Il filo nascosto

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no_data sabato 17 marzo 2018
un film che sposta più avanti il cinema! Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Il fim certamente si sarà meritato tutti i premi ricevuti e le entusiastiche recensioni. Ma avete proprio ragione voi! Questo film " sposta più avanti il cinema".
Bisogna che il cinema si faccia carico anche degli spettatori.  Infatti non e' possibile lasciarli così sulle poltrone senza un minimo di confort. Il cinema poteva almeno distribuire cuscini ed un po' di coperte.  E chè diamine! E poi quelle poltrone scomodissime. Mi sarò svegliato almeno sei o sette volte! Speriamo che i cinema che lo proiettano raccolgano il vostro invito e " spostino più avanti il confort" dei malcapitati spettatori.
P. [+]

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camillalavazza giovedì 15 marzo 2018
raffinato e profondo Valutazione 5 stelle su cinque
52%
No
48%

“Il filo nascosto” è un capolavoro di sottigliezza psicologica, una costruzione perfetta, curata in modo maniacale in ogni particolare, come un abito d’alta moda, ma non si limita all’apparenza di una superba confezione, arriva a scavare nella profondità di dinamiche relazionali complesse e ossessive (altro che le 50 sfumature! e senza mostrare nemmeno una scena di sesso) con assoluta credibilità, pur nell’eccezionalità di tali comportamenti.

A qualcuno la storia parrà sconcertante e, forse, ai più giovani ed inesperti della varietà delle relazioni umane, certi comportamenti potrebbero apparire risibili, qualche signora potrebbe tenere a mostrare ad alta voce di dissociarsi (siamo pur sempre in epoca post-Weinstein e sembra poco chic - non uso questo termine a caso - immedesimarsi e parteggiare per una donna -  a prima vista -  succube di un uomo anaffettivo fino alla crudeltà mentale).

Il film induce invece a riflettere sulla natura dei sentimenti, sul filo (eccolo qui) sottile che separa l’amore dal controllo, il gioco dalla realtà.

È lui il più forte? Non fa che affermarlo per tutto il tempo e di certo lo è, per cultura, stato sociale, denaro, consapevolezza del valore della propria arte, ma siamo ben oltre il rapporto tra il pigmalione  e la sua creatura.

Non voglio svelare il colpo di scena, ma penso di non rovinare il finale evidenziando un indizio di come poi si svilupperà il loro rapporto nel momento in cui lei, “più realista del re”, va a recuperare l’abito indossato indegnamente da una riccona ubriaca, sfilandoglielo senza tante cerimonie, mentre lui, che pure avrebbe voluto farlo ma non ne ha avuto il coraggio, rimane sulla soglia. D’altronde è un uomo che scarica le proprie amanti tramite la sorella (interpretata da una magnifica Lesley Manville) ben contenta di intrattenere con lui un rapporto privilegiato, per quanto anche per lei il fratello rimanga un mistero inaccessibile.

È in seguito a questa prova assurda, sopra le righe, a questa reazione che pare spropositata (ma non lo è) che lui le dice un semplice ma preziosissimo “grazie”, per poi ricominciare a maltrattarla come prima.

Ma un segnale è stato lanciato. Lui predilige il silenzio, il suo isolamento rimane impenetrabile, tra loro prevale il non detto, ma non bisogna dimenticare che è un uomo che cuce i suoi segreti nelle fodere delle giacche, nei risvolti degli abiti, in piccole etichette che recano messaggi nascosti, destinati a rimanere tali per tutti, fuorché per colei che è capace di cogliere la sfida.

Inutile dire che solo dei grandissimi interpreti potevano rendere ogni sfumatura di personalità tanto articolate e che tutti ne sono stati pienamente all’altezza.

[-]

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opidum giovedì 15 marzo 2018
lento lento lento lento Valutazione 2 stelle su cinque
45%
No
55%

 visto ieri sera all'ugc di moncalieri



non mi sono addormentato ma non è stato semplice
 
il filo nascosto è un lungo tutorial di 130 minuti su come si fa un vestito d'alta sartoria e con danyel day lewis che fa l'eccentrico ricco. [+]

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ruzzante mercoledì 14 marzo 2018
tanta noia ... ma con stile Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Film ben diretto, ben recitato, buoni i dialoghi e la sceneggiatura ma ... parecchio lento, diciamoci la verità. Per come la vedo io i romanzi, i film, devono raccontarci una storia, che può essere condita bene o male, presentata bene o male, addobbata in modo più o meno ricco, ma insomma la materia prima è la storia. Puoi essere lo chef più geniale del pianeta, ma con un pezzo di salsiccia e un etto di piselli non riuscirai a creare un capolavoro. 
Lo stilista eccentrico, scapolo impenitente, conosce una cameriera e la lascia entrare lentamente nella sua vita e nel suo cuore, come lei fa con lui. Ma non sembrano fatti l'uno per l'altra. [+]

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writer58 mercoledì 14 marzo 2018
frammenti di un discorso amoroso Valutazione 3 stelle su cinque
83%
No
17%

Raramente ho visto un film che presenta valori estetici così alti e, nel contempo, pare creare una barriera all’identificazione dello spettatore, quasi fosse un meccanismo che seduce l’occhio e respinge il cuore. La sensazione è identica a quella suscitata da alcuni film di Greenaway –peraltro molto differenti e non assimilabili all’ultima fatica di Paul Thomas Anderson-: scenografie impeccabili, costruite con uno stile raffinato, una fotografia satura, inquadrature pittoriche, esterni dai colori chiari e  interni dove predominano le tonalità bordeaux  e i colori caldi dei mobili e dei vestiti. [+]

[+] complimenti (di jackbeauregard)
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silvanobersani lunedì 12 marzo 2018
difficilmente facile Valutazione 3 stelle su cinque
17%
No
83%

E' un'opera introspettiva, che gioca sulle situazioni e sulla personalità complessa e contradditoria dei personaggi prima ancora che sulla sottile trama narrativa, che appunto, rimane allusivamente nascosta. L'ambientazione è quindi solo un pretesto, una cornice, ed in ultima analisi è la quinta teatrale per la messa in scena di scatole cinesi di regole, paranoie, lacerazioni irrisolte e fragilità a malapena contenute. Reynold Woodcock, genio creativo e beniamino della jet society londinese, è un uomo dolorosamente diviso tra l'immagine smart che le sue clienti vogliono da lui, tra la sua apparenza fatta di certezze fondate su un cronometrico cerimoniale ed infine con la sua personalità devastata da contraddizioni edipiche e sindrome di Peter Pan. [+]

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annelise lunedì 12 marzo 2018
il gioco del silenzio Valutazione 4 stelle su cinque
44%
No
56%

Il film è,a mio avviso, all'altezza della fama e del successo. Originale e complesso porta alla concentrazione e allo stupore,in alcuni momenti . Non è un film sull'amore ma un capitolo di una storia di coppia in cui si integrano la fragilità e il potere che vengono espressi, con alternanza, dai personaggi. I ruoli non sono cristallizzati ma si alternano.

Il sarto Woodcock ,potente e raffinato,scapolo impenitente,vive con la sorella Cyril  e gestisce con lei la maison ereditata dalla madre. Le clienti altolocate subiscono il fascino e le scelte del sarto, ricoscendogli estro e capacità. Le donne frequentano la vita di quest'uomo per pochi e fuggevoli rapporti e vengono rapidamente sostituite. [+]

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ninoraffa lunedì 12 marzo 2018
il filo perso Valutazione 2 stelle su cinque
54%
No
46%

 Londra, quartieri eleganti, anni cinquanta. Reynolds Woodcock, stilista di principesse e miliardarie, tranquillamente convinto che i suoi modelli siano il centro del mondo, è una divinità superstiziosa solita nascondere capelli o cartigli talismanici nelle sue creazioni; in più si porta dentro un gigantesco complesso di Edipo verso la madre morta. Dirige con debita maniacalità la maison insieme alla sorella Cyril di cui il film dice poco, ma sufficiente a sospettarla altrettanto patologica. Ama decorarsi di belle donne, ma preso dalla perfezione dell’arte sartoriale – e dal suo ego – le cambia spesso, gratificandole di un suo abito a titolo di liquidazione. [+]

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achille lunedì 12 marzo 2018
c’è un filo nascosto? Valutazione 2 stelle su cinque
43%
No
57%

Francamente non comprendo le tante entusiastiche recensioni.
il film è costituito da una serie di scene che alla fine rendono un quadro appena abbozzato e quindi aperto a tutte le interpretazioni.
La narrazione  appare come una serie di anacoluti. Alcuni esempi:
nel primo incontro tra Alma e Reynolds, tra i due corre immediatamente l’intesa. È un colpo di fulmine? Alma aveva già ‘individuato’ il famoso sarto?
Il furto del vestito alla cliente che ‘non lo meritava’.
L’invettiva sullo ‘chic’ che appare senza un prima nè un dopo.
L’apparizione della mamma in abito nuziale
Il “mai maledetta” cucito nel vestito
Il racconto di Alma che avvelena il marito ed aggiunge che se anche questi dovesse morire lei aspetterà di ritrovarlo in un altro universo. [+]

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ralphscott domenica 11 marzo 2018
ahi alma,perchè tanta devozione? Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

Tre o quattro stelle,poco importa. La riflessione che mi rimugina in testa da ieri è sui motivi,le leve che possano spingere una ragazza a segnare la propria esistenza per un genio della couture,certo,ma così avido di sentimenti o incapace di esprimerli. Finalmente un film che non tratta scene di sesso,ammesso che nella vita dei due protagonisti ce ne sia. Ma assente dalla messa in scena l'amore fisico,sempre sopravvalutato al cinema come nella realtà,cosa rimane a legare Alma a Reynolds? E' un genio con forbici e stoffa,un odioso,infantile,anaffettivo misantropo nei rari frangenti extra lavorativi.Sul finale,quando vittima e carnefice si fanno consapevoli complici,prevale nello spettatore l'ammirazione incredula per esser arrivati a tanto. [+]

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