Death Note

Il liceale Light Turner vede cadere ai suoi piedi dal cielo un misterioso quaderno con copertina in cuoio e la scritta "Death Note". All'interno legge che conferisce il potere di uccidere qualcuno semplicemente scrivendo il suo nome, anche se ci sono numerose regole. Inoltre una creatura detta Ryuk, che solo lui può vedere, lo sprona a usare il quaderno. Dopo aver eliminato un bullo della scuola come test e aver raccontato il suo segreto alla cheerleader Mia, decide di far fuori i peggiori criminali dal mondo come una sorta di divinità di nome Kira. Indaga su questi delitti un geniale e asociale detective, che si fa chiamare solo L. e nasconde il suo volto per proteggersi dal potere dei Kira.

Ho cercato di essere federe al cento per certo al materiale originale, ma più ci provavo e più il progetto andava a pezzi. Siamo in un territorio diverso e non si può riassumere una lunghissima serie in due ore di film. Per me è diventata allora una questione su come i temi del fumetto si rapportino nell'America contemporanea. Il gioco tra il gatto e il topo di Light e L, e il bene il male e l'area grigia in mezzo: questi sono gli elementi centrali di Death Note e sono quelli su cui ci siamo concentrati.
Adam Wingard

Death Note è l'adattamento americano di un manga e di un anime di enorme successo in tutto il mondo, scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, pubblicato tra 2003 e 2006. Oltre alla serie animata ne sono stati tratti romanzi, giochi e film in live action, dunque questo americano è solo l'ultimo di molti adattamenti. Ciò nonostante il film è stato accusato di "whitewashing" per la quasi totale assenza di attori asiatici nel cast, sebbene la storia sia ambientata a Seattle.

Wingard ha risposto a queste accuse preventive invitando i fan prima di tutto a vedere il film e in secondo luogo rivendicando di aver trasposto la vicenda in un diverso contesto, rimanendo però fedele ai suoi principi di base. Il casting che ha fatto più discutere è quello di L. interpretato dall'afroamericano Lakeith Stanfield, che nel film offre però l'interpretazione più affascinante e riuscita, soprattutto in virtù di una recitazione molto fisica dai movimenti eccentrici eppure fluidi e a tratti esplosivi.

La cosa fondamentale è portare i temi a confronto con i personaggi, ma esplorandoli in un nuovo contesto. Alla fine le personalità sono piuttosto differenti rispetto al fumetto. L. per esempio non è lo stesso anche se ci sono molte similitudini come il fatto che ami le caramelle o che a volte sia senza scarpe. Ma alla fine l'arco narrative del suo personaggio è molto diverso, e questo vale anche per tutti gli altri. Probabilmente il solo a essere rimasto uguale all'anime è Ryuk.
Adam Wingard

Il demone Ryuk è realizzato in CGI ma sulla base del motion capture e della voce del grande Willem Dafoe. Lakeith Stanfield mette invece i panni di L. ed è esploso con la serie Atlanta, inoltre ha avuto un ruolo significativo in Scappa - Get Out e in War Machine e The Incredible Jessica James per Netflix. Il protagonista Light è interpretato da Nat Wolff, emerso con Colpa delle stelle di Josh Boone e ora molto richiesto a Hollywood, dove tra vari altri titoli lo rivedremo in Home Again con Reese Witherspoon.

A vestire i panni della bella Mia, che è un personaggio del tutto nuovo, è stata chiamata Margaret Qualley, nota per il ruolo della figlia nella serie The Leftovers e per aver recitato in The Nice Guys al fianco di Russell Crowe e Ryan Gosling. Nel ruolo del padre di Light troviamo Shea Whigham, che al cinema è un caratterista molto attivo e in Tv è stato tra i protagonisti di Boardwalk Empire oltre che un ottuso sceriffo nella terza stagione di Fargo. Infine Watari, l'assistente giapponese di L., è interpretato da Paul Nakauchi, che solitamente lavora più che altro come doppiatore, inoltre concede un cameo Masi Oka, noto come Hiro nella serie Heroes, e qui anche tra i producer del film.

Abbiamo potuto fare di tutto e questa stata la cosa più cool del progetto, perché è un anime film, quindi dà vita a un cartone animato. E la cosa che mi piace degli anime è che hanno contenuti adulti, dunque era importante che li avesse anche il film. Così abbiamo nudità, parolacce e un sacco di violenza. Ho voluto come regista di seconda unità Jason Eisener, che ha fatto il brutale Hobo with a Shotgun, e ha realizzato scene molto gore. Ha potuto scatenarsi e fare cose folli.
Adam Wingard

Alla regia Adam Wingard, autore molto prolifico soprattutto nel genere horror, ha fatto in modo di rendere le varie morti particolarmente splatter, come a esplicitare lo spirito sadico di Ryuk. Il tutto però non senza una certa giocosità, del resto è un regista a cui non manca il tocco ironico come dimostrano i suoi film più riusciti, You're Next e The Guest. Qui ha inoltre lavorato sul ritmo e la vicenda, estremamente complessa, si snoda in soli cento incalzanti minuti, mai appesantiti da didascalismi e ritmati invece da ammazzamenti, inseguimenti e una spettacolare scena su una ruota panoramica.