaciuto:
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i protagonisti (Hanks e Streep)
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il pathos presente sin dall’inizio e che non abbandona mai la scena
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i colpi di scena e il coraggio dell’Editrice del W. Post
Cosa non mi è piaciuto:
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la nuova voce italiana di Tom Hanks (non me l’aspettavo)
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ritengo la fotografia spesso scura dove lo un grande e buono schermo consente di vedere bene il film
Consigliata la visione a tutti
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weachilluminati
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sabato 10 novembre 2018
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la stampa è al servizio di chi e governat
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La Stampa é al servizio di chi é governato e non di chi governa: è una frase stupenda dov'è il conflitto fra il senso della giustizia e la profonda corruzione generata dalla gestione potere si stemperano.
Steven Spielberg con il film The post supera se stesso e ripropone con grande forza il valore di una scelta al di sopra di interessi particolari, nell'interesse di chi è governato.
La Stampa Libera è L'unico strumento a disposizione del Popolo per conoscere la verità degli eventi; oggi potremmo dire che altro canale di comunicazione della Libertà è inevitabilmente internet; tutto il resto è noia, La Piovra qui forse non può perché parliamo di comunicazione globale .
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La Stampa é al servizio di chi é governato e non di chi governa: è una frase stupenda dov'è il conflitto fra il senso della giustizia e la profonda corruzione generata dalla gestione potere si stemperano.
Steven Spielberg con il film The post supera se stesso e ripropone con grande forza il valore di una scelta al di sopra di interessi particolari, nell'interesse di chi è governato.
La Stampa Libera è L'unico strumento a disposizione del Popolo per conoscere la verità degli eventi; oggi potremmo dire che altro canale di comunicazione della Libertà è inevitabilmente internet; tutto il resto è noia, La Piovra qui forse non può perché parliamo di comunicazione globale .
Una stupenda Meryl Streep ,un sempre soprendente Tom Hanks sono il corollario per esprimere un capolavoro che non resterà privo di conseguenze.
Consiglio questo film a tutti coloro che vogliono avere coraggio di ascoltare e prendere decisioni scomode,comunque giusto .
Questo film vale 4 stelle secondo la valutazione di MyMovies;
Lo consiglio vivamente per risorgere un poco tutti dalla palude in cui siamo caduti.
buona visione
weachilluminati
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astromelia
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giovedì 23 agosto 2018
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tutti a dire ma poi
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sembra che al popolo di queste assolute verità fatte trasparire da film di rilievo non gliene freghi più di tanto......cioè , nessuno si scandalizza degli scandali provati che reggono imperi fondati sulle falsità, i misteri,le regole infrante.....nessuno pensa ai 60000 morti nel campo,a tutti quelli che sono tornati non più come sono partiti,al potere che decide che la vita altrui è solo spazzatura? ben vengano questi giornalisti che rischiando in prima persona fanno conoscere al mondo la verità,a seguire la visione di A SILENT MAN sul watergate ,c'è da restarne allibiti,ma nonostante attraverso i film si conoscano le cose come sono andate veramente,ancora "si accetta" il tutto con impassibile nonchalance relegando le critiche alla visione,.
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sembra che al popolo di queste assolute verità fatte trasparire da film di rilievo non gliene freghi più di tanto......cioè , nessuno si scandalizza degli scandali provati che reggono imperi fondati sulle falsità, i misteri,le regole infrante.....nessuno pensa ai 60000 morti nel campo,a tutti quelli che sono tornati non più come sono partiti,al potere che decide che la vita altrui è solo spazzatura? ben vengano questi giornalisti che rischiando in prima persona fanno conoscere al mondo la verità,a seguire la visione di A SILENT MAN sul watergate ,c'è da restarne allibiti,ma nonostante attraverso i film si conoscano le cose come sono andate veramente,ancora "si accetta" il tutto con impassibile nonchalance relegando le critiche alla visione,...da restarne choccati e disarmati.
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martedì 7 agosto 2018
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un americanata.
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La classica Americanata. Non mi e" piaciuto, ci sono film molto più' degni dei premi che ha vinto.
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fabio
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martedì 7 agosto 2018
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non vale il biglietto. banale e stereotipato
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Film noioso, si fatica ad arrivare in fondo. La cosa che trovo più deludente è la poca voglia di andare in fondo a raccontare senza sconti il ruolo della stampa. Si preferisce la solita bella confezione rassicurante: che bravi e coragiosi questi giornalisti! Che brutti e cattivi questi politici (Nixon in testa ovviamente)!
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rob8
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sabato 28 luglio 2018
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poco coinvolgente
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Spielberg dirige con consueta maestria un film classico, dove si fanno apprezzare soprattutto l’affidabile prova della Streep (più di quella monocorde di Hanks); le soluzioni stilistiche nei vistosi omaggi ai precedenti di Wilder e di Lang, nonché eplicitamente a “Tutti gli uomini del Predisente” di Alan Pakula; la resa della macchina giornalistica, esemplificata dallo sferragliare delle rotative, al servizio dei governati nel nome della libertà di stampa.
Purtuttavia, la tematica abusata ed il lento e prevedibile sviluppo narrativo finiscono per incidere negativamente sulla riuscita complessiva della pellicola e pur nella condivisione dell’attualità del messaggio, si resta emotivamente poco coinvolti e con una sensazione di occasione mancata e di talento sprecato.
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Spielberg dirige con consueta maestria un film classico, dove si fanno apprezzare soprattutto l’affidabile prova della Streep (più di quella monocorde di Hanks); le soluzioni stilistiche nei vistosi omaggi ai precedenti di Wilder e di Lang, nonché eplicitamente a “Tutti gli uomini del Predisente” di Alan Pakula; la resa della macchina giornalistica, esemplificata dallo sferragliare delle rotative, al servizio dei governati nel nome della libertà di stampa.
Purtuttavia, la tematica abusata ed il lento e prevedibile sviluppo narrativo finiscono per incidere negativamente sulla riuscita complessiva della pellicola e pur nella condivisione dell’attualità del messaggio, si resta emotivamente poco coinvolti e con una sensazione di occasione mancata e di talento sprecato.
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misesjunior
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sabato 14 luglio 2018
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giornalisti?! tutti eroi!
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Qui abbiamo 'critici' applauditori di professione quando di caricaturizzare e denigrare l'America si tratta.
Anche se Spielberg è bravino (a fare $$$$) siamo stufi di vedere sempre lo stesso film: comunisti chic travestiti da "democratici" (una necessità in America) venduti come dei giornalisti eroici. Che però in America non rischiano nulla se raccontano le loro 'verità' (interpretazioni) sul cattivissimoooo Potere americano, magari condite con po' di fumo.
Per non parlare dei giornalisti che si premiano tra di loro (da noi e oltreatlantico)
Anche gli asini sanno che il già famoso NYT da parecchio tempo è espressione della sinistra americana (e oggi il Washington Post), Sinistra liberticida e politicamente correttissima che più non si può (in Italia dobbiamo soffrire gli imitatori locali).
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Qui abbiamo 'critici' applauditori di professione quando di caricaturizzare e denigrare l'America si tratta.
Anche se Spielberg è bravino (a fare $$$$) siamo stufi di vedere sempre lo stesso film: comunisti chic travestiti da "democratici" (una necessità in America) venduti come dei giornalisti eroici. Che però in America non rischiano nulla se raccontano le loro 'verità' (interpretazioni) sul cattivissimoooo Potere americano, magari condite con po' di fumo.
Per non parlare dei giornalisti che si premiano tra di loro (da noi e oltreatlantico)
Anche gli asini sanno che il già famoso NYT da parecchio tempo è espressione della sinistra americana (e oggi il Washington Post), Sinistra liberticida e politicamente correttissima che più non si può (in Italia dobbiamo soffrire gli imitatori locali).
Da lunga data in America la sinistra di origine comunista (radical chic: vedi il racconto di Tom Wolfe) ha infestato il Partito Democratico americano fino a transformarlo in socialista. Cosa volete? Hollywwod era ed è rimasta prevalentemente sinistroide (con rare eccezioni) e ha un pubblico fedele da soddisfare, come da noi la Feltrinelli con i suoi lettori :-)
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franciskje
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venerdì 11 maggio 2018
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ma per cortesia!
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Avendo lei avuto la fortuna di vedere il film in lingua originale, mi scusi ma che gliene importa della versione doppiata? Per la solita inutile, sterile critica sul doppiaggio? Maria Pia di Meo è una grande interprete e molto del suo successo italiano la signora Maryl lo deve a lei. Il doppiaggio è una traduzione, un "servizio" né più né meno di quanto si fa con i libri. Pochissimi leggono libri in un'altra lingua e certo tra questi ci sarà chi contesterà il traduttore, ma... per la maggior parte di noi, la signora Streep può avere la più bella voce del mondo ma qua la capite in tre. Si goda il suo film in lingua originale e lasci a noi l'ottima interpretazione che Maria Pia di Meo ne dà.
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Avendo lei avuto la fortuna di vedere il film in lingua originale, mi scusi ma che gliene importa della versione doppiata? Per la solita inutile, sterile critica sul doppiaggio? Maria Pia di Meo è una grande interprete e molto del suo successo italiano la signora Maryl lo deve a lei. Il doppiaggio è una traduzione, un "servizio" né più né meno di quanto si fa con i libri. Pochissimi leggono libri in un'altra lingua e certo tra questi ci sarà chi contesterà il traduttore, ma... per la maggior parte di noi, la signora Streep può avere la più bella voce del mondo ma qua la capite in tre. Si goda il suo film in lingua originale e lasci a noi l'ottima interpretazione che Maria Pia di Meo ne dà. Cordialità.
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ninopellino
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domenica 1 aprile 2018
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tutto qui?
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Concordo pienamente, tra le opinioni del Pubblico, quella espressa da Mario Nitti. Bella la regia, ottima l'interpretazione, ma alla fine la domanda che mi pongo è la seguente: è tutto qui?
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michelino
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martedì 13 marzo 2018
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michelino va al cinema
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OK, il film è tecnicamente valido e molto interessante
(se ne protebbe discutere a lungo) però dal punto di
vista del messaggio politico tutto l'impianto del film e'
poco più di una favoletta per spettattori ingenui ai quali
si cerca di far credere che in quel caso, la stampa
americana ( Che non brillava certo per il suo impegno
pacifista ) abbia agito senza interessi di potere, motivata
solo da un dovere etico e non per l'urgenza di prendere le
distanze da una situazione che ormai stava diventando
disatrosa per tutti.
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OK, il film è tecnicamente valido e molto interessante
(se ne protebbe discutere a lungo) però dal punto di
vista del messaggio politico tutto l'impianto del film e'
poco più di una favoletta per spettattori ingenui ai quali
si cerca di far credere che in quel caso, la stampa
americana ( Che non brillava certo per il suo impegno
pacifista ) abbia agito senza interessi di potere, motivata
solo da un dovere etico e non per l'urgenza di prendere le
distanze da una situazione che ormai stava diventando
disatrosa per tutti. Possibile che una stampa di regime
fino ad allora ben ammanicata col potere fosse del tutto
ignara delle falsità raccontate dai potenti?...ma per piacere
signor SPIELBERG...sei un bravo regista ma in quanto
ad analisi politica lasci molto a desiderare.
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