Io, Daniel Blake

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giuliog02 mercoledì 15 marzo 2017
dignità, umanità, identità conculcate dal sistema Valutazione 5 stelle su cinque
20%
No
80%

Un film indimenticabile. Una trama in cui due personaggi, in difficoltà nell' ottenere dall'organizzazione assistenziale britannica - vistosamente preda del più ottuso e cinico burocratismo neoliberistico - quanto di loro diritto, si incontrano, agiscono, si rispettano, si aiutano.  Uno svolgersi degli eventi,  narrato con semplicità, partecipazione umana, e, di fatto, con una traccia sottofondo di sottile umorismo sarcastico volto  a costituire una rigorosa denuncia della mancanza di comprensione e di solidarietà umana da parte degli  zelanti funzionari nell'applicazione di norme organizzative, in cui  é andato volutamente perso ogni accenno di intelligenza e di umanità per i cittadini bisognosi di aiuto. [+]

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gpistoia39 martedì 25 ottobre 2016
ken loach, solo film di denuncia sociale Valutazione 4 stelle su cinque
41%
No
59%

Questo film per me è uno dei più belli fatti da questo regista. Nel seguire gli eventi e i fatti del film ci troviamo stupiti davanti a una Gran Bretagna completamente sorda alle esigenze dei suoi cittadini. La cosa mi ha stupita se penso a tutte le persone che conosco e che sono andate a lavorare a Londra e che hanno decantato la qualità della vita inglese. Da questo film denuncia non mi sembra proprio così: chissà perché siamo sempre tentati di dire che all'estero chissà come si sta bene. Da noi penso proprio che quando uno è a casa per malattia, avendo un lavoro, ci sia l'indennità di malattia che mi pare duri fino a 6 mesi. In questo film vediamo una burocrazia spaventosa, posti di lavoro per i burocrati e i controllori, ma nessun posto per una giovane donna con 2 figli che se vuole comprare delle scarpe per loro deve prostituirsi. [+]

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maurizio d domenica 6 novembre 2016
si è perso di vista l'uomo Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Daniel Blake non fa per nulla piangere Anzi l'obiettvo dichiarato è quello di far riflettere . Tutte le scene drammatiche , quella del Banco alimentare , quella del bordello, quella stessa della morte del protagonista , vengono volutamente smorzate il regista evita di fare appello a tutti quegli strumenti tecnci :le carrellate , i primi piani, la musica enfatica
che avrebbero sottolineato la scena. L'obiettivo non è di commuovere ma di far riflettere
Che cosa ci vuol dire insomma l'autore ? Lo smantellamento dello stato sociale ha gettato milioni di persone sul lastrico . Anche chi ha lavorato per 40 anni onestamente
si trova adesso a fare i conti con una amministrazione cieca. [+]

[+] liberalismo tatcheriano? (di kleber)
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giorgio47 giovedì 27 ottobre 2016
non tutti i diseredati sono immigrati Valutazione 0 stelle su cinque
35%
No
65%

Avevo letto alcune recensioni di questo film che ponevano una serie di problemi e che in ogni caso non erano entusiastiche ma molto critiche e la cosa mi sembrava alquanto strana perché quest’ultime non erano indirizzate al film, alla regia, ma al contenuto dello stesso. Insomma ero perplesso, poi oggi sono andato a vederlo e ho assistito alla proiezioni di un film non solo girato bene, ma coraggioso e lineare, come tutta la filmografia di Loach e del suo sceneggiatore preferito Laverty è sempre stata. Nel film c’è amore, solidarietà, rispetto ma anche indifferenza, disinteresse, freddezza da parte della burocrazia e dei suoi robot. Ed allora mi sono domandato da cosa potevano scaturire le “riserve” sul film e sul suo regista, ed ho capito! Loach viene criticato perché parla degli ultimi, dei diseredati, ma questi non sono gli immigrati, sono i fantasmi della società, sono i reietti che nessuno vuol vedere perché ci dicono che non sono persone che scappano da una guerra o attraversano il mare sui barconi, sono i prodotti di una società sempre più meccanizzata ed indifferente, sono persone che non vogliono l’elemosina (bellissima la lettera finale) non pretendono la carità, tutte cose che fanno sentire bene i piccolo borghesi del nostro mondo, vogliono i propri diritti come cittadini e mettono in evidenza le ingiustizie, le iniquità, le prepotenze e le prevaricazioni che i nostri sistemi, grazie alla nostra complicità, attuano sui più deboli. [+]

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gabriella giovedì 3 novembre 2016
cogito ergo sum Valutazione 4 stelle su cinque
35%
No
65%

Ken Loach è una specie di Don Chisciotte e lo sa bene, continua a combattere contro i mulini a vento, solo che i suoi non sono fantasmi, ma qualcosa di assolutamente concreto che però se ne frega della miseria e della difficoltà cui è costretta a scontrarsi giornalmente certa gente. Danie Blake è un carpentiere inabile al lavoro in quanto è stato colpito da infarto, ma l'ingranaggio istituzionale non gli riconosce l'indennità di malattia pur essendoci un certificato redatto dal medico. Daniel è un uomo onesto, vive secondo le regole e , nonostante sia completamente digiuno all'uso del computer, cerca di far fronte alle richieste di compilare i vari moduli on line . Conosce Katye, una giovane mamma di due figli che da Londra è appena arrivata a Newcastle, in cerca di un lavoro, si offre di aiutarla, cominciando a far dei lavoretti nel fatiscente appartamento della donna, si occupa dei bambini per permetterle di cercarsi un lavoro e intanto si reca continuamente al centro per l'impiego per cercare di risolvere la sua situazione. [+]

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teresa scarale giovedì 20 ottobre 2016
un manifesto che grida dentro ai nostri occhi Valutazione 5 stelle su cinque
32%
No
68%

Di Teresa Scarale
Lunga vita al cinema civile. Quello pulito, senza nessuna retorica, talmente vero che a un certo punto qualche bugia forse la si vorrebbe pure. Siamo a Newcastle. Daniel Blake (Dave Johns), da sempre falegname in fabbrica e non ancora arrivato alla pensione, ha per la prima volta in vita sua bisogno dell’aiuto dello Stato: è stato colpito da un infarto e secondo il parere dei medici non può continuare a lavorare. Per potere ottenere l’indennità di malattia però deve essere dichiarato ufficialmente “inabile al lavoro” dal Dipartimento del lavoro e delle pensioni. Questo riconoscimento tarda ad arrivare, e nel frattempo Daniel comunque non può lavorare senza rischiare di perdere la vita. [+]

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miguel angel tarditti domenica 30 ottobre 2016
el maltrato del estado moderno Valutazione 4 stelle su cinque
28%
No
72%

  
“Io, Daniel Blake”,
   el nuevo film de Ken Loach
 
Ser espectador de este film de Ken Loach, es una especie de evocación de aventuras ya vivida por cada uno de nosotros en los paquidérmicos departamentos burocráticos de nuestros “Estados modernos”.
Es, evocar la impotencia que conocemos por haberlas vivido mil veces en extenuante repeticiones, en estados que, paradojalmente gozan de “evolucionados” sistemas mecanizados. Tecnificados.
Pero con personal no siempre con buena disposición  para atender al público, o víctimas hastiadas de la parafernalia creada para complicar al ciudadano. [+]

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flaw54 lunedì 24 ottobre 2016
realismo positivista Valutazione 3 stelle su cinque
34%
No
66%

Non è un film, ma una vera e propria tranche de vie, una sorta di Zola dei nostri giirni. Purtroppo è cinema verità che apre la strada a profonde riflessioni che vanno al di là delle ideee politiche e mettono in primo piano lo scontro tra una burocrazia fredda, impietosa e insensibile e il valore della dignità umana. Bella nella sua semplicità la lettera letta dall' amica di Danny al suo funerale, chiara eredità spirituale del protagonista capace di esprimere concetti che appaiono naturali, ma che spesso vengono tristemente dimenticati.

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kate64 martedì 1 novembre 2016
da vedere e ricordare. Valutazione 5 stelle su cinque
31%
No
69%

Perchè il mondo non ascolta (non ascoltiamo) le persone come Ken Loach che ci dicono che stiamo sbagliando tutto e ci implorano di provare a cambiare. Quando si riuscirà a capire che dobbiamo sottrarci a una logica basata solo sui valori economici che ci vuole consumatori, fruitori, clienti? Quando riusciremo a dire basta a tutto questo, allora forse riusciremo a capire che siamo persone, esseri umani e che i sentimenti di amicizia, di solidarietà e soprattutto il rispetto per noi stessi è quello che rende la nostra vita degna di essere vissuta. Per fortuna, film come questo provano a ricordarcelo ma purtroppo sono sommersi da valanghe di messaggi contrari che ci spingono a comprare, a sperperare, a convincerci che siamo importanti solo se usiamo gli oggetti giusti e rendono la vita di tanti, troppi, un'inutile corsa verso il nulla. [+]

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fabriziog venerdì 28 ottobre 2016
un grandissimo loach Valutazione 5 stelle su cinque
27%
No
73%

 Ken Loach, uno dei più grandi registi al Mondo del cinema impegnato, sociale e di denuncia, giganteggia in un film la cui tensione emotiva tiene in apnea lo  spettatore per tutta la durata della proiezione. “Io, Daniel Blake” è bellissimo, perché è denso, perché è implacabile, perché è pura spremuta di autentica umanità.
Io, Daniel Blake” è la storia  di donne e uomini vandalizzati nella propria dignità da un sistema sociale feroce, fatto di implacabili regole tutte tese ad umiliare chi è caduto nella ragnatela della difficoltà economica, finché non ci si arrende, finché non si muore, finché non ci si prostituisce. [+]

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