ninopellino
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domenica 11 marzo 2018
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la forza nascosta del'amore
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Il film, ambientato nella Londra dei tardi anni '50 ci narra la storia del celebre stilista Reynolds Woodcock che, insieme alla sorella Cyril, aveva fondato l'imponente casa di moda, famosa in tutto il territorio per aver vestito la famiglia reale e noti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. In particolare, la narrazione della trama si concentra a descriverci la particolare e forte personalità dello stilista Reynolds che se nell'ambito del suo lavoro si rivela precisa e impeccabile, nella vita privata e affettiva egli è sempre stato uno scapolo convinto e le cui storie d'amore le ha vissute in maniera passeggera e senza mai la ferma convinzione di unirsi in matrimonio.
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Il film, ambientato nella Londra dei tardi anni '50 ci narra la storia del celebre stilista Reynolds Woodcock che, insieme alla sorella Cyril, aveva fondato l'imponente casa di moda, famosa in tutto il territorio per aver vestito la famiglia reale e noti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. In particolare, la narrazione della trama si concentra a descriverci la particolare e forte personalità dello stilista Reynolds che se nell'ambito del suo lavoro si rivela precisa e impeccabile, nella vita privata e affettiva egli è sempre stato uno scapolo convinto e le cui storie d'amore le ha vissute in maniera passeggera e senza mai la ferma convinzione di unirsi in matrimonio. Ma la situazione della sua vita cambia non appena incontra la giovanissima, dolce e timida cameriera Alma, la quale sarà l'unica a conquistarlo veramente. Pertanto l'intera vicenda di questo film prosegue, coinvolgendoci in qualità di silenziosi e attenti testimoni di una particolarissima storia d'amore nata tra un uomo abitudinario e spesso isterico nei confronti di certe mutevoli sitiuazioni che si vengono a creare quale naturale conseguenza nello stare con una donna e, appunto, la giovane Alma che dimostrerà una pazienza e una costanza incredibile nel suo sentimento e che si rivelerà alla fine così forte da piegare la dura e psesso misantropa personalità dell'uomo. e nei riguardi di cambiamenti. E alla fine perfino la sorella di lui, Cyril, che in passato è sempre stata scettica nei riguardi della buona riuscita delle storie d'amore di Reynolds, alla fine dovrà ricredersi in quanto consapevole di aver percepito un forte led inossidabile legame nascosto che lega Reynolds con Alma. Una pellicola pertanto la cui eleganza e il cui stile interpretativo ci riportano ad altri tempi, in questo caso ai lontani anni '50 e bisogna evidenziare che la lentezza che magari la sceneggiatura mostra di avere in certi passaggi, ci appare comunque indispensabile per poter seguire, passo dopo passo, le forti personalità dei due protagonisti e lasciarci conquistare da esse.
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marionitti
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sabato 10 marzo 2018
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una sinfonia
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Premessa: non è il mio genere di film, troppo lento. Detto questo sono rimasto ammirato della cura prestata ad ogni aspetto, dalla recitazione ai costumi, dalla colonna sonora alle luci, Sembra che ogni gesto, ogni inquadratura, sia stata ponderata e che non avrebbe potuto essere realizzata con più cura. Il regista è stato davvero un maestro e ha realizzato una sinfonia difficile da eguagliare.
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maumauroma
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sabato 10 marzo 2018
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il filo nascosto
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Negli anni 50, a Londra, Reynolds Woodcock era considerato tra i piu' famosi stilisti di moda. Nella sua elegante " maison" entravano le signore dell'alta borghesia e della nobilta' del Regno Unito. spinte dalla fiera ambizione di poter indossare gli eleganti abiti disegnati dal celebre sarto. Uomo appassionato del suo lavoro, meticoloso e preciso, Woodcock era conscio del fascino che esercitava sulle donne. Collezionava conquiste femminili una dopo l' altra, conquiste che la sorella Cyril, socia in affari, provvedeva solertamente a giudicare, catalogare e quasi sempre a cercare di eliminare dal cuore algido del fratello per la salvaguardia della Casa.
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Negli anni 50, a Londra, Reynolds Woodcock era considerato tra i piu' famosi stilisti di moda. Nella sua elegante " maison" entravano le signore dell'alta borghesia e della nobilta' del Regno Unito. spinte dalla fiera ambizione di poter indossare gli eleganti abiti disegnati dal celebre sarto. Uomo appassionato del suo lavoro, meticoloso e preciso, Woodcock era conscio del fascino che esercitava sulle donne. Collezionava conquiste femminili una dopo l' altra, conquiste che la sorella Cyril, socia in affari, provvedeva solertamente a giudicare, catalogare e quasi sempre a cercare di eliminare dal cuore algido del fratello per la salvaguardia della Casa. Lo stilista sembrava un uomo pressocche' inattacabile dalle passioni. Per lui le donne erano soprattutto corpi da misurare in centimetri, figure da valutare se degne di diventare pregevoli contenitori per i suoi vestiti, oppure modelle adatte a partecipare alle sfilate. Tutto questo fino all' incontro con Alma, incontro irrimediabilmente destinato a destabilizzare il suo rapporto con le donne. Perche' Alma, donna semplice ma pervicacemente ostinata nel suo amore, riuscira' a infrangere quella corazza di cinismo affettivo che lo stilista si era costruito negli anni, fara' riemergere dalla profondita' della sua coscienza quel bisogno inespresso di regressione agli anni della sua ' infanzia, quando l' adorata e possessiva mamma lo consolava teneramente con baci e carezze durante le notti di malattia e di dolore. E lo fara' con un metodo originale, raffinato e perverso, che entrambi finiranno per trovare estremamente soddisfacente. Pharmakon e Eros. Anche in questa sua ultima opera Paul Thomas Anderson si conferma abile, profondo e freddo esploratore delle emozioni umane e delle sofferte e complesse relazioni che finiscono per crearsi nei rapporti interpersonali. E lo fa attaverso la densita' e la profondita' dei primi piani, con l' originale variare della intensita' del sonoro a seconda degli stati d' animo dei protagonisti, con l' uso continuo e quasi asfissiante della raffinata colonna sonora che finisce quasi per soffocare i bei dialoghi. Pregevole la fotografia, raffinati i costumi e bravi tutti gli attori
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amarolucano
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lunedì 5 marzo 2018
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elegante
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Film elegante recitato in modo sublime da Daniel Day Lewis, sceneggiatura molto particolare, nel complesso un film interessante ma un pò piatto, mi ha incuriosito ma non coinvolto particolarmente.
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carloalberto
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lunedì 5 marzo 2018
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pericolosamente
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“Pericolosamente” è un atto unico di Eduardo del 1938 in cui il protagonista della commedia spara alla moglie con una scacciacani, la moglie si spaventa e per lo scampato pericolo diventa affettuosa e mansueta, i due si riappacificano e vivono d’amore e d’accordo, a patto che l’uomo torni a spararle. Nel Il filo nascosto la situazione si capovolge, ma il meccanismo è identico. La moglie avvelena il marito con una dose di funghi, studiata per non essere letale, lui sta male, torna bambino e ritrova in lei la madre da cui farsi coccolare, i due si amano teneramente, ma a condizione che lei lo avveleni nuovamente con un altro piatto di funghi trifolati al burro.
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“Pericolosamente” è un atto unico di Eduardo del 1938 in cui il protagonista della commedia spara alla moglie con una scacciacani, la moglie si spaventa e per lo scampato pericolo diventa affettuosa e mansueta, i due si riappacificano e vivono d’amore e d’accordo, a patto che l’uomo torni a spararle. Nel Il filo nascosto la situazione si capovolge, ma il meccanismo è identico. La moglie avvelena il marito con una dose di funghi, studiata per non essere letale, lui sta male, torna bambino e ritrova in lei la madre da cui farsi coccolare, i due si amano teneramente, ma a condizione che lei lo avveleni nuovamente con un altro piatto di funghi trifolati al burro. A parte questa trovata, nemmeno originale, il film è una serie di luoghi comuni imperniata sul vecchio clichè dell’uomo anziano, ricco e famoso, che si innamora di una giovane donna di modeste condizioni. Il cast è eccellente, Daniel Day Lewis nella parte dello stilista di successo, che veste regine e contesse, scapolo impenitente afflitto da complesso edipico e Vicky Krieps nella parte della cameriera del pub dove lui fa colazione, che diventa prima modella poi amante e infine moglie-madre, ma il film si rivela piuttosto noioso e inutile. Meglio Eduardo.
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simmy
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lunedì 5 marzo 2018
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un film da buttare in discarica
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Peccato che non mi lascino mettere ZERO stelle. E' uno dei film peggiori che io abbia mai visto. Non si salva niente. Non so su cosa si basassero le recensioni positive. Leggo che e' candidato a sei oscar: rimango sconcertato.
Personaggi piatti, privi di senso e di mordente. La presunta storia d'amore e' inesistente. Raccontata con buchi pazzeschi, a cominciare dall'incontro iniziale che non sta in piedi. Dialoghi penosi, con un paio di momenti di umorismo involontario. Trama irrilevante, senza cambi di ritmo, priva di eventi significativi. Una ambientazione fastidiosa, fredda e respingente.
Sconsigliato AS-SO-LU-TA-MEN-TE. Andate a farvi un giro!
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carlosantoni
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domenica 4 marzo 2018
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il fungo nascosto
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La locandina strilla: MOZZAFIATO. Mi pare un'espressione incongrua: mozzafiato può esserlo un thriller, un poliziesco con inseguimento, non certo un film come questo, raffinato sotto il profilo formale e analitico nella descrizione psicologica dei personaggi, tutto giocato su un invidiabile equilibrio di forma e contenuto. Vedendo questo film di davvero rara fattura e... "stoffa", mi è subito venuto da paragonarlo a "Il servo" di Losey, non solo perché in entrambi i casi le storie si svolgono a Londra e a breve distanza temporale ("Il filo nascosto" negli anni '50, "Il servo" nei primissimi anni '60), né soltanto perché in entrambi i casi la location è una magione ricca, patrizia, lontana dai tumulti sociali di quesgli anni, dei quali nel film di Anderson non c'è la minima traccia.
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La locandina strilla: MOZZAFIATO. Mi pare un'espressione incongrua: mozzafiato può esserlo un thriller, un poliziesco con inseguimento, non certo un film come questo, raffinato sotto il profilo formale e analitico nella descrizione psicologica dei personaggi, tutto giocato su un invidiabile equilibrio di forma e contenuto. Vedendo questo film di davvero rara fattura e... "stoffa", mi è subito venuto da paragonarlo a "Il servo" di Losey, non solo perché in entrambi i casi le storie si svolgono a Londra e a breve distanza temporale ("Il filo nascosto" negli anni '50, "Il servo" nei primissimi anni '60), né soltanto perché in entrambi i casi la location è una magione ricca, patrizia, lontana dai tumulti sociali di quesgli anni, dei quali nel film di Anderson non c'è la minima traccia. Ma soprattutto perché tra il protagonista maschile, Woodcock, alias Daniel Day-Lewis, e quella femminile, Alma, alias Vicky Krieps, si instaura poco per volta quel rapporto dialettico che Hegel definisce servo-padrone, che Losey mise già a fuoco nel suo film del '63.
Un mondo aristocratico, ovattato, del tutto avulso dalla realtà che lo circonda, dominato da un padrone artista del taglia-e-cuci introverso, dispotico, nevrotico, profondamente antipatico. e arido, nonostante il suo raffinato senso artistico per la moda. Un mondo che Woodcock condivide con la sorella Cyril (interpretata dalla bravissima Lesley Manville), del quale nessun altro fa parte, se non come amante temporanea del padrone di casa. Poi ad un tratto Alma, una giovane cameriera dall'aria contadina e comunque dai tratti per niente aristocratici, piove in quell'asettica magione snob, e tutto cambia. Inizialmente dominata dal sempre irritabile e insopportabile padrone di casa, pian piano riesce a ribellarsi a quel dominio e a imporsi, senza per questo smettere di amare il suo Pigmalione (ché questo anche finisce per essere, fino a un certo punto, il nostro super-sarto), ed è Alma alla fine a condurre la danza. E il film ha un'evoluzione straordinaria che non rivelo, ma che potrei descrivere sinteticamente come un triplo salto carpiato con avvitamento.
Non posso nno menzionare l'eccezionale prova di bravura di D.D. Lewis, e quella altrettanto lodevole delle comprimarie, soprattutto direi la Manville. Ottima la colonna sonora (non solo i brani musicali, anche i rumori degli oggetti, spesso decisivi), ottima la fotografia, col carrello che si muove lentissimo in avanti, o la mdp fissa, o le occhiate fugaci su scorci in esterno appena accennati. E poi le scenografie, gli abiti...
Godetevi questo bel film!
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roberteroica
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domenica 4 marzo 2018
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il filo nascosto
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“Il filo nascosto” è un film da vedere. Magari per contestarne l’aurea di capolavoro che sta circondando la sua uscita nelle sale italiane. Magari per essere affascinati dal gioco supremo degli interpreti. O per tentare di disinnescare il sospetto di un progetto nato e cresciuto un po’ troppo a tavolino. Nell’Inghilterra degli anni Cinquanta, Reynolds (Daniel Day Lewis, eccellente, purtroppo alla sua ultima interpretazione se dobbiamo credere a quanto dichiarato alla stampa) un sarto eccelso, uno che fa solo abiti per nobili e aristocratici, meticoloso, ossessivo, maniacale, con una degna sorella, anch’ella glaciale e tipicamente british (Lesley Manville).
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“Il filo nascosto” è un film da vedere. Magari per contestarne l’aurea di capolavoro che sta circondando la sua uscita nelle sale italiane. Magari per essere affascinati dal gioco supremo degli interpreti. O per tentare di disinnescare il sospetto di un progetto nato e cresciuto un po’ troppo a tavolino. Nell’Inghilterra degli anni Cinquanta, Reynolds (Daniel Day Lewis, eccellente, purtroppo alla sua ultima interpretazione se dobbiamo credere a quanto dichiarato alla stampa) un sarto eccelso, uno che fa solo abiti per nobili e aristocratici, meticoloso, ossessivo, maniacale, con una degna sorella, anch’ella glaciale e tipicamente british (Lesley Manville). I due a capo della sartoria ereditata dalla madre, cercano una nuova modella. La trovano in una giovane cameriera, Alma (Vicky Krieps, ottima) che, chiamata a servizio, si innamora del suo datore di lavoro e dimostra ben presto un peperino all’altezza del ruolo. L’americano Paul Thomas Anderson si dimostra invece un regista eclettico e preparatissimo (la messa in scena è davvero studiata al dettaglio) ed è convincente (anche se non particolarmente folgorante) nel portare avanti lo srotolarsi di un’ossessione, che, come un abito da sposa, diventa qualcosa di diverso, progressivamente, ad ogni passaggio. Il nascere di un rapporto di dominanza sadomasochistica e di amore, a suo modo. A tratti sembra di essere in un film di Manckiewicz (lo straordinario“Il fantasma e la signora Muir” tanto per fare un nome, e infatti anche qui, ad un tratto si presenta uno spettro, dietro una porta) per altri versi viene in mente “The Beguiled” di Cullinam/Don Siegel/Sofia Coppola. Ma l’accelerazione del quarto d’ora finale può anche non convincere in pieno. Cosi’ come i messaggi in una bottiglia che il bravo sarto cuce all’interno delle sue creazioni. Che restano lampi esoterici, senza una vera risposta.
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falcone
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domenica 4 marzo 2018
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film da evitare
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Film insopportabilmente lento. Dopo 20 minuti sono uscito dalla sala. Non si può abusare in questo modo della attenzione del pubblico
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manuelazarattini
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domenica 4 marzo 2018
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nessuno è come sembra
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Una storia coinvolgente ma forse con dei lati oscuri e inquietanti che rimangono non chiariti. Un amore che sembra quasi sconfinare in una particolare forma di sindrome di Munchausen accettata da entrambi consapevolmente. Ma comunque la trama è meglio non raccontarla nei suoi particolari perché è meglio che rimanga segreta per chi ancora non l'ha visto. Certo sicuramente nessuno è come sembra essere.
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