writer58
|
domenica 6 novembre 2016
|
which side are you on? (da che parte stai?)
|
|
|
|
[Spoiler alert: nella recensione vi sono antcipazioni sugli sviluppi del film]. Da una vita intera Ken Loach sta dalla parte degli umili, dei diseredati, di coloro che scelgono di lottare contro le dittature fasciste (Terra e libertà), dei disoccupati, degii immmigranti clandestini (Bread and roses), dei cittadini vittime del neoliberismo e della privatizzazione del welfare, dei militanti sandinisti e nordirlandesi. Anche in questo suo ultimo film (I, Daniel Blake, Palma d'oro al Festival di Cannes) riprende alcuni temi peculiari della sua produzione: la disumanizzazione burocratica, la negazione di diritti fondamentali, la privatizzazione del sistema di protezione sociale.
Daniel Blake è un falegname che ha subito, alla soglia dei 60 anni, un grave scompenso cardiaco e che richiede un sussidio di invalidità.
[+]
[Spoiler alert: nella recensione vi sono antcipazioni sugli sviluppi del film]. Da una vita intera Ken Loach sta dalla parte degli umili, dei diseredati, di coloro che scelgono di lottare contro le dittature fasciste (Terra e libertà), dei disoccupati, degii immmigranti clandestini (Bread and roses), dei cittadini vittime del neoliberismo e della privatizzazione del welfare, dei militanti sandinisti e nordirlandesi. Anche in questo suo ultimo film (I, Daniel Blake, Palma d'oro al Festival di Cannes) riprende alcuni temi peculiari della sua produzione: la disumanizzazione burocratica, la negazione di diritti fondamentali, la privatizzazione del sistema di protezione sociale.
Daniel Blake è un falegname che ha subito, alla soglia dei 60 anni, un grave scompenso cardiaco e che richiede un sussidio di invalidità. La sua richiesta viene respinta e, in attesa del ricorso, è costretto a rivolgersi al Centro per l'Impiego per ottenere un sussidio di disoccupazione. Deve però sosttostare a un'autentico calvario burocratico: compilare un formulario su internet (lui non ha alcuna conoscenza dei computer e della rete), partecipare a un corso di formazione, dimostrare di cercare lavoro per 35 ore alla settimana. Nella ricerca di lavoro, trova anche una persona disposto ad assumerlo, ma Daniel non può accettare perché i medici hanno accertato la sua inabilità.
La sua vicenda s'incrocia con quella di Daisy, giovane donna obbligata a trasferisi a Newcastle da Londra senza lavoro e senza reddito. Daisy ha due figli piccoli ed è costretta a rivolgersi alla "Banca del cibo" per poter mangiare. Tra i due nasce un rapporto di aiuto reciproco e di solidarietà, contrapposto alla logica impersonale e Kafkiana della burocrazia del welfare inglese, rigidissimo nell'applicazione di regole che sebrano pensate per creare ostacoli e negare diritti, un autentico percorso di umiliazione per le fasce più fragili della popolazione.
Loach rende molto bene la contrapposizione tra un universo disumanizzato retto da regole escludenti e le relazioni di sostegno e di affetto che si creano tra i protagonisti (a cui si aggiungono due vicini di Daniel, un'impiegata solidale del Centro , le iniziative di supporto alimentare gestite da organizzazioni no profit). Daniel intraprende un lotta tenace per veder rconosciuti i propri diritti, fino a riempire le pareti del Centro per L'Impiego di scritte che descrivono la sua condizione. E' una scena catartica, anche se non prelude a un "happy end".
Il film mi è parso efficacissimo nel disegnare ua nuova schiera di emarginati dai meccanimi del neoliberismo ormai consolidato ed emozionante nella sua denuncia priva di qualunque retorica o ispirazione pedagogica. "I, Daniel Blake" assomiglia a quelle lezioni frontali condotte da un ottimo relatore: nessun artificio, nessuna sofisticazione tecnologica, ma contenuti "veri" veicolati atttaverso un legame emotivo tra docente e discenti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a writer58 »
[ - ] lascia un commento a writer58 »
|
|
d'accordo? |
|
xerox
|
domenica 6 novembre 2016
|
evviva loach!
|
|
|
|
5 stellazze sia per il film ma soprattutto per lui: Loach! "Io, Daniel Blake", ovvero benvenuti nel paradiso dell'ultima crisi economica. Benvenuti nel mondo di chi arranca, di chi non ce la fa a tenere il passo, di chi non ce la fa più... e basta! E' il risultato dell'onda lunga mossa contro le classi lavoratrici dal turbocapitalismo ultra liberistico iniziato da Reagan, continuato dalla Thatcher, e finito (nel nostro piccolo) da Monti. Il '68 dei padroni! Che ha fatto diventare l'espressione "Stato Sociale" il peggiore degli insulti. Non c'è da fare nomi in questo film: i protagonisti del film sono da una parte i visi dell'umanità dolente che fa la fila per un pasto, e dall'altra le facce arcigne di una burocrazia cinica e folle, ma soprattutto "asettica", che pare godere nello schiacciare definitivamente chi resta negli ultimi posti.
[+]
5 stellazze sia per il film ma soprattutto per lui: Loach! "Io, Daniel Blake", ovvero benvenuti nel paradiso dell'ultima crisi economica. Benvenuti nel mondo di chi arranca, di chi non ce la fa a tenere il passo, di chi non ce la fa più... e basta! E' il risultato dell'onda lunga mossa contro le classi lavoratrici dal turbocapitalismo ultra liberistico iniziato da Reagan, continuato dalla Thatcher, e finito (nel nostro piccolo) da Monti. Il '68 dei padroni! Che ha fatto diventare l'espressione "Stato Sociale" il peggiore degli insulti. Non c'è da fare nomi in questo film: i protagonisti del film sono da una parte i visi dell'umanità dolente che fa la fila per un pasto, e dall'altra le facce arcigne di una burocrazia cinica e folle, ma soprattutto "asettica", che pare godere nello schiacciare definitivamente chi resta negli ultimi posti... Non c'è da far nomi, ma Dave Johns e Hayley Squires sono veramente grandi nel rendere credibili i loro personaggi. Ultima cosa: un film come questo è un bicchiere d'acqua fresca nel Sahara delle produzioni americane di supereroi da terza elementare, di fantasy una più stupidy dell'altra, e di cartoni...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a xerox »
[ - ] lascia un commento a xerox »
|
|
d'accordo? |
|
alex2044
|
domenica 6 novembre 2016
|
la signora thatcher una sciagura ?
|
|
|
|
Un film da trattare con delicatezza , un film impegnativo che non può essere liquidato con qualche slogan pro o contro . K.Loach fa un cinema militante ed anche un po' ideologico ma non dimentica mai che , per esistere deve essere visto e che quindi in dosi , diverse per ogni suo film , deve comprendere un certo compromesso fra spettacolo ed impegno . In questa sua ultima esperienza l'impegno politico prevale nettamente sullo spettacolo ma non è respingente per chi preferirebbe il contario , permettendo anche allo spettatore meno ideologizzato di apprezzarne la bontà senza particolari momenti di noia . Che il sistema sanitario inglese ed in genere tutto quello che riguarda il welfare ,dall' avvento di quell'antipatica della signora Thatcher in poi , abbia avuto una forte diminuzione dei servizi , in particolare per le persone più deboli , è cosa nota e risaputa e quindi è giusto aver fatto un'opera che ne certfichi i tristi esiti .
[+]
Un film da trattare con delicatezza , un film impegnativo che non può essere liquidato con qualche slogan pro o contro . K.Loach fa un cinema militante ed anche un po' ideologico ma non dimentica mai che , per esistere deve essere visto e che quindi in dosi , diverse per ogni suo film , deve comprendere un certo compromesso fra spettacolo ed impegno . In questa sua ultima esperienza l'impegno politico prevale nettamente sullo spettacolo ma non è respingente per chi preferirebbe il contario , permettendo anche allo spettatore meno ideologizzato di apprezzarne la bontà senza particolari momenti di noia . Che il sistema sanitario inglese ed in genere tutto quello che riguarda il welfare ,dall' avvento di quell'antipatica della signora Thatcher in poi , abbia avuto una forte diminuzione dei servizi , in particolare per le persone più deboli , è cosa nota e risaputa e quindi è giusto aver fatto un'opera che ne certfichi i tristi esiti . Forse si può pensare che qualche altro regista avrebbe potuto trattare quest'argomento in modo più convincente e meno ideologico e quindi più incisivo ma tant'è lo stile di Loach è questo ed è forse proprio la sua forza . I due attori protagonisti , uno spaventato e molto tenero Dave Johns nella parte dell'infartuato disoccuppato con il rischo di perdere ogni sussidio ed una problematica e confusa Hayley Squires nella parte della ragazza madre , sono ,non bravi, ma bravissimi , profondi il giusto e molto naturali . Per il resto poco da dire , il film è , prima di tutto , una denuncia quasi un'invettiva e non ha quindi bisogno di alcun orpello stilistico e cinematograficamente pregnante . Per chi cerca un cinema più complesso e tecnicamente più rifinito Ken Loach non fa per lui .
[-]
[+] idelogia?
(di vanessa zarastro)
[ - ] idelogia?
|
|
[+] lascia un commento a alex2044 »
[ - ] lascia un commento a alex2044 »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio d
|
domenica 6 novembre 2016
|
si è perso di vista l'uomo
|
|
|
|
Daniel Blake non fa per nulla piangere Anzi l'obiettvo dichiarato è quello di far riflettere . Tutte le scene drammatiche , quella del Banco alimentare , quella del bordello, quella stessa della morte del protagonista , vengono volutamente smorzate il regista evita di fare appello a tutti quegli strumenti tecnci :le carrellate , i primi piani, la musica enfatica
che avrebbero sottolineato la scena. L'obiettivo non è di commuovere ma di far riflettere
Che cosa ci vuol dire insomma l'autore ? Lo smantellamento dello stato sociale ha gettato milioni di persone sul lastrico . Anche chi ha lavorato per 40 anni onestamente
si trova adesso a fare i conti con una amministrazione cieca.
[+]
Daniel Blake non fa per nulla piangere Anzi l'obiettvo dichiarato è quello di far riflettere . Tutte le scene drammatiche , quella del Banco alimentare , quella del bordello, quella stessa della morte del protagonista , vengono volutamente smorzate il regista evita di fare appello a tutti quegli strumenti tecnci :le carrellate , i primi piani, la musica enfatica
che avrebbero sottolineato la scena. L'obiettivo non è di commuovere ma di far riflettere
Che cosa ci vuol dire insomma l'autore ? Lo smantellamento dello stato sociale ha gettato milioni di persone sul lastrico . Anche chi ha lavorato per 40 anni onestamente
si trova adesso a fare i conti con una amministrazione cieca. Il lungo ventennio del liberalismo tatcheriano ha prodotto una società disumana
[-]
[+] liberalismo tatcheriano?
(di kleber)
[ - ] liberalismo tatcheriano?
|
|
[+] lascia un commento a maurizio d »
[ - ] lascia un commento a maurizio d »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
giovedì 3 novembre 2016
|
cogito ergo sum
|
|
|
|
Ken Loach è una specie di Don Chisciotte e lo sa bene, continua a combattere contro i mulini a vento, solo che i suoi non sono fantasmi, ma qualcosa di assolutamente concreto che però se ne frega della miseria e della difficoltà cui è costretta a scontrarsi giornalmente certa gente. Danie Blake è un carpentiere inabile al lavoro in quanto è stato colpito da infarto, ma l'ingranaggio istituzionale non gli riconosce l'indennità di malattia pur essendoci un certificato redatto dal medico. Daniel è un uomo onesto, vive secondo le regole e , nonostante sia completamente digiuno all'uso del computer, cerca di far fronte alle richieste di compilare i vari moduli on line . Conosce Katye, una giovane mamma di due figli che da Londra è appena arrivata a Newcastle, in cerca di un lavoro, si offre di aiutarla, cominciando a far dei lavoretti nel fatiscente appartamento della donna, si occupa dei bambini per permetterle di cercarsi un lavoro e intanto si reca continuamente al centro per l'impiego per cercare di risolvere la sua situazione.
[+]
Ken Loach è una specie di Don Chisciotte e lo sa bene, continua a combattere contro i mulini a vento, solo che i suoi non sono fantasmi, ma qualcosa di assolutamente concreto che però se ne frega della miseria e della difficoltà cui è costretta a scontrarsi giornalmente certa gente. Danie Blake è un carpentiere inabile al lavoro in quanto è stato colpito da infarto, ma l'ingranaggio istituzionale non gli riconosce l'indennità di malattia pur essendoci un certificato redatto dal medico. Daniel è un uomo onesto, vive secondo le regole e , nonostante sia completamente digiuno all'uso del computer, cerca di far fronte alle richieste di compilare i vari moduli on line . Conosce Katye, una giovane mamma di due figli che da Londra è appena arrivata a Newcastle, in cerca di un lavoro, si offre di aiutarla, cominciando a far dei lavoretti nel fatiscente appartamento della donna, si occupa dei bambini per permetterle di cercarsi un lavoro e intanto si reca continuamente al centro per l'impiego per cercare di risolvere la sua situazione. Deve dimostrare che sta cercando un lavoro, pena una sanzione, se vuole ottenere il sussidio, ma, benchè lui esegua tutto con dovizia, sembra che sia insufficente, come gli fa notare con aria di sufficenza l'assessore del centro impiego. I cavilli burocratici sembrano dilatarsi all'assurdo, ciò nonostante non viene meno il senso della solidarietà verso Kathy e i suoi bambini, tra i due nasce una sincera amicizia , per entrambi sarà come un'ancora di salvezza , l'urgenza di sentirsi parte di un'umanità attraverso le semplice cose della quotidianità, emerge la persona, quella che sa rendersi utile, che divide le difficoltà, figura ormai sempre più lontana in un mondo lanciato nella sua folle corsa. Ken Loach ancora una volta ci mostra l'aspetto di grande difficoltà delle fasce di reddito più deboli, si affianca dalla loro parte e ci trascina a considerare questa realtà che si vorrebbe invece tenere sotto silenzio sperando passi inosservata, perchè scomoda. Il cinema di Loack è sempre stato scomodo, da dire che la sua partecipazione , quando si tratta di parlare di dignità, ha un vigore e una tenacia difficili da trovare in un uomo di ottant'anni, per questo è un bene che registi come lui siano ancora in giro e fa bene a sottolinearlo, perchè non è mai abbastanza, ciò che fa dire al suo protagonista " MI chiamo Daniel Blake, sono un uomo, non sono un cane, sono un cittadino, niente di più, niente di meno". Qui non si vogliono privilegi o scorciatoie per riconoscere un diritto fondamentale, forse queste frasi per molti sono desuete, fanno sorridere, però, come ha detto il regitsa stesso a proposito della recente uscita del Regno Unito dall'Europa, molti appartenenti alla working class hanno votato per il leave, chiediamoci se il fatto di essere dimenticati, di nessuno che si interessi a loro abbia contribuito a tutto questo. Speriamo che Loach continui a fare cinema, è uno dei pochissimi registi ad avere uno sguardo così partecipe alle sue storie e ai suoi protagonisti, riesce a mantenere la sua ironia , anche se amara, ma a rendere visibile un mondo sommerso che si vorrebbe sprofondasse ancora più giù.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
luigi chierico
|
martedì 1 novembre 2016
|
una denuncia
|
|
|
|
Non è un film di Ken Loach ma la sua DENUNCIA,infatti non c’è nulla da commentare in questa sede sul film,lo spettatore non viene distratto dalle immagini,dalla fotografia,dal commento musicale,dalla sceneggiatura o dalla scenografia.L’interpretazione è affidata soltanto alla bravura dei due attori Dave Johns e Hayley Squires,nella parte di Daniel e Katie.In definitiva non è un vero film ma una forte,coraggiosa denuncia contro la burocrazia,le leggi e i metodi in cui sempre il cittadino si imbatte ogni qualvolta vuol far valere i suoi diritti, non solo nella piccola cittadina di Newcastle in Inghilterra,ma nello stesso intero mondo “civile”. L’intero film non si allontana mai da questa accusa e lascia lo spettatore invischiato come il povero protagonista nel tentare di venir fuori dal labirinto in cui il suo Stato lo ha cacciato.
[+]
Non è un film di Ken Loach ma la sua DENUNCIA,infatti non c’è nulla da commentare in questa sede sul film,lo spettatore non viene distratto dalle immagini,dalla fotografia,dal commento musicale,dalla sceneggiatura o dalla scenografia.L’interpretazione è affidata soltanto alla bravura dei due attori Dave Johns e Hayley Squires,nella parte di Daniel e Katie.In definitiva non è un vero film ma una forte,coraggiosa denuncia contro la burocrazia,le leggi e i metodi in cui sempre il cittadino si imbatte ogni qualvolta vuol far valere i suoi diritti, non solo nella piccola cittadina di Newcastle in Inghilterra,ma nello stesso intero mondo “civile”. L’intero film non si allontana mai da questa accusa e lascia lo spettatore invischiato come il povero protagonista nel tentare di venir fuori dal labirinto in cui il suo Stato lo ha cacciato.Lo stesso spettatore si sente impotente e ricorda la sua odissea di quando ha avuto bisogno di un permesso,di avere un’assistenza,un’autorizzazione.Così chi è stato vittima del sistema sa già come andrà a finire,la fine del film è annunciata,non c’è mai un sol colpo di scena tutto procede come un rituale ineluttabile.E’ ammirevole il coraggio con cui l’ottimo regista Ken Loach ha messo in luce una piaga di tanti Stati che ignorano le condizioni dei propri cittadini,non concedendo loro neanche quanto spetta di diritto.Ma se è vero che Ken Loach si è calato dentro la denuncia con tutto il suo vigore artistico,denunciando una verità sofferta da tanti individui,non lo stesso posso dire per il film.La denuncia c’è tutta,il film no. La tragedia vissuta da Daniel Blake è solo psicologica,non c’è patos ma ribellione.Il protagonista è soffocato sino all’inverosimile dal metodo che deve seguire,senza deroga alcuna,per sentirsi riconoscere dal suo Stato, quale suo cittadino, un diritto che attiene alla salute, bene supremo e primario dell’uomo. Nel film non c’è azione ma reazione, c’è un senso di ribellione che accompagna tutte le inutili iniziative di Daniel nel sentirsi sempre negare quel che gli spetta attraverso assurdi regolamenti. Accanto all’insistenza del personale preposto a far valere le regole imposte dal sistema si osservano altri elementi negativi. La compilazione di una domanda diventa un’impresa impossibile per un anziano a cui si impone che la stessa venga compilata facendo uso del sistema informatico. La pretesa che un anziano debba conoscere il sistema informatico è un assurdo. Come si può pretendere che improvvisamente un cittadino debba far ricorso all’uso informatico senza che gli sia stato dato il tempo ed il modo di apprenderlo? È come pretendere che un bambino di un anno sappia leggere e scrivere, un paradosso, ma oggi tanto si pretende da qualunque cittadino. Il regista nel rispetto delle norme che impongono l’uso del computer ha voluto denunciare l’inasprimento della burocrazia quale metodo per complicare la vita ad un comune mortale. Altro elemento negativo è lo stratagemma usato per indurre la povera Katie alla prostituzione col pretesto di volerla aiutare..
In tanto di negativo emerge la carità e la disponibilità tra chi è povero, tra coloro che hanno bisogno l’uno dell’altro, una forma di pietas, tra Daniel e Katie e tra la stressa e Daniel, che stride con un finale che lascia tutti con l’amaro in bocca. Sono denunce su storie vere che viviamo un po’ tutti ed il film non ha fatto altro che aprire una ferita per due ore destinate a vedere quel che subiamo quotidianamente.chibar22@libero.it
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luigi chierico »
[ - ] lascia un commento a luigi chierico »
|
|
d'accordo? |
|
kate64
|
martedì 1 novembre 2016
|
da vedere e ricordare.
|
|
|
|
Perchè il mondo non ascolta (non ascoltiamo) le persone come Ken Loach che ci dicono che stiamo sbagliando tutto e ci implorano di provare a cambiare. Quando si riuscirà a capire che dobbiamo sottrarci a una logica basata solo sui valori economici che ci vuole consumatori, fruitori, clienti? Quando riusciremo a dire basta a tutto questo, allora forse riusciremo a capire che siamo persone, esseri umani e che i sentimenti di amicizia, di solidarietà e soprattutto il rispetto per noi stessi è quello che rende la nostra vita degna di essere vissuta. Per fortuna, film come questo provano a ricordarcelo ma purtroppo sono sommersi da valanghe di messaggi contrari che ci spingono a comprare, a sperperare, a convincerci che siamo importanti solo se usiamo gli oggetti giusti e rendono la vita di tanti, troppi, un'inutile corsa verso il nulla.
[+]
Perchè il mondo non ascolta (non ascoltiamo) le persone come Ken Loach che ci dicono che stiamo sbagliando tutto e ci implorano di provare a cambiare. Quando si riuscirà a capire che dobbiamo sottrarci a una logica basata solo sui valori economici che ci vuole consumatori, fruitori, clienti? Quando riusciremo a dire basta a tutto questo, allora forse riusciremo a capire che siamo persone, esseri umani e che i sentimenti di amicizia, di solidarietà e soprattutto il rispetto per noi stessi è quello che rende la nostra vita degna di essere vissuta. Per fortuna, film come questo provano a ricordarcelo ma purtroppo sono sommersi da valanghe di messaggi contrari che ci spingono a comprare, a sperperare, a convincerci che siamo importanti solo se usiamo gli oggetti giusti e rendono la vita di tanti, troppi, un'inutile corsa verso il nulla. Da oggi in poi impariamo a dire I, Daniel Blake sono un essere umano e come tale voglio vivere la mia vita. Niente di più ma neanche niente di meno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kate64 »
[ - ] lascia un commento a kate64 »
|
|
d'accordo? |
|
maria f.
|
martedì 1 novembre 2016
|
evviva i buoni film!
|
|
|
|
Provo un particolare coinvolgimento quando un film racconta della vita reale.
Quest’opera magnifica ci riferisce come i nuovi poveri affrontano con coraggio e dignità il loro nuovo doloroso stato.
[+]
Provo un particolare coinvolgimento quando un film racconta della vita reale.
Quest’opera magnifica ci riferisce come i nuovi poveri affrontano con coraggio e dignità il loro nuovo doloroso stato.
Daniel e Kattie sono i protagonisti di situazioni non volute, vivono in condizioni di stenti, privazioni, ristrettezze, piovute nelle loro vite a causa di un infarto per lui e del trasferimento in una nuova città per lei mamma separata, senza lavoro e con due bambini.
Entrambi devono fare i conti, con l’ottusità di uno Stato burocrate, guidato e sostenuto da impiegati e funzionari stolti e vigliacchi convinti di fare il proprio dovere costringendo i cittadini - bisognosi solo di solidarietà e sostegno morale- a umiliazioni e mortificazioni.
I “colletti bianchi” al fine di ottemperare alle direttive imposte dall’apparato e dall’amministrazione il cui compito sarebbe di mostrarsi di appoggio ai poveri diseredati, tendono palesemente a scoraggiare e a eseguire così una selezione naturale senza sporcarsi le mani.
Ognuno, per essere in pace con la propria coscienza dovrebbe ragionare e perché no, dissociarsi da certe norme che il sistema impone e agire con cognizione quando è necessario, facendo emergere –anche rischiando – la parte caritatevole che è in noi contro l’egoismo e la cattiveria legalizzata di una prassi, ahimè, purtroppo orientata a soddisfare l’Io a danno del Noi.
Conduzione e interpretazioni: superbe.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maria f. »
[ - ] lascia un commento a maria f. »
|
|
d'accordo? |
|
lorelly
|
lunedì 31 ottobre 2016
|
grazie loach
|
|
|
|
Vederlo è stato un colpo allo stomaco, un senso di rabbia e frustrazione, un film così vero, così attuale, così crudele. Mi sono immedesimata in questi personaggi, così reali e così umili! La rabbia che scaturisce ti da lo slancio di urlare a questa società e a questi automi che lavorano in certe strutture come il loro atteggiamento ferisce e uccide più di una coltellata chi non può difendersi da tanta burocrazia e incapace di usare i nuovi sistemi tecnologici.
Ken Loach ha colpito ancora con la sua bravura nel descrivere la vita vera, dei più deboli, dei più onesti, dei più buoni.
E' un film da vedere, da tutti. Insegna la solidarietà, l'umiltà e l'umanità!
Grazie Loach!!
[+] automi?
(di kleber)
[ - ] automi?
|
|
[+] lascia un commento a lorelly »
[ - ] lascia un commento a lorelly »
|
|
d'accordo? |
|
miguel angel tarditti
|
domenica 30 ottobre 2016
|
el maltrato del estado moderno
|
|
|
|
“Io, Daniel Blake”,
el nuevo film de Ken Loach
Ser espectador de este film de Ken Loach, es una especie de evocación de aventuras ya vivida por cada uno de nosotros en los paquidérmicos departamentos burocráticos de nuestros “Estados modernos”.
Es, evocar la impotencia que conocemos por haberlas vivido mil veces en extenuante repeticiones, en estados que, paradojalmente gozan de “evolucionados” sistemas mecanizados. Tecnificados.
Pero con personal no siempre con buena disposición para atender al público, o víctimas hastiadas de la parafernalia creada para complicar al ciudadano.
[+]
“Io, Daniel Blake”,
el nuevo film de Ken Loach
Ser espectador de este film de Ken Loach, es una especie de evocación de aventuras ya vivida por cada uno de nosotros en los paquidérmicos departamentos burocráticos de nuestros “Estados modernos”.
Es, evocar la impotencia que conocemos por haberlas vivido mil veces en extenuante repeticiones, en estados que, paradojalmente gozan de “evolucionados” sistemas mecanizados. Tecnificados.
Pero con personal no siempre con buena disposición para atender al público, o víctimas hastiadas de la parafernalia creada para complicar al ciudadano.
Donde hoy, todo pasa a ser operado a partir del online, y donde ese mecanismo hace que los ciudadanos, (hombres sacrificados que con sus impuestos mantiene el deficiente sistema), sean desoído, humillados, maltratados, descuidados, angustiados, en vez de ser protegidos y ayudados.
Con esta usual modalidad de insensibilidad, como podríamos esperar sensibilidad, solidaridad, y ayuda para los pobres prófugos que llegan de tierras incendiadas por las guerras, por las persecuciones, y por el hambre, pidiéndonos socorro!
Como ayudar al “extranjero prófugo” si no ayudamos al “nativo necesitado!”
Para colmo, aquellos (los invasores) significan el peligro!
Aunque el peligro en realidad es el mal funcionamiento del estado cuando no cumple con su función; cuando humilla al ciudadano con complicaciones burocráticas, y cuando busca de sacarse la responsabilidad de “ayudar a resolver”, derivando al ciudadano, con indignante facilidad, a la rápida y milagrosa nube informática: internet!
Pobre los ancianos, los enfermos, los carentes de un nieto cibernético que los ayuden a desentrañar el labirinto del web desconocido!
Que el estado sea sistematizado y moderno es sin duda útil y necesario, pero igualmente útil y necesario, es ayudar al ciudadano con un personal guía, especializado y con debida disponibilidad. Una sonrisa por favor!
No es función del Estado lavarse las manos derivando su trabajo al Sr. Web.
El film nos muestra,(mejor dicho nos pone el dedo en la llaga), esta desprotección que sentimos los usuarios, cuando por necesidad, debemos recurrir a lo que debería ser su protección y asistencia.
Engorrosos trámites que parecen destinados a un agotamiento mortal, a infinitas derivaciones de contestadores automáticos telefónicos (siempre que respondan!) son procedimientos contrarios a lo que el ciudadano debiera recibir, o sea: protección y ayuda resolutiva.
Noesdádiva, no es favor. Es su deber Sr. Estado!
En vez, no!
Angustian, maltratan, desprecian, humillan, por no decir, matan.
Como es en el caso de este film, que nos habla de la fatal odisea del Sr. Daniel Blake.
Es recurrente en Ken Loach proponer una aguda, un profundo análisis sobre el tema social. Y no nos defrauda jamás!
Io, Daniel Blake, es un film de enorme sensibilidad, de enorme agudeza, que, lamentablemente, nos pone delante de nuestra impotencia y limitación, por la ineficiencia de la burocracia y de los deficientes sistemas de asistencia al público. Equivocados, injustos e insensibles.
Los trabajos actorales, espléndidos, y a la altura de este gran trabajo de Loach.
Dave Johns y Hayley Squires, dos protagonistas excelentes que nos sacuden y emocionan con situaciones de bello y difícil rigor emocional.
Podemos confiar en un futuro donde el público sea respetado como legítimamente corresponde?
Un film para aplaudir!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a miguel angel tarditti »
[ - ] lascia un commento a miguel angel tarditti »
|
|
d'accordo? |
|
|