peter patti
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venerdì 25 dicembre 2020
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in una nuvola di colori, l''odio e la bruttezza
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Il film è bello e coraggioso, e racconta di un'America che fondamentalmente non cambia nelle sue debolezze e presentemente è pure spaccata in due (in maniera profonda come da decenni non più) a causa di un presidente che soffia sulla fiamma dell'odio. Ottima recitazione di Damon e della Moore (lei in un doppio ruolo) e del piccolo, formidabile attore britannico Noah Jupe.
Razzismo, corruzione, violenza, ingordigia, invidia. Gli Anni Cinquanta purtroppo non sono mai morti. C'è ovviamente anche l'altra America, quella degli intellettuali e di chi lotta contro le ingiustizie sociali e contro il razzismo, ma Clooney (insieme ai Cohen Bros.) ci presenta pochissimi personaggi che possono davvero salvarsi, umanamente parlando.
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Il film è bello e coraggioso, e racconta di un'America che fondamentalmente non cambia nelle sue debolezze e presentemente è pure spaccata in due (in maniera profonda come da decenni non più) a causa di un presidente che soffia sulla fiamma dell'odio. Ottima recitazione di Damon e della Moore (lei in un doppio ruolo) e del piccolo, formidabile attore britannico Noah Jupe.
Razzismo, corruzione, violenza, ingordigia, invidia. Gli Anni Cinquanta purtroppo non sono mai morti. C'è ovviamente anche l'altra America, quella degli intellettuali e di chi lotta contro le ingiustizie sociali e contro il razzismo, ma Clooney (insieme ai Cohen Bros.) ci presenta pochissimi personaggi che possono davvero salvarsi, umanamente parlando. Tutti i bianchi appaiono confusi e disturbati. La pellicola diventa leggermente stancante nel finale quando il padre (Matton) cerca di convincere il figlio che occorre adeguarsi e, qualche minuto più tardi, in un altro testa-a-testa, cerca di suggerirgli una trama fantasiosa sul come si sono svolti i fatti sanguinosi in famiglia, ma in generale la narrazione "tiene" e intriga lo spettatore.
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samanta
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domenica 13 settembre 2020
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una vendetta crudele
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Il film del 2017 è un thriller drammatico con venature comico-grottesche, la regia è di George Clooney al suo sesto film come regista (per il momento ultimo, il primo fu Confessione di una mente pericoloso), la pellicola ebbe un flop commerciale notevole a fronte di un budget di 25 milioni di $ incassò 12 milioni e mezzo; la sceneggiatura è dello stesso Clooney e dei fratelli Coen.
E' il classico film che dipinge la realtà come la vuole il politically correct, la trama immagina un quartiere nel 1959 suburbano lontano dal centro in una qualche località del nord-est o nord ovest degli USA, con villette tutte uguali con la bandiera presente dappertutto, abitata da una popolazione bianca della medio bassa borghesia ovviamente razzista, frustrata e violenta.
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Il film del 2017 è un thriller drammatico con venature comico-grottesche, la regia è di George Clooney al suo sesto film come regista (per il momento ultimo, il primo fu Confessione di una mente pericoloso), la pellicola ebbe un flop commerciale notevole a fronte di un budget di 25 milioni di $ incassò 12 milioni e mezzo; la sceneggiatura è dello stesso Clooney e dei fratelli Coen.
E' il classico film che dipinge la realtà come la vuole il politically correct, la trama immagina un quartiere nel 1959 suburbano lontano dal centro in una qualche località del nord-est o nord ovest degli USA, con villette tutte uguali con la bandiera presente dappertutto, abitata da una popolazione bianca della medio bassa borghesia ovviamente razzista, frustrata e violenta. [Spoiler] Qui vive un bancario Gardner Lodge (Matt Damon) con la moglie Rose e il figlio decenne Nicky che ha come amante la cognata Margaret (entrambe le sorelle interpretate dal Julianne Moore, Oscar migliore attrice per Still Alice), Gadger architetta l'omicidio della moglie per riscuotere la polizza per la vita di lei per pagare i debiti di gioco e andare a vivere con Margaret sposata con Mitch nei Caraibi, a tal fine assolda due mafiosi. I quali concordano con il nostro l'azione: vanno in casa sequestrano tutta la famiglia è presente anche Margaret, li malmenano ma eccedono con Rose che muore. I due balordi vengono arestati ma Gardner e Margaret fingono di riconoscerli, con lo sconcerto del piccolo Nicky che oltretutto scopre Margaret, che è andata a vivere da lui con il consenso del marito un pò babbeo con la scusa di badare al bambino, mentre fa sesso con il padre. Sulle tracce dei 2 amanti si muove Roger (Oscar Isaac A proposito di Davis) agente delle assicurazioni che ha scoperto la loro trama e minaccia di denunciarli se non gli consegneranno il premio assicurativo, però viene ucciso da Margaret con un caffè avvelenato Arriva Gardner che porta via il cadavere e mentre lo seppellisce muore l'atro mafioso che lo seguiva investito da un camion. Quando ritorna a casa trova morti: Margaret strangolata dall'altro mafioso che muore insieme allo zio Mitch, accorso in soccorso del bimbo, accoltellandosi a vicenda. Gardner che voleva uccidere anche il figlio, muore mangiando un panino avvelenato che Margaret aveva preparato per il nipote. Nicky esce di casa e gioca baseball con un bambino nero che abita di fronte. Nel film corre una vicenda parallela con l'arrivo della famiglia contro cui insorge il quartiere che non li vi vuole passando dalle minacce alla violenza che però male si accorda con la vicenda drammatico egrottesca.
Il film è diretto molto mediocramente Cloney che riesce a far recitare male 2 attori bravi come Damon e la Moore, con un soggetto pieno di luoghi comuni. tutti i bianche sono razzisti, ma non è cosi come non è vero che tutti i neri siano buoni, è un manicheismo da 4 soldi. Di lì a 4 anni Lindon B. Johnson manderà la Guardia Nazionale con le baionette a imporre la fine della segregazione negli Stati del Sud. Quanto al Thriller c'é poco da dire non c'è tensione, non esiste il ritmo, se non un agitarsi inconsulto di scene e personaggi grotteschi e con reazioni che non fanno ridere. Brutta l'ambientazione con un quartiere di migliaia di anonime villette costruito con il computer, pure mediocre la colonna sonora. Se voleva essere un messaggio anti Trump ancora qualche film così e viene rieletto senza problemi.
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fabio 3121
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sabato 2 maggio 2020
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clooney e damon grotteschi!
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Davvero deludente e inconsistente questo film alla cui base vi è una sceneggiatura grottesca che rasenta la demenzialità. Passo indietro per George Cooney alla regia. Matt Damon si conferma ancora una volta un attore davvero scarso capace di avere sempre la stessa espressione. In sostanza siamo di fronte ad una americanata senza capo nè coda!
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criticacritici
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giovedì 9 aprile 2020
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provaci ancora george
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Molto probabilmente, se oltre alla sceneggiatura i fratelli Coen avessero curato anche la regia, ne sarebbe uscito un film di diverso spessore.
Infatti l'idea è buona, l'ambientazione notevole, ma Clooney non ha il "manico" dei due fratelli e da ciò che ne esce quello che più si nota è la grottesca, forzata, caricaturale interpretazione degli attori.
Scimmiottare Fargo (al quale assegnai a suo tempo 4,5 stelle) non è bastato, se in quell'imperdibile film dei Coen la mediocrità di tutti i personaggi, "buoni" e "cattivi", è resa magistralmente (vedi la crisi depressiva del marito disoccupato del poliziotto in gonnella), in Suburbicon diventa esagerata, assurdamente irreale, raggiungendo l'apice quando il padre fa l'ultima chiacchierata con il figlio.
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Molto probabilmente, se oltre alla sceneggiatura i fratelli Coen avessero curato anche la regia, ne sarebbe uscito un film di diverso spessore.
Infatti l'idea è buona, l'ambientazione notevole, ma Clooney non ha il "manico" dei due fratelli e da ciò che ne esce quello che più si nota è la grottesca, forzata, caricaturale interpretazione degli attori.
Scimmiottare Fargo (al quale assegnai a suo tempo 4,5 stelle) non è bastato, se in quell'imperdibile film dei Coen la mediocrità di tutti i personaggi, "buoni" e "cattivi", è resa magistralmente (vedi la crisi depressiva del marito disoccupato del poliziotto in gonnella), in Suburbicon diventa esagerata, assurdamente irreale, raggiungendo l'apice quando il padre fa l'ultima chiacchierata con il figlio.
Peccato, ne poteva uscire un ottimo film.
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francesco2
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domenica 26 gennaio 2020
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un film dei coen, anzi no
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Tratto da uno script dei Coen, ed in parte si intra-vede. Ma Clooney non possiede la loro lucidita, non riesce a fare un Fargo 2, impresa forse impossibile. Del resto, il suo sguardo vorrebbe avere un taglio etico che forse ai fratelli del Minnesota non interessa neanche
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onufrio
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lunedì 7 ottobre 2019
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benvenuti a suburbicon
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Commedia nera abilmente diretta da George Clooney, e scritta dai fratelli Coen. Fine anni '50, un delizioso e tranquillo quartiere di periferia, Suburbicon, viene improvvisamente turbato dall'arrivo di una famiglia di colore che scatenerà un'escalation di violenza degenerativa mettendo in luce la malvagità degli abitanti. Al tempo stesso, uno strano omicidio viene commesso nella villetta accanto, a perdere la vita è una donna in sedia a rotelle, madre di Nicky e moglie di Gardner (Matt Damon), risvolti sorprendenti si celano dietro la morte della donna e verranno fuori attraverso una serie di altrettanti efferati omicidi.
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uppercut
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lunedì 1 aprile 2019
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gioiello inarrivabile
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Un film che tutti i registi e gli sceneggiatori italiani in attività dovrebbero, per obbligo sindacale, studiare minuto per minuto. C'è davvero da sentirsi piccoli picicoli davanti a una simile capacità di trasmettere messaggi sociali profondi, urgentissimi, mantenendo però pieno controllo rispetto ad ogni componente realizzativa. Un magnifico esempio di impegno contenutistico proposto, e non esibito, senza la richiesta di alcuno sconto rispetto alla qualità formale. Ogni scena un gioiello. Il bambino diretto in modo divino. Mamma mia che film! Alla faccia delle "tre stelline" benevolmente concesse da Mymovies. Dai, ragazzi, se volete mantenere una credibilità, aprite 'sti benedetti occhi! Che me frega se è più "moral" o "dark".
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Un film che tutti i registi e gli sceneggiatori italiani in attività dovrebbero, per obbligo sindacale, studiare minuto per minuto. C'è davvero da sentirsi piccoli picicoli davanti a una simile capacità di trasmettere messaggi sociali profondi, urgentissimi, mantenendo però pieno controllo rispetto ad ogni componente realizzativa. Un magnifico esempio di impegno contenutistico proposto, e non esibito, senza la richiesta di alcuno sconto rispetto alla qualità formale. Ogni scena un gioiello. Il bambino diretto in modo divino. Mamma mia che film! Alla faccia delle "tre stelline" benevolmente concesse da Mymovies. Dai, ragazzi, se volete mantenere una credibilità, aprite 'sti benedetti occhi! Che me frega se è più "moral" o "dark"... E' semplicemente un esempio di cinema sublime. Per il made in Italy attualmente inarrivabile. Quindi, orsù, un po' più di umiltà!
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felicity
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mercoledì 20 marzo 2019
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la provincia e le sue insidie
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Le atmosfere sono surreali, quasi oniriche, e improvvisamente gli anni Cinquanta non sono più così lontani.
Cambia il modo di vestire, ma non quello di pensare.
Clooney racconta di una provincia mai nostalgica, che vuole salvarsi dall’esterno senza rendersi conto che l’assassino dorme tra di noi.
Scenografie, costumi, scelte cromatiche e décor sono stupefacenti e lasciano il sospetto che ciò che piaccia di più a Clooney sia proprio la costruzione formale.
Premere l'acceleratore sulla questione razziale (relegando il tema a un subplot che non si incastra mai completamente con la trama del film) sembra tutt’altro che necessario.
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Le atmosfere sono surreali, quasi oniriche, e improvvisamente gli anni Cinquanta non sono più così lontani.
Cambia il modo di vestire, ma non quello di pensare.
Clooney racconta di una provincia mai nostalgica, che vuole salvarsi dall’esterno senza rendersi conto che l’assassino dorme tra di noi.
Scenografie, costumi, scelte cromatiche e décor sono stupefacenti e lasciano il sospetto che ciò che piaccia di più a Clooney sia proprio la costruzione formale.
Premere l'acceleratore sulla questione razziale (relegando il tema a un subplot che non si incastra mai completamente con la trama del film) sembra tutt’altro che necessario.
Il personaggio dell’investigatore delle assicurazioni interpretato da un Oscar Isaac suggeriva di spingere la riflessione sulla disillusione dell’età dell’oro attraverso le tinte cupe del noir.
Ma Clooney si ferma un passo prima, non affonda e sembra non arrivare mai al nocciolo, restando intorno al proprio immaginario e senza davvero riuscire a trasformarlo in metafora.
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elgatoloco
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venerdì 4 gennaio 2019
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geniale
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Non credo il titolo di questo film di George Clooney, ossia"Suburbicon"(2017), scrtitto da Ethan e Joel Coen, in collaborazione con il regista, vada riferito tanto alla realtà urbanistica iperperiferica(quartiere lontanissimo da ogni possibile "centro"), pur se c'è anche questo, quasi Suburbicon, città-modello "oltre ogni città e fuori della stessa", ma anche e soprattutto al senso di chi, in quegli anni(fine anni Cinquanta, dai"segnali"emergenti dal film), da un lato era vittima di razzismo, come"quasi complice"degli Afroamericani, ma dall'altro si era creato(e qui il tratto grottesco, non comico-anzi qui una digressione pare necessaria: in qualche "sunto"gionralistico il film viene presentato quale"commedia", un'assurdità, consideranddo benee il contesto.
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Non credo il titolo di questo film di George Clooney, ossia"Suburbicon"(2017), scrtitto da Ethan e Joel Coen, in collaborazione con il regista, vada riferito tanto alla realtà urbanistica iperperiferica(quartiere lontanissimo da ogni possibile "centro"), pur se c'è anche questo, quasi Suburbicon, città-modello "oltre ogni città e fuori della stessa", ma anche e soprattutto al senso di chi, in quegli anni(fine anni Cinquanta, dai"segnali"emergenti dal film), da un lato era vittima di razzismo, come"quasi complice"degli Afroamericani, ma dall'altro si era creato(e qui il tratto grottesco, non comico-anzi qui una digressione pare necessaria: in qualche "sunto"gionralistico il film viene presentato quale"commedia", un'assurdità, consideranddo benee il contesto...; si tratta anzi del film meno"comico"dei Coen Brothers in assoluto, né Clooney come regista ha mai "interpretato"il comico)una sorta di"free location"criminale per sfruttare il sistema peraltro"Criminale"(anche senza virgolette negli States)delle assicurazioni, ricorrendo all'omicidio anche inter-familiare... Grottesco, anche orrido per rappresentazioni molto violenti di una"realtà"che comunuque in quegli anni mordeva nella e sulla storia(e qui il tratto "politico", fortemente tale dei Coen e di Clooney comunque emerge molto prepotentemente , mostrando una realtà parallela-analoga a quella del KKK(Ku Klux Klan), anche in risposta alla domanda di rivendicazione dei ditritti afro, rappresentati da esponenti come Martin Luther King e Malcom X-dal 1955 a fin dopo(e non di poco)il 1963 e il 1968(anni topici negli USA per le uccisioni famose, che unisce razzismo, mafia, criminalità anche più"bassa"socialmente e , con immagini crude e colori tersi e opachi mostra che l'american way of life era(é ancora, ma qui si apre un altro discorso...)un mito fasullo. Matt Demon, Julianne Moore, Oscar Isaac tra gli altri(come protagonsiti)sono interpreti di assoluta efficacia , El Gato
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martinside
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mercoledì 31 gennaio 2018
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il male vero della finzione
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Cattiveria, pubblica e privata, in scena in un paesino surreale studiato a tavolino per essere perfetto. Si intrecciano la storia di una famiglia di bianchi, dove il male è dentro, e quella di una famiglia di neri, dove il male è nel cuore di chi li maltratta e isola. Cosa li lega? Il luogo di residenza, Suburbicon, e l'amicizia dei due ragazzini, di circa 10 anni, i veri protagonisti, gli unici che danno speranza alla fine della pellicola. Buona pellicola che sa raccontare con realismo fin dove può arrivare il male e quanto più avanza, più diventa irrefrenabilmente invadente e distruttivo.
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