mariom
|
domenica 4 marzo 2018
|
non mozza il fiato ma l'attenzione
|
|
|
|
IL film è insulso, non c'è un filo, non mozza il fiato, ma l'attenzione. I personaggi non sono né credibili né grotteschi. Si cerca di disegnare uno stilista in modo indecifrabile, con stupide manie manie. Ma il personaggio non viene fuori.
|
|
[+] lascia un commento a mariom »
[ - ] lascia un commento a mariom »
|
|
d'accordo? |
|
flaw54
|
domenica 4 marzo 2018
|
affascinante ma........
|
|
|
|
Film che porta con sè un fascino perverso, monotono, ma attraente, pesante, ma non noioso, difficile insomma da definire. L'eleganza estremamente narcisistica del protagonista è l'attrazione e il limite del film. Un grandissimo Daniel Day Lewis che riesce a cambiare anche i suoi connotati fisici per creare il personaggio del sarto dei Vip Woodcock. Bravissima la sorella, attrice che non conosco che si esprime, scusate l'ossimoro, con una freddezza passionale. Ottima la scelta della Krieps, brutta inelegante e sgraziata nonostante gli abiti da principessa che fa da contrasto alla raffinatezza dannunziana del protagonista. Comunque il film si gioca su di una strana storia d'amore che esaspera fino a renderlo letterale il rapporto tra Eros e Tanatos.
[+]
Film che porta con sè un fascino perverso, monotono, ma attraente, pesante, ma non noioso, difficile insomma da definire. L'eleganza estremamente narcisistica del protagonista è l'attrazione e il limite del film. Un grandissimo Daniel Day Lewis che riesce a cambiare anche i suoi connotati fisici per creare il personaggio del sarto dei Vip Woodcock. Bravissima la sorella, attrice che non conosco che si esprime, scusate l'ossimoro, con una freddezza passionale. Ottima la scelta della Krieps, brutta inelegante e sgraziata nonostante gli abiti da principessa che fa da contrasto alla raffinatezza dannunziana del protagonista. Comunque il film si gioca su di una strana storia d'amore che esaspera fino a renderlo letterale il rapporto tra Eros e Tanatos. Non da 5 stelle. La critica secondo me soppravvaluta Anderson.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flaw54 »
[ - ] lascia un commento a flaw54 »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
sabato 3 marzo 2018
|
amore perverso tra narcisisti
|
|
|
|
Il tema centrale del film Il filo nascosto, a mio avviso, è il difficile compito di amare da parte di due persone narcisiste che non riescono a uscire da se stessi, ad avere un rapporto autentico con l’altro, a non averne rispetto. Ciò che il film mostra è un avvicendarsi di bisogni tra un uomo adulto e già di mezza età, e una ragazza molto giovane, determinata ma anche capricciosa. Sembra che si alternino fasi in cui lui ha un ruolo paterno quasi educativo nei confronti della giovane sprovveduta, a momenti in cui lei si sacrifica in una sorte di martenage, di accudimento, di vestale della sua salute a tutti i costi. Lui è insopportabile nel suo aver tutto sotto controllo, nell’essere pieno di fisime e di fobie, con un rapporto morboso con la sorella non sposata Cyrill (una strepitosa Leslie Manville), continua a dedicare tutto il suo prezioso lavoro alla madre che spesso crede di vedere ancora, avvolta nel suo secondo abito da sposa progettato da Reynolds.
[+]
Il tema centrale del film Il filo nascosto, a mio avviso, è il difficile compito di amare da parte di due persone narcisiste che non riescono a uscire da se stessi, ad avere un rapporto autentico con l’altro, a non averne rispetto. Ciò che il film mostra è un avvicendarsi di bisogni tra un uomo adulto e già di mezza età, e una ragazza molto giovane, determinata ma anche capricciosa. Sembra che si alternino fasi in cui lui ha un ruolo paterno quasi educativo nei confronti della giovane sprovveduta, a momenti in cui lei si sacrifica in una sorte di martenage, di accudimento, di vestale della sua salute a tutti i costi. Lui è insopportabile nel suo aver tutto sotto controllo, nell’essere pieno di fisime e di fobie, con un rapporto morboso con la sorella non sposata Cyrill (una strepitosa Leslie Manville), continua a dedicare tutto il suo prezioso lavoro alla madre che spesso crede di vedere ancora, avvolta nel suo secondo abito da sposa progettato da Reynolds. Cyrill, a sua volta, è un’altra vestale della moda, lasciando al fratello tutti gli onori dirige la ditta ma prendendosi lei tutti gli oneri, compreso il dover liquidare le varie fidanzate effimere.
Una fotografia splendida, l’atmosfera londinese dell’inizio degli anni ‘50 ricostruita magistralmente e gli abiti sontuosi, descrivono l’ossessione del creatore, del guru, delsarto amato dalle donne per le quali lui inventa, lasciando talvolta dei bigliettini cuciti nel vestito che personalizzano in qualche modo le sue creazioni.
Daniel Day-Lewis è il “divino Reynolds Woodcok” – ispirato al sarto egomaniaco Charles James – che “partorisce” le sue opere d’arte tra sofferenza e passione maniacale, cercando di elidere ogni distrazione e perfino i leggeri rumori. Vive, come si dice in “casa e bottega”, al piano di sopra del suo raffinato atelier frequentato dalle più importanti donne dell’alta società britannica. Vicky Krieps è Alma Elson, l’insignificante ragazza che fa la cameriera in un locale nel North Yorshire e che lui riesce a trasformare fino a farla diventare perfino seducente. A un certo punto sembrava arrivasse una ribellione delle due donne stufe di essere subordinate alla di lui ossessione della ricerca di perfezionismo, ma purtroppo la storia prende una piega diversa mettendo in evidenza il lato sadomasochista del rapporto tra Reynolds e Alma.
Il film ha una splendida colonna musicale (musiche di Jonny Greenwood) che si alterna a brani di Debussy, Berlioz, Brahms e al Piano Trio n. 2 di Schubert. Alcuni critici lo hanno paragonato a “mostri sacri” come Alfred Hitchkock o Max Ophüls, oltre al Barry Lyndon di Stanley Kubrick. Altri gli hanno trovato come modello il romanzo “Giro di vite” di Henry James del 1898. Girato con tempi lentissimi, che non guastano, ma forse una ventina di minuti in meno avrebbero giovato alla piacevolezza di Il filo nascosto.
L’ottavo lungometraggio dello statunitense Paul Thomas Anderson che ne ha scritto la sceneggiatura, diretto la regia e ne ha fatto anche l’operatore è candidato a sei Oscar 2018 per: miglior film, miglior regia, miglior attore a Daniel Day-Lewis (ha già vinto tre Oscar!), migliore attrice non protagonista a Lesley Manville, miglior costumi a Mark Bridges e migliore colonna sonora a Jonny Greenwood.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
tosser
|
sabato 3 marzo 2018
|
una ragione per cui il cinema va in crisi
|
|
|
|
Penoso, lento, ridicolo, affetto da ansie ossessive il regista doveva essere sotto Xanax
|
|
[+] lascia un commento a tosser »
[ - ] lascia un commento a tosser »
|
|
d'accordo? |
|
zim
|
sabato 3 marzo 2018
|
la forma del desiderio
|
|
|
|
Lo stile è la forma del desiderio. Disegno stoffe danno corpo all'eterna amante il cui nome è cucito segreto tra le pieghe del vestito che copre le nudità della nostra anima, meglio, del niente che ci seduce perfidamente. Pascal affidò alle pieghe del suo paltò le (sue) estasi mistiche. Vanzina ci cucinò un titolo che era stato di un film, mai fatto, da Antonioni e però a proposito del Ferrarese non dimentichiamo la splendida Lucia Bosè in Cronaca di un amore (1950) vestita alla moda dell'epoca comune, solo in questo, al film.
Il protagonista del film golosissimo sarto d'alta classe cela tra le fodere il nome della madre maestra e fantasma di perfezione.
[+]
Lo stile è la forma del desiderio. Disegno stoffe danno corpo all'eterna amante il cui nome è cucito segreto tra le pieghe del vestito che copre le nudità della nostra anima, meglio, del niente che ci seduce perfidamente. Pascal affidò alle pieghe del suo paltò le (sue) estasi mistiche. Vanzina ci cucinò un titolo che era stato di un film, mai fatto, da Antonioni e però a proposito del Ferrarese non dimentichiamo la splendida Lucia Bosè in Cronaca di un amore (1950) vestita alla moda dell'epoca comune, solo in questo, al film.
Il protagonista del film golosissimo sarto d'alta classe cela tra le fodere il nome della madre maestra e fantasma di perfezione. Toccherà alla signorina di turno, stanca di fare da manichino e da turista in mondi e modi che le sono estranei, e forse anche un po' innamorata, scucire il mistero e realizzare a sorpresa l'intimo desiderio di del suo sarto goloso: Un nirvana casalingo in sintonia la fine del Buddha. Film patinato, dalla musica a tratti invasiva e con qualche piccola volgarità anche questa, ahimè, di maniera. Attori bravi che però non riescono a suturare del tutto una trama sostanzialmente debole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zim »
[ - ] lascia un commento a zim »
|
|
d'accordo? |
|
anubi
|
sabato 3 marzo 2018
|
sono incantato
|
|
|
|
Volevo solo dirle che a prescindere dal film, che ancora non ho visto, le sue parole hanno tessuto trame iridescenti che mi hanno incuriosito in maniera oltremodo esagerata. Che dire, complimenti a Lei, è molto brava
|
|
[+] lascia un commento a anubi »
[ - ] lascia un commento a anubi »
|
|
d'accordo? |
|
michelecamero
|
venerdì 2 marzo 2018
|
amore, dominio, sopraffazione
|
|
|
|
Un film tecnicamente ineccepibile che riporta lo spettatore al messaggio originario del cinematografo, cioè quello di raccontare una storia e di farlo avvalendosi di interpreti all’altezza e, per certi versi, superlativi. Altrimenti per quale motivo in poco più di un secolo di vita, il cinema è stato in grado di saccheggiare tanto la letteratura mondiale, fornendo immagini, figure, fotografia, colori, ambientazioni, paesaggi alle capacità narrative degli scrittori ed alle fantasie dei lettori? Raccontare una storia per il cinema tuttavia non significa svelarla nella sua elementarietà. Perché le storie degli umani sono complesse, a volte incomprensibili, contraddittorie, giocate sul filo psicologico del conflitto, o del gioco, o anche dell’amore che si fa odio, lotta, sopraffazione, giogo, eccesso.
[+]
Un film tecnicamente ineccepibile che riporta lo spettatore al messaggio originario del cinematografo, cioè quello di raccontare una storia e di farlo avvalendosi di interpreti all’altezza e, per certi versi, superlativi. Altrimenti per quale motivo in poco più di un secolo di vita, il cinema è stato in grado di saccheggiare tanto la letteratura mondiale, fornendo immagini, figure, fotografia, colori, ambientazioni, paesaggi alle capacità narrative degli scrittori ed alle fantasie dei lettori? Raccontare una storia per il cinema tuttavia non significa svelarla nella sua elementarietà. Perché le storie degli umani sono complesse, a volte incomprensibili, contraddittorie, giocate sul filo psicologico del conflitto, o del gioco, o anche dell’amore che si fa odio, lotta, sopraffazione, giogo, eccesso. Tanto di tutto questo ed anche oltre è rappresentato in questa narrazione che Anderson ci presenta con la storia di un grande sarto londinese degli anni ’50, uno di quelli insomma al servizio della miglior nobiltà europea, ma anche della più ricca borghesia continentale. Un artista, un creativo ossessionato dalla sua mania di perfezione, ma anche in grado di riconoscere, ringraziandoli, il contributo di coloro che, alla perfezione del risultato finale, hanno contribuito. Per continuare a creare si è ritagliato una vita scandita con regolarità dalle sue metodiche ripetitività, dalle pignolerie, dai silenzi, dalle compagnie femminili che, attorno a lui ricco scapolo impenitente, girano (e svolazzano) a far da cornice, da platea, da musa ispiratrice fino ad un prossimo giro. Quando però arriva Alma, cameriera anche sgraziata, ma volitiva e perspicace, pian piano il gioco muta e chi dominava, pensandosi forte, finirà con essere dominato, arrendendosi finalmente alle sue fragilità, con cedevole consapevolezza. Un film sul gioco della seduzione, ma anche sul potere dell’uomo sul proprio simile e sul piacere dell’arrendevolezza finale che cede il passo all altro perfino in quello che era stato il proprio ruolo di numero 1.
michelecamero
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michelecamero »
[ - ] lascia un commento a michelecamero »
|
|
d'accordo? |
|
udiego
|
giovedì 1 marzo 2018
|
il filo nascosto
|
|
|
|
Paul Thomas Anderson, considerato uno tra i più grandi registi ancora in attività, porta sul grande schermo con “Il Filo Nascosto” un’opera che si può considerare maniacale sotto tutti i punti di vista e che probabilmente completa la trasformazione del registro narrativo compiuta dal regista stesso. Trasformazione iniziata con “The Master”, proseguita con “Vizio di forma” ed appunto completata con quest’ultimo lavoro: in questo suo viaggio P.T. Anderson passa da opere corali e dalle forti atmosfere come “Magnolia” o “Il Petroliere” ad intrecci psicologici che gli permettono di entrare, sempre in modo delicato ed elegante, nel lato più oscuro e profondo dei propri personaggi.
[+]
Paul Thomas Anderson, considerato uno tra i più grandi registi ancora in attività, porta sul grande schermo con “Il Filo Nascosto” un’opera che si può considerare maniacale sotto tutti i punti di vista e che probabilmente completa la trasformazione del registro narrativo compiuta dal regista stesso. Trasformazione iniziata con “The Master”, proseguita con “Vizio di forma” ed appunto completata con quest’ultimo lavoro: in questo suo viaggio P.T. Anderson passa da opere corali e dalle forti atmosfere come “Magnolia” o “Il Petroliere” ad intrecci psicologici che gli permettono di entrare, sempre in modo delicato ed elegante, nel lato più oscuro e profondo dei propri personaggi.
Qui il film è sorretto da una sceneggiatura, le cui colonne si ergono sulla caratterizzazione dei personaggi principali e sul loro rapporto. In primis troviamo Woodcock, uomo affascinante e dal carattere all’apparenza duro e pieno di sè, ma che in realtà mostrerà nell’evolversi della vicenda una fragilità ed un’insicurezza tali da condurlo alla ricerca nella donna amata della figura della madre, che non lo ha mai lasciato, neppure dopo la morte. Ad affiancarlo abbiamo Alma, un personaggio che entra in punta di piedi nella vita del protagonista, ma che poi avrà la forza di imporvisi, mettersi al centro della scena e rendersi essenziale per l’esistenza stessa dello stilista britannico. I due personaggi si uniscono e si intrecciano in un rapporto che si evolve con il passare del tempo e che si trasforma da passionale, ma convenzionale ad un intricato gioco di manipolazioni psicologiche reciproche.
Per l’ottima riuscita nella caratterizzazione di questi due personaggi non possiamo non menzionare le prove di entrambi gli attori, con un Daniel D-Lewys in ormai perenne stato di grazia, capace di dare ai suoi personaggi un’emotività ed una carica potenti, più con le espressioni ed i lunghi silenzi che con le parole, affiancato in questo film da una Vicky Krieps, tanto dolce quanto intensa nell’entrare in un personaggio femminile dalle diverse e complesse sfaccettature.
A tutto questo il regista americano aggiunge come contorno un impianto cinematografico di totale livello, da una colonna sonora costante, che permette al pubblico di empatizzare ulteriormente con i personaggi ad una fotografica delicata, che ha il merito di seguire l’andamento emotivo della storia. Il tutto è costruito in modo da accelerare i sentimenti e le emozioni dei protagonisti man mano che la storia si addentra in modo più profondo nel rapporto di coppia. Il tutto è creato in funzione di ogni personaggio, lasciando allo spettatore il solo compito di osservare ed apprezzare questo piccolo gioiello del mondo della settima arte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a udiego »
[ - ] lascia un commento a udiego »
|
|
d'accordo? |
|
donnapa
|
giovedì 1 marzo 2018
|
sconvolti dalla passione
|
|
|
|
Secondo me questo film riesce con la bravura dei suoi personaggi a coinvolgerti,alcuni momenti mi sentivo con loro a cucire, sistemare, indossare, ammirare, organizzare e anche toccare le stoffe,ero presente li con loro nella stanza dove nascevano le "opere d' arte" perchè di questo si trattava. Anche se il personaggio principale,tanto amato dalle sue esigenti clienti ,che avevano in lui la massima fiducia,risultava distaccato dalla vita,privo di sentimenti, egocentrico, viziato,io ad un certo punto del film ho pensato.......ma chi glielo ha fatto fare.....poteva restare come era, con la sua corazza di protezione, invece di farsi coinvolgere nel folle sentimento della sua musa, è diventato da uomo odioso a uomo privo di difese che aveva buttato via tutta la sua arroganza per suscitare nello spettatore quasi tenerezza.
[+]
Secondo me questo film riesce con la bravura dei suoi personaggi a coinvolgerti,alcuni momenti mi sentivo con loro a cucire, sistemare, indossare, ammirare, organizzare e anche toccare le stoffe,ero presente li con loro nella stanza dove nascevano le "opere d' arte" perchè di questo si trattava. Anche se il personaggio principale,tanto amato dalle sue esigenti clienti ,che avevano in lui la massima fiducia,risultava distaccato dalla vita,privo di sentimenti, egocentrico, viziato,io ad un certo punto del film ho pensato.......ma chi glielo ha fatto fare.....poteva restare come era, con la sua corazza di protezione, invece di farsi coinvolgere nel folle sentimento della sua musa, è diventato da uomo odioso a uomo privo di difese che aveva buttato via tutta la sua arroganza per suscitare nello spettatore quasi tenerezza.Avrei preferito qualche scontro con la sorella per definirne meglio il carattere,il suo personaggio mi ha lasciata perplessa.Si nota comunque un grande studio dietro questo film, è da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donnapa »
[ - ] lascia un commento a donnapa »
|
|
d'accordo? |
|
|